Campo largo, l’epitaffio è fresco e già volano insulti tra Pd e 5S: duro scontro Picierno-Morace

2 Ott 2024 17:00 - di Chiara Volpi
campo largo Pd

Il Pd la prende male e insulta il M5S: ora i dem temono l’effetto contagio… Dopo l’epitaffio di Conte al campo largo, già volano gli stracci nel Pd, e l’effetto domino sfascia ancora di più una coalizione mai partorita. Sì, perché neanche di morte prematura si può parlare: l’esperimento del centrosinistra nonostante prove tecniche di coalizione e persino al netto delle schermaglie partitiche, in realtà ha abortito sul nascere. E ora, sulla sagoma indefinita e inerme di un’ammucchiata di monadi mai realmente amalgamatesi, grava anche il rischio contagio: ossia che il no di Conte all'”esperimento monster” possa ora arrivare anche da altri.

Il campo largo ridotto a un’aiuoletta scalcinata: volano gli stracci nel Pd (e non solo)

E per altri non ci riferiamo solo agli effetti della fusione a freddo con Bonelli e Fratoianni, ma anche a quella nutrita frangia del Pd che già dal Nazareno, tra frondisti e riformisti, non ha mai visto di buon occhio una coalizione allargata. Insomma, la Schlein rimane col cerino in mano e rischia di dover definitivamente prendere delle inconciliabili posizioni tra i contraenti di un contratto mai firmato, di un accordo mai raggiunto. E sì che non c’era nemmeno bisogno che lo ratificasse Conte: campo largo che non esiste, non è mai esistito e con assoluta probabilità mai esisterà.

Il progetto imploso prima di nascere: scontri, frizioni e divisioni all’origine del botto

E come cartina di tornasole basterà fare tre rapidi esempi che si sono ripetuti in successione delle più recenti frizioni tra gli aspiranti campo-larghisti: la spaccatura tra le forze di opposizione sulle recenti nomine Rai. La mancata firma al referendum sulla cittadinanza. E l’ormai eclatante caso Liguria, con il tentativo di imbarcare anche Italia Viva di Matteo Renzi: un nome che risuona nell’aria come il Texas in Thelma e Louise (che non si può nemmeno menzionare e meno che mai ci si può passare nelle vicinanze), e non solo per il M5S, ma anche per le diverse correnti del Nazareno.

La Picierno non ci sta e attacca Conte: «Gli elettori meritano lealtà»

Rilievi che, non a caso, quasi un po’ per motivare il delirio, muove oggi la stessa Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo, che afferma tranchant: «Giuseppe Conte in queste ore sta facendo un regalo enorme alla destra e ai sovranisti. Con la politica dei veti, della spartizione delle poltrone in Rai, con la mancata firma alla proposta di referendum sulla cittadinanza, con il posizionamento equivoco sull’aggressione russa dell’Ucraina, cerca di recuperare una dimensione di centralità nell’elettorato, dimostrando ancora una volta che il suo unico interesse è elettorale».

Campo largo addio, il Pd la prende male, Picierno: «Veti 5S inaccettabili, stanchi dei loro dispettucci»

Ma il rigore delle osservazioni cede subito il passo alla stizza: e dallo studio de L’aria che tira su La7, la dem sbotta: «I 5 Stelle hanno detto che non ci sono. Non penso sia accettabile dal Pd un’impostazione basata sui veti che non è politica. Schiena dritta: ci siamo stancati di questi dispettucci dei 5 Stelle».

Il botta e risposta della Morace (M5S)

Uno sbotto, sì, ma forse anche un’indicazione precisa lanciata nell’etere a nuora perché suocera intenda? Fatto sta che se la Schlein al momento tace, la grillina Carolina Morace,(europarlamentare del Movimento 5 Stelle) sentitasi piccata, scende in pista con una replica che apre il fronte a un’interminabile botta e risposta affidato a una nota che recita: «Ancora una volta l’europarlamentare Pina Picierno attacca il Movimento 5 Stelle, eppure lo scorso 15 luglio, all’indomani della elezione dei vicepresidenti del Parlamento europeo in cui era candidata, la stessa Picierno in una nota definiva l’Europa come il terreno per valorizzare un dialogo nuovo e pragmatico con il Movimento 5 Stelle»…

«A quale Picierno devono credere i cittadini? Quella che vota con Renzi e Meloni sull’invio di armi in Ucraina, o quella che invece elogiava il campo progressista con il Movimento 5 Stelle?». Incalzando poi: «Le posizioni su lavoro, ambiente, lotta a corruzione e legalità, conflitto d’interesse, politica estera e tanto altro sono elementi oggettivi di divisione fra noi e Italia Viva. Nessun veto, dunque, ma la consapevolezza che quel partito non potrà far parte della futura coalizione che sfiderà la destra. Se Picierno si sente davvero orfana di Renzi, prenda la tessera di Italia Viva così almeno Renzi sarà riuscito nell’impresa di eleggere un deputato», conclude Morace.

Ma dalla Schlein tutto tace: parla di tutto meno che del disastro in casa del centrosinistra

Perché alla fine della fiera è la stessa Morace e la stessa Picierno in fondo, nel loro dissing reciproco, a confermarlo: il problema della mancanza di collante, specie su temi di prioritaria importanza, sta proprio nella diversità di visione politica tra le componenti di un fatidico campo largo che pur tentando di miscelarsi su vedute comuni a spot, in realtà non si sciolgono e non si amalgamano in una soluzione unica: come l’olio con l’acqua… eppure la segretaria del Pd oggi discetta sull’universo mondo, dall’Ucraina alle ferrovie, passando per la realtà internazionale, meno che del disastro esploso in casa del centrosinistra e delle motivazioni che ne hanno sempre minato le fondamenta.

Foti, sfascio campo?: «Conte è stato il primo a ufficializzarlo, ma c’era arrivato anche Bonelli»

Mentre dal fronte contrapposto, sullo sfascio del centrosinistra alle prese con il campo sfatto, il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Tommaso Foti, osserva e commenta: «Certo non si può dire che sia rapido come Flash, ma dobbiamo dare atto al leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, di essere stato comunque il primo (c’era arrivato anche Bonelli a dire il vero) ad avere l’onestà di dichiarare che il campo largo non esiste più».

E ancora. «La presa d’atto di Conte – che fatichiamo a definire ormai “grillino” – è un bene per i cittadini tutti – prosegue Foti –. Soprattutto per quelli che andranno al voto nei prossimi mesi che potranno scegliere i propri rappresentanti senza essere raggirati da chi racconta la favola di un centrosinistra unito. Una coalizione è una cosa seria. Altro che “patto della birra”. Qui si prova a tenere uniti personaggi che insieme non prenderebbero neanche un caffè. Ne prenda atto anche Schlein». Un concetto che anche il vicepremier della Lega Matteo Salvini rilancia con una battuta ironica:

La battuta di Salvini: «Conte e Renzi? Altro che dissing tra Fedez e Toni Effe…»

«Altro che dissing tra Fedez e Toni Effe, come se la stanno suonando tra Conte e Renzi, con la Schlein che guarda, è una cosa che non commento…». Anche perché tutti gli aspiranti campo-larghisti si commentano da soli…

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