Campo largo, psicodramma all’ultimo atto, la spallata finale di Conte cala il sipario: “Non esiste più”

1 Ott 2024 18:49 - di Chiara Volpi
campo largo Conte

Il campo largo? Non è più nemmeno un campetto scalcinato. Anzi: non è proprio più e basta. Conte all’attacco finale di Renzi, ratifica ufficialmente l’aborto del campo largo. Un niet categorico, il suo, che dopo aver escluso possibilità di coalizioni elettorali in Liguria, ora il leader pentastellato sradica ogni possibilità di innesti vari con Italia viva anche per altre due regionali: quelle dell’Emilia Romagna e dell’Umbria. «Non sono disponibile ad affiancare il simbolo del M5S a quello di Renzi, che si è sempre distinto per distruggere e rottamare».

Conte: «Il campo largo non esiste più»

E così gli ultimatum che Giuseppi lancia da agosto che sulla Liguria gli alleati hanno finto di fraintendere o non hanno ben capito- Andrea Orlando compreso – diventano l’accetta che recide il ceppo del fatidico campo di centro-sinistra che, come aveva facilmente preconizzato un altro capitano di lungo corso rosso come Bertinotti ieri, hanno sbagliato fin dall’inizio ha contare sulla somma di componenti per vincere alle urne: come diceva Totò – e ha rilanciato l’ex Rifondazione comunista – non è la somma che fa il totale…

Campo largo, lo psicodramma all’ultimo atto: Conte cala il sipario

E così eccoci all’atto finale di uno psicodramma che l’avvocato grillino annuncia ed espleta in tutto il suo fulgore scenografico durante la registrazione del programma Porta a Porta, in onda questa sera su Rai Uno. Dove, comodamente seduto su una poltrona ben più confortevole di quella su sui da un po’ guida il Movimento alle prese con una guerra fratricida al vertice, chiude i conti in sospeso col Pd, e su Renzi in particolare ci va giù pesante: «Prende i soldi dai governi stranieri, ed è all’origine della contaminazione tra affari e politica. Fa lobbismo in Italia e all’estero». Insomma, questo matrimonio elettorale non s’ha da fare: a costo di rimetterci i voti…

Il messaggio spedito a Elly Schlein dopo l’ennesimo ultimatum

Un messaggio forte e chiaro, inviato a nuora perché suocera intenda, che infatti arriva dritto dritto al Nazareno, con Elly Schlein che resta col cerino in mano di un’ammucchiata mai realmente concretizzatasi e con un fallimento che rischia di diventare ancora più pesante perché anche gli «amici» di Alleanza Verdi e Sinistra la pensano allo stesso modo. Si, perché tradotto in termini pratici tutta questa sfilza di fughe da Renzi e di defezioni annunciate, significa passare dal cosiddetto campo largo, ad un’aiuoletta sguarnita e tutt’altro che foriera di frutti politici, in cui gli unici possibili alleati del Pd potrebbero essere due leader che si detestano: Matteo Renzi e Carlo Calenda. E Conte lo ufficializza da Vespa.

Campo largo, l’attacco di Conte a Renzi spiegato a Elly

«Nel momento in cui il Movimento 5 stelle dice “qui si è aperta una ferita” con questa bomba esplosiva che viene messa in questo campo largo che non esiste più, lo certifichiamo questa sera, abbiamo da parte del Pd e della sua segretaria un problema politico vero e serio», rigira il coltello nella piaga Conte ospite di Vespa a Porta a porta, su Raiuno. E sull’equivoco in seno al Pd di cui sopra, il presidente del M5S aggiunge e sottolinea anche: «Non c’è la consapevolezza da parte del Pd che noi stiamo ponendo un problema politico serio. Stiamo parlando di etica pubblica, non di simpatie e antipatie», conclude Conte.

Che poi tradotto in parole semplici significa che l’alleanza di centro sinistra, per l’avvocato di Volturara Appula, o è certificata con tanto di pedigree e a numero chiuso – soprattutto con l’ex sindaco di Firenze fuori dai giochi – o non sarà. Con tanti saluti alla segretaria del Pd…

La replica di Renzi arriva sul tamburo

La puntata non è ancora andata in onda che Renzi replica a Conte sul tamburo. «Alle prossime elezioni regionali ci presenteremo a fianco di De Pascale con i nostri candidati e con il nostro simbolo, come già concordato. Se Conte vuole fare una battaglia contro Schlein, la faccia pure. Ma non sulla pelle dell’Emilia Romagna, terra che ha già formalizzato la coalizione. Noi ci saremo, con il nostro simbolo e i nostri candidati. Non mettiamo veti nei confronti dei grillini, anche se hanno fatto l’opposizione a Bonaccini. Ma non siamo disponibili a subirne». E la palla torna al centro. Anzi in un centrosinistra all’affannosa rincorsa di un campo largo di cui fatica a delimitare – e serrare – i contorni.

 

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