Bucci: “Vorrei essere il sindaco della Liguria”. Meloni: “Marco l’uomo giusto. Su Italia-Albania lavorerò giorno e notte”

25 Ott 2024 19:28 - di Gloria Sabatini

Ha ascoltato gli interventi seduto in prima fila, in silenzio, lontano dai riflettori. Soddisfatto per lo straordinario sostegno ricevuto da tutto il centrodestra, pancia a terra città per città, ma senza trionfalismi come si addice a un uomo del fare, un imprenditore della politica. Poi sale sul palco tra gli applausi davanti a una sala strapiena per il comizio conclusivo prima del voto di domenica e lunedì.  “Vorrei diventare il sindaco della Liguria, anziché presidente”, dice Marco Bucci, primo cittadino di Genova e candidato a governatore della Regione. Malgrado la grave malattia ha deciso di sfidare un big del Nazareno,  Claudio Orlando. più volte ministro.

Bucci: vorrei essere il sindaco della Liguria, non il presidente

“Noi sindaci siamo quelli che di notte quando ci chiamano mettiamo la giacca vento e gli stivali e andiamo a lavorare. Ne siamo orgogliosi e contenti. E questo è il modo con cui vogliamo proporci a tutti i liguri. Sarebbe bello se potessimo essere chiamati sindaci della Liguria”, dice Bucci, “perché noi serviamo i cittadini, non li comandiamo come ha fatto qualcuno”.

Ci ho messo la faccia e non era facile contro quelli del no

“Noi abbiamo una visione della Liguria che cresca. La Liguria non torna indietro”,  aggiunge il candidato del centrodestra. “Dall’altra parte ci sono quelli che vogliono tornare a vent’anni fa e andare verso la decrescita felice, anzi infelice, che fanno sempre i signori del no. Questa è la Liguria che non vogliamo. Siamo di fronte a un bivio”. Poi un passaggio sulla scelta difficile di esporsi in prima persona malgrado le difficili vicende personali.  “Io ci ho messo la faccia. Non ero nella situazione ideale per farlo ma era mio dovere come cittadino ligure. Statemi vicino, state vicino a tutti noi, a tutti quelli che vogliono la Liguria del futuro. Sono stato coperto da insulti, mi hanno dato del criminale e del cretino, mi hanno detto che racconto menzogne, ma noi andiamo avanti lo stesso, perché questo non è il nostro stile. Quando c’è da dire la verità, diciamo la verità. State con noi – conclude – forza, andiamo a votare. Ce la faremo!”, ha concluso Bucci.

Meloni: Marco è l’uomo giusto, il candidato migliore

Sulle note di Rino Gaetano “Ma il cielo è sempre più blu” sale sul palco Giorgia Meloni accompagnata dagli applausi e dalle grida “Giorgia, Giorgia”. “Grazie per questo entusiasmo, che è per me è per noi una bella boccata d’aria”,  dice la premier. “Fino a qualche settimana fa la sinistra già cantava vittoria. Poi sono tornati a fare i conti con la realtà. Il centrodestra ha fatto conoscere alla Liguria una bellissima stagione di sviluppo e i cittadini si sono resi conto che sarebbe un peccato interromperla”. Prima di rivendicare i successi e le cifre da record del primo biennio a Palazzo Chigi, la leader di FdI parla a lungo di Bucci. “L’uomo migliore che il centrodestra ligure potesse vantare. Io non smetterò mai di ringraziarlo”. Poi un passaggio sullo sciacallaggio della sinistra. “Considero osceno che la salute di Bucci sia stata utilizzata come strumento per attaccarlo. Tutti noi e Marco sappiamo che il punto non è mai quanto tempo abbiamo a disposizione ma come usiamo quel tempo. E Marco sceglie di usare il tempo che ha per la sua gente”.

È una manovra che non butta gli euro in cose cretine

È un lungo intervento che spazia dalla manovra all’immigrazione, dal protocollo Italia-Albania alla riforma della giustizia. “Una manovra di buonsenso che si concentra sulle priorità reali, non butta neanche un euro in cose cretine. Tiene i conti in ordine e non aumenta le tasse di un centesimo”. E ancora, il dossier banche. “Quando stanno all’opposizione sono Robin Hood e quando vanno al governo sono lo sceriffo di Nottingham. La sinistra invoca a gran voce la tassa sugli extraprofitti, ma quando stava al governo con i soldi degli italiani il Pd le banche le salvava. Oppure, con i soldi degli italiani, garantiva i prestiti che le banche dovevano dare alle imprese”.

Ce l’hanno con Giuli per l’apocalittismo difensivo

Poi una digressione semiseria sulle polemiche roventi di giornata.  “Ce l’hanno col ministro Giuli per l’apocalittismo difensivo perché in realtà se lo erano inventati loro”, dice tra gli applausi. Ma è all’intesa Italia-Albania che Meloni dedica il passaggio più lungo. “Potrebbe aprire un’epoca completamente nuova nel governo dei flussi migratori. Lo so io, lo sanno in Europa e lo sanno anche i sostenitori dell’immigrazione senza regole. Supereremo tutti gli ostacoli e il protocollo funzionerà. Sono pronta a lavorarci giorno e notte”. L’esposto contro il governo per danno erariale? “I 5 Stelle con poco meno di quello che spendiamo per l’Albania ci compravano i monopattini, per non parlare del superbonus e delle truffe sul reddito di cittadinanza”. Sulla ormai arcinota mail di Patarnello la premier ‘ringrazia e conferma’. “Non agisco per interesse personale, ma per convinzione. So di essere un problema per questo per alcuni, ma non per la maggioranza”. Rotta a dritta anche su riforma della giustizia e premierato. “Dicono che vogliamo il controllo della politica sulla magistratura. Veramente la riforma dice che il Parlamento non elegge più una parte del Csm, casomai lo togliamo il controllo della politica sulla magistratura…”. Un fiume in piena, il palco di Genova è un’occasione ghiotta per rivendicare il lavoro dell’esecutivo e rintuzzare le critiche delle opposizioni urlanti.

Tajani e Salvini: noi con chi vuole costruire

Prima  di  Meloni si alternano sul palco tutti i leader di centrodestra. “Chi vuole costruire è più forte di chi vuole distruggere. Questo è stato Bucci a Genova e sarà Bucci in Liguria”, dice il leader azzurro Antonio Tajani. Matteo Salvini dà una stoccata alla sinistra che ha speculato sulla malattia del sindaco di Genova. “Pena umana e compassione, sono piccoli uomini”, taglia corto il leader della Lega. Piccolo fuor d’opera che non desta preoccupazioni. Mentre parla la premier si alza in piedi un gruppo di balneari contro la legge Bolkestein. Meloni non si scompone, chiede gentilmente di sedersi e promette: “Più tardi parliamo”-

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