Da Elly Schlein ancora stucchevole melina su Fitto: “Valuteremo”. L’interesse nazionale non è pervenuto
I toni sono di chi vuole andare all’attacco, ma all’indomani del confronto in Aula sui temi del prossimo Consiglio europeo, affrontati da Giorgia Meloni nelle sue comunicazioni, Elly Schlein è costretta alla difensiva su tutta la linea. Confermando che la linea non c’è. Ci sono frammenti, segmenti sparsi che non trovano un punto di caduta, una messa a terra politica. Neanche su una questione, come quella di Raffaele Fitto vicepresidente esecutivo della Commissione, per cui esiste una rotta che dovrebbe essere facile da seguire: l’interesse nazionale. Meloni alla Camera aveva chiamato Schlein a fare chiarezza sulla posizione che il Pd assumerà a Bruxelles e i dem ad assumersi la responsabilità di far deporre le armi anti-italiane al gruppo dei Socialisti europei, dando in questo modo anche prova di peso politico: i dem sono la delegazione più consistente del Pse. La segretaria, però, continua a fare melina.
L’infinita melina di Schlein su Fitto: “Valuteremo”
“Siccome non può ancora abolire le opposizioni, vuole scriverne gli interventi”, ha commentato Schlein in un’intervista al Corriere della Sera, dribblando la domanda diretta di Maria Teresa Meli su cosa farà il Pd su Fitto. “Noi non siamo come loro, noi valuteremo attentamente le audizioni di tutti i candidati commissari, Fitto compreso, ma da lei non prendiamo lezioni, perché lei chiamò la piazza contro Gentiloni e il suo partito votò contro la Commissione europea”, ha risposto la segretaria dem, omettendo di ricordare che il centrodestra, benché all’opposizione della Commissione, votò a favore di Gentiloni, proprio nell’ottica dell’interesse nazionale che sempre deve avere la meglio sull’interesse di partito. Nella sua strategia di distrazione dal punto della questione Schlein, inoltre, ha provato a giocarsi le carte della recriminazione sul fatto che l’Italia non avrebbe raggiunto i risultati dichiarati sul Pnrr, del tentativo di sminuire la portata dell’incarico assegnato a Fitto e della tesi secondo cui la “vera partita per l’Italia” non sarebbe la vicepresidenza esecutiva, ma fare proseguire gli investimenti comuni europei. Uno sforzo che fa emergere nella sua pienezza lo stato di difficolta in cui si trova.
La segretaria dem in difficoltà: sull’immigrazione tira pure in ballo il caso Regeni
“Ci dica lei (Meloni, ndr) se farà pressione sui suoi alleati per far proseguire gli investimenti comuni, perché è il presupposto necessario per un piano industriale europeo che serve innanzitutto ad accompagnare la manifattura italiana nella transizione ecologica e digitale”, ha aggiunto Schlein, che sostanzialmente ha usato lo stesso metodo anche per tutti gli altri temi sul tavolo: migranti, Ong, Palestina, Israele e antisemitismo. Tra le altre si segnala in particolare la risposta sull’operazione Albania, che ha preso ufficialmente il via con il trasferimento dei primi migranti a bordo della nave militare Libra. “Se sulla nave di oggi ci sono degli egiziani, dobbiamo dedurre che per Meloni l’Egitto è un paese sicuro per tutti in tutto il suo territorio, come se non vi fosse stato torturato e ucciso Giulio Regeni e non fossero stati detenuti illegittimamente migliaia di egiziani?”, ha chiesto Schlein, che però accusa di alzare “il fumo della propaganda ideologica” il governo di Meloni.