Corteo del 5 ottobre: i veri palestinesi si sfilano, in piazza restano i falsi rivoluzionari de noantri
Sul loro profilo Instagram i giovani palestinesi hanno postato le foto di un’affissione avvenuta nella notte per il corteo del 5 ottobre. Si tratta della conferma di andare avanti con la manifestazione, anche all’indomani dell’avvertimento del neo questore di Roma, Roberto Massucci, sul fatto che “esiste un divieto e va fatto rispettare”. Le foto però raccontano anche altro. In particolare a farlo è l’ultima della gallery, quella in cui i manifesti compaiono giusto sotto la targa toponomastica di via dei Volsci. Che è la strada simbolo dell’autonomia romana, storica roccaforte dei centri sociali più radicalizzati. Quello scatto è dunque una fotografia anche simbolica di quello che si è aggregato dietro al paravento della causa palestinese.
La Comunità palestinese di Roma e Lazio: “Non saremo al corteo del 5 ottobre”
Sui toni apologetici del 7 ottobre, sull’identificazione di quell’atto di terrorismo come atto di resistenza, sulle derive antisemite si è molto detto e scritto: su questo si basa il divieto del Viminale al corteo, dal quale ha preso le distanze anche la Comunità palestinese di Roma e del Lazio. “Non saremo in piazza questo sabato ma quello dopo, il 12 alle 15 in piazzale Ostiense, a Piramide. Insieme all’Api, associazione palestinesi in Italia e al movimento studenti palestinesi in Italia, chiediamo il cessate il fuoco, lo stop al genocidio e ai bombardamenti israeliani in Libano e la fine dell’occupazione israeliana in Palestina. Non saremo in piazza questo sabato, insieme a Udap e ai giovani palestinesi d’Italia, perché non è autorizzata”, ha spiegato il presidente Yousef Salman.
Un’adunata di centri sociali e realtà radicali
In compenso, come si legge sullo stesso profilo Instagram, ci saranno innumerevoli sigle del mondo antagonista e della sinistra più radicale, dal Collettivo CambiareRotta al Fronte comunista, dal Movimento No Tav, dal Partito dei Carc a Potere al popolo, dai Cobas all’Uds e Ultima generazione, fino a tutta una rete di sigle e siglette e realtà locali dei centri sociali in giro per l’Italia. Così, mentre i veri palestinesi hanno scelto di rispettare il divieto imposto dal Viminale, i finti rivoluzionari “de noantri” si troveranno in piazza per rivendicare l’eroismo dei massacri di Hamas e ribellarsi contro il governo cattivo che, sostengono, vuole fare “prove tecniche di stato di polizia” sulla pelle di questi pacifici manifestanti.