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Ciriani spiega il no alla manifestazione anti Israele: clima pesante. Cacciari: non si sfila per una strage

Politica - di Carlo Marini - 4 Ottobre 2024 - AGGIORNATO 4 Ottobre 2024 alle 17:07

“Non vogliamo vietare l’espressione del dissenso, ma dobbiamo impedire che manifestazioni di stampo antisemita, a forte rischio di infiltrazioni violente, mettano a rischio la sicurezza dei cittadini”: a dirlo al Corriere il ministro per i Rapporti col Parlamento Luca Ciriani, relativamente alla manifestazione anti Israele del 5 ottobre, vietata dal Viminale.

“Il clima è pesante, l’osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori ha segnalato 456 episodi di antisemitismo da quando è esploso il conflitto”, ha spiegato Ciriani. “Nessuno pensa di vietare per sempre manifestazioni di contestazione delle politiche del governo di Israele – ha evidenziato – ma quella per il 7 ottobre sarebbe stata secondo quando ci risulta una manifestazione a forte rischio di infiltrazioni, pericolosa per l’ordine pubblico”.

Ciriani: “Nessuno vieta il dissenso, ma la manifestazione anti Israele era pericolosa”

“Il 7 ottobre – ha ricordato l’esponente di FdI – c’è stata una strage sanguinaria, e scagliarsi contro quella che è stata una ferita terribile per il popolo ebraico non è possibile. Io capisco la solidarietà al popolo palestinese, il dolore per vittime innocenti. Ma non si può pensare che il torto sia da una parte e la ragione dall’altra. Anche noi come governo abbiamo agito per chiedere il cessate il fuoco ed evitare in tutti i modi il coinvolgimento di civili innocenti, come presidenti del G7 e come Paese, ma non si può dimenticare che da decenni Israele lotta per la propria sopravvivenza e contro chi vorrebbe eliminare il suo Stato dalla faccia della terra”.

Rispetto alla telefonata di ieri tra Meloni e Schlein “è positivo che il presidente del Consiglio mantenga un dialogo con la leader del primo partito dell’opposizione. Ma oggi ci sembra difficile anche capire quale sia la posizione del centrosinistra. È quella di Boldrini, di Fratoianni, di Conte, di chi mette sullo stesso piano l’invasione dell’Ucraina con il conflitto a Gaza con il conflitto a Gaza?”.

Cacciari: è delirante sfilare per celebrare una strage

“Il divieto di manifestare non è mai una buona notizia. Dopo di che, è già successo in passato che si vietassero delle manifestazioni senza che poi quell’ordine fosse rispettato”. Così alla Stampa il filosofo Massimo Cacciari. “In questi casi – aggiunge – chi promuove i cortei decide se correre il rischio. Ma insisto sul contesto di politica nazionale sulla sicurezza, perché è di un timbro assolutamente autoritario e repressivo”.

“Non puoi fare una manifestazione per la Palestina e per i sacrosanti diritti del popolo palestinese nella data di una strage efferata da parte di Hamas in Israele – dice ancora – È delirante. Chi non comprende che la sciagura dei due popoli è di avere da una parte Netanyahu e da un’altra Hamas non ha capito niente. Lo Stato di Israele esiste e nessuno potrà cancellarlo se con un mutamento globale degli equilibri politici che può avvenire solo attraverso guerre mondiali. Questo i grandi intellettuali palestinesi lo sapevano e lo dicevano”. Israele però “deve decidere cosa vuol fare: continuare a vita a essere in guerra contro i suoi vicini? Anche se l’Iran fosse il male assoluto, qual è il modo di sconfiggerlo? Siamo all’irrazionalità totale e lo schema che si sta seguendo è quello della guerra infinita”. Israele, riconosce, ha il diritto di difendersi “ma così sta alimentando in tutto il mondo islamico un odio assoluto”.

Liliana Segre? I leader palestinesi dovrebbero invitarla

Come si può tollerare chi marcia in favore di Hamas, gli viene chiesto: “Devono esserci delle regole. Parlo in astratto. Se io dico ‘viva Hamas’, e se non si prova che ho connessioni con terroristi, o che sto preparando un attentato, mi arrestano? Se si è arrivati al punto in cui, in democrazia, puoi essere arrestato per le tue idee, non è più democrazia ma è fascismo”. I cartelli contro Liliana Segre sono “una forma di terrorismo contro se stessi. Se fossi un leader palestinese la inviterei alla mia manifestazione”

 

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di Carlo Marini - 4 Ottobre 2024