De Benedetti, è sprofondo rosso: dal Domani alle start up israeliane ha tutte le aziende in perdita
Proprio l’anno in cui compie 90 anni è un “annus horribilis” per Carlo De Benedetti. Lo ha scoperto Franco Bechis su Open, facendo i conti in tasca a uno degli imprenditori più ricchi e potenti d’Italia. “Con il gruppo Romed che gli è rimasto ha fatto perdere non pochi soldi all’ingegnere che per decenni si era costruito la fama di mago della finanza. L’ingegnere sembra invece oggi una sorta di Re Mida al contrario – scrive il direttore di Open sotto lo pseudonimo Fosca Bincher – dove mette i soldi spesso ottenuti con precedenti investimenti finanziari, si aprono piccole o grandi voragini in cui lentamente vengono assorbiti”.
E i conti sono presto fatti: l’editoria (nel 2020 ha fondato il quotidiano Domani) e gli investimenti finanziari sono in perdita un po’ dappertutto: dall’editoria agli immobili; dalle tecnologie per curare i tumori alla realtà virtuale; dalla chirurgia dell’occhio alla cura dell’ipertensione.
Una sorta di contrappasso per l’ingegenere, che a proposito degli attuali azionisti della sua ex Repubblica aveva bocciato (a ragione) John Elkann, dicendo che è riuscito in quattro anni a distruggere il gruppo editoriale che il principe Carlo Caracciolo, suo prozio, aveva creato in 15», con il Domani non ha che perso quattrini. Tuttavia, il quotidiano diretto da Emiliano Fittipaldi nel 2023 registrate perdite, pur dimezzate, di 1,9 milioni. E anche alcuni soci pesanti, come il banchiere Massimo Segre (noto per il video in cui annuncia di essere stato cornificato da Cristina Seymandi) hanno lasciato la barca.
De Benedetti Re Mida al contrario
De Benedetti, tessera numero del Pd, primo tifoso della Schlein, registra il segno meno anche per la mini-holding di partecipazioni controllata dalla sua Romed. Si chiama «Per spa»: nel 2023 ha incassato zero e ha perso 198.344 euro. A fine 2023 De Benedetti ha sciolto anche la sua immobiliare «Umbria srls», per «sopravvenuta impossibilità di conseguire l’oggetto sociale».
Capitolo a parte gli investimenti effettuati con i proventi della Romed: quote di minoranza in sturt up di tecnologia medica in vari campi, soprattutto società israeliane specializzate. Anche in questo caso prevale il segno negativo. Qualche esempio? La BetaGlue Technologies, «azienda italiana che sta sviluppando una nuova piattaforma di radioterapia per il trattamento di tumori solidi non resecabili» è sotto di 4,12 milioni. Stesso segno per la «Twh Eye srl», che nel 2021 ha rilevato per 7,6 milioni una partecipazione di minoranza in BeyeOnics, gruppo israeliano operante nel segmento chirurgia ortopedica e neuro, e BeyeOnics Vision, nel segmento chirurgia oftalmologica. Nel 2023, infatti, zero ricavi e perdita operativa di 118.284 euro. Non va meglio l’altro investimento di Romed in una partecipazione in Twh Hypertension, che a sua volta ha una quota nella israeliana Sonivie Ltd, «operante nello sviluppo di dispositivi medici per il trattamento dell’ipertensione». Nell’ultimo anno 66.044 euro di perdite.
Come abbia reagito l’ingegnere a questi numeri, è facile intuirlo leggendo qual è la sua filosofia di vita. “Io penso che tutte le attività economiche debbano avere un fine di lucro, altrimenti sarebbero un po’ degli zombie”, ha dichiarato De Benedetti in occasione del lancio del Domani. “Questo perché da una parte ci sono dei costi reali, dall’altra ci devono essere dei ricavi altrettanto reali e non dei ricavi – diciamo così – di piacere. Tra l’altro da imprenditore non sarei neanche capace di trarre soddisfazione da un’iniziativa nata per perdere. Il conto economico è comunque l’obiettivo di ogni iniziativa imprenditoriale, che sia editoriale o no, ma è anche il mezzo per mantenere quell’indipendenza che è alla base della mia filosofia di editore, del mio approccio all’editoria”.