Benedetto “Report”: mandare in onda i finti scoop contro il centrodestra è stata l’arma vincente
Alla fine è finita che i Liguri hanno spernacchiato platealmente Sigfrido Ranucci e “Report” mandando loro un bel “vaffa”. Perché tra le pieghe non tanto secondarie del voto regionale era piombata la querelle sul servizio contro il “sistema Liguria” che il conduttore ha mandato in onda ad urne aperte. Ne era nato un contenzioso contro “Report” a qualche giorno dal voto, con il centrodestra sulle barricate. Come si fa così platealmente a mandare in onda un servizio la domenica sera, che avrebbe potuto condizionare il voto che si sarebbe protratto fino alle 15 del lunedì successivo? Bloccare e rimandare il programma alla domenica successiva era una delle richieste. Malgrado gli appelli, la Rai ha scelto di non intervenire. E noi tiriamo un respiro di sollievo: ha fatto benissimo.
Vi immaginate cosa sarebbe successo se la Rai avesse bloccato “Report”?
Infatti, la domanda da porsi è un’altra. Vi immaginate cosa sarebbe successo se Viale Mazzini avesse fermato “Report“? L’Apocalisse si sarebbe abbattuta contro la presunta TeleMeloni. Ranucci avrebbe potuto fare il martire e frignare contro la censura e il bavaglio; il coro dei vari Ruotolo e Usigrai avrebbe inveito contro il governo e la libertà di stampa in pericolo. Le truppe cammellate al seguito – quelle di La7 in primis e poi i vari Saviano, Scurati, Augias – avrebbero “massacrato” la Rai a trazione centrodestra. Per settimane Stampa, Repubblica, giornaloni a reti unificate avrebbero demonizzato vertici, giornalisti e politici “meloniani”. No, per carità. Abbiamo scampato tutto questo delirio. Ottima scelta.
Lo stop a “Report” ci avrebbe regalato martiri e anatemi
Decidere di non interferire con la messa in onda di Report è stata una benedizione del cielo. Non avremmo retto altre lamentazioni e piagnistei. Basta martiri. Si sarebbero risvegliati i presunti “epurati” che hanno scelto altri lidi per maggiori opportunità economiche. Scampato pericolo. Se la Rai avesse bloccato il programma di Ranucci, si sarebbe scatenato il “Dies irae”. E allora sì, probabilmente, lo stop a Report avrebbe potuto provocare nell’immediato qualche effetto negativo su governo e centrodestra. Il clima avvelenato avrebbe potuto condizionare chi si sarebbe recato a votare il lunedì. Dunque, bene così. In attesa che l’Agcom faccia il suo lavoro e si pronunci sul caso Report, è palese constatare quanto tutti abbiamo visto: i presunti scoop, la fuffa confezionata nei vari servizi, propalati da Ranucci come “bombe” sul governo hanno partorito il classico topolino. Il nulla. Ranucci ha fatto la figura dell'”inutile idiota”.
E se Ranucci avesse sperato di essere censurato?
A questo punto sorge una domanda non tanto maliziosa: e se il conduttore avesse anelato che la Rai gli impedisse di mettere in onda Report? Per suscitare l’ondata di sdegno dei suoi e per uscirne come il paladino della libertà di stampa, gridando alla censura? Ipotizzare che questa speranzella si sia fatta strada in lui non è ipotesi peregrina. Per questo la decisione della Rai, da qualunque pari la rigiri, appare ottimale.