Arianna Meloni, l’orgoglio e la rabbia: “Noi siamo diversi, non ci siamo venduti. Da sinistra solo fango”
Arianna Meloni, si sa, non ama il politichese e quando parla sembra la stessa di quando lo faceva, nelle stanze di Colle Oppio o alle feste di Atreju, prima che la destra andasse al governo. Nei giorni dei veleni, su Fratelli d’Italia, da sinistra, dai giudici, con l’ombra degli spioni e il soffio dei poteri “morti” sul governo, lei, da Udine, va al sodo: “Noi siamo quelle persone che stanno sempre dalla stessa parte, che non sono ricattabili e che non si vendono. Hanno voluto tanto raccontarci per quelli che non siamo, ma non l’avranno vinta, perché i nostri nervi sono saldi, i nostri piedi sono piantati a terra e siamo molto concentrati”.
Arianna Meloni a Udine: la destra, la sinistra, la gente comune
Il capo della segreteria politica e responsabile del tesseramento di Fratelli d’Italia, parlando a un incontro i con dirigenti e militanti provinciali e regionale del partito, a Udine, traccia un bilancio dei primi due anni di governo: “Noi ci siamo preparati per questa stagione. Nel Pdl Giorgia Meloni usciva da ministro e sarebbe stata ricandidata certamente capolista in mezza Italia – ha spiegato – ma scelse invece di uscire da un partito che l’avrebbe fatta rieleggere dal divano di casa sua e in 40 giorni girò l’Italia in lungo e largo per un partito fondato da lei, per mettere in sicurezza quello che siamo. E queste cose ogni tanto vanno ricordate – ha evidenziato – perché io non vedo persone così coraggiose, vedo persone che passano da una parte a un’altra per tutelare quelle poltrone”. Invece, “noi siamo qualcosa di diverso e credo che in questi messaggi che abbiamo lanciato nel corso dei tanti anni di militanza gli italiani siano stati capiti. L’unica cosa che ci interessa – ha concluso – è che sia una bella storia, la storia che potranno raccontare i nostri figli e i nostri nipoti, e sulla quale magari riusciremo a dare un esempio anche alle generazioni ancora future”.
La nostalgia per la politica della contrapposizione e del rispetto
E’ molto critica, Arianna Meloni, sulla sinistra di oggi: “Oggi c’è una sinistra che è diventata peggio di quando ero bambina. Allora c’era il famoso Marx, e Nietzsche, che poi però ti davi la mano e prendevi il caffè al bar. Certo, ci si scontrava anche duramente, ma ci scontravamo sugli ideali, adesso si dà addosso all’Italia stessa, cioè oggi per combattere il governo e per combattere Giorgia Meloni si critica l’Italia”.
“Si critica un’Italia che cresce – ha aggiunto – che ha riscoperto una centralità anche a livello internazionale, e mentre tutti i grandi presidenti d’Europa ma anche del mondo guardano a noi con interesse, e guardano a Giorgia Meloni con grande stima, in Italia si riesce a parlare male”. “Oggi – ha continuato – dopo due anni di governo, l’Italia è con noi e ce lo dimostra ogni giorno la gente che incontriamo e il nostro compito è quello di continuare a dimostrare quello che siamo”. “Una cosa che dico sempre – ha aggiunto – e che è molto importante, è che noi quando siamo arrivati al governo gli exit poll ci davano tra lo 0 e l’1 per cento, ma oggi invece governiamo l’Italia, dunque non dobbiamo mai sentirci sconfortati perché si ricomincia, si parte, si continua a lottare ogni giorno”.