Beffa continua, della serie aggrediti e inquisiti: indagati una decina di poliziotti per gli scontri di Pisa al corteo Pro-Pal

23 Ott 2024 9:02 - di Lorenza Mariani
poliziotti indagati Pisa

Poliziotti sotto attacco, della serie: malmenati e pure inquisiti. Non bastavano le conclusioni del rapporto Ecri (organismo del Consiglio d’Europa) con le accuse rivolte alle forze dell’ordine italiane di razzismo. Ora ci si mette anche la Procura di Pisa che ha emesso una serie di avvisi di garanzia in relazione alle cariche della polizia al corteo studentesco pro-Pal del 23 febbraio scorso nella città della torre pendente. E sono dieci i poliziotti indagati.

Scontri al corteo Pro-Pal di Pisa, la Procura di Pisa apre un’indagine: 10 poliziotti indagati

Dunque, la Procura di Pisa apre un fascicolo sui disordini ai corteo Pro-Pal di febbraio: e sono una decina i poliziotti indagati a vario titolo, per i reati di eccesso colposo di legittima difesa e lesioni lievi colpose. Dopo la manifestazione, sempre una decina di poliziotti in servizio il giorno degli scontri si erano auto-identificati, informando la procura dell’accaduto. Tra gli indagati, si è appreso da fonti sindacali, ci sarebbero agenti del reparto mobile di Firenze e coloro che avevano responsabilità del servizio e dell’ordine pubblico lungo il percorso del corteo.

Notificati gli avvisi di garanzia, l’accusa: eccesso colposo di legittima difesa e lesioni lievi colpose

Dunque, sarebbero dieci i poliziotti indagati dalla Procura di Pisa per le cariche agli studenti durante un corteo Pro-Pal dello scorso febbraio, quando durante gli scontri si registrarono 15 feriti, tra cui 11 minorenni. E la notizia alimenta l’indignazione diffusa tra i sindacati di polizia e le alte sfere istituzionali, e non basta a fare da effetto placebo la notizia che tra gli indagati ci sarebbero anche dei giovani manifestanti.

In quella circostanza le cariche erano scattate per impedire al corteo di raggiungere la zona interdetta alla manifestazione, quando una parte del corteo composto da una cinquantina di studenti delle scuole superiori tentò di raggiungere la centrale Piazza dei Cavalieri e due poliziotti aggrediti dovettero ricorrere alle cure del pronto soccorso.

Per le indagini, fa sapere l’Adnkronos, la Procura di Pisa ha delegato lo Sco, il Servizio centrale operativo che sul territorio si avvale della squadra mobile, e la Digos. Intanto, come disposto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pisa, la Questura della città ha proceduto alla notifica delle informazioni di garanzia e dell’invito a rendere interrogatorio dinanzi al pubblico ministero nei confronti di dieci appartenenti alla Polizia di Stato. Dieci agenti coinvolti negli scontri registrati a Pisa durante la manifestazione dello scorso 23 febbraio.

Violenti scontri al corteo Pro-Pal di febbraio: l’auto-identificazione ad iniziativa degli stessi agenti

In particolare, spiega un comunicato del Viminale, l’attività di indagine è stata condotta dalla Polizia di Stato in piena collaborazione con la Procura della Repubblica. Sono stati identificati tutti gli operatori in servizio, grazie anche all’auto-identificazione ad iniziativa degli stessi agenti. Di essi, dieci risultano indagati per cooperazione colposa. Eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi. E lesioni personali. Nessuno degli indagati attualmente ricopre incarichi di natura operativa presso la Questura di Pisa.

Manifestazioni Pro-Pal, piazze incendiarie, situazioni sempre più tese, scontri sempre più duri

Eppure, tra le righe di atti e carte, non si può dimenticare di leggere numeri e episodi accertati: quest’anno – segnala Il Giornale per esempio – le manifestazioni Pro-Pal «sono state 2.538, con 150.388 operatori impegnati –. Con piazze incendiarie e situazioni sempre più tese. Tensioni e disordini sempre più difficili da gestire a causa di gruppi di infiltrati dei centri sociali più estremi. Come palesemente dimostrato nell’ultima occasione del corteo non autorizzato dello scorso 5 ottobre a Roma, dove il livello dello scontro ha alzato l’asticella, tradotto poi in un bollettino di guerra che ha registrato 30 agenti delle forze dell’ordine feriti da bottiglie di vetro. Bombe molotov. Lanci di pietre e oggetti pesanti.

Ce le ricordiamo tutti le immagini dei disordini al corteo del 5 ottobre a Roma…

Sono ancora vive nella memoria le immagini che i media hanno rilanciato di cartelli stradali lanciati contro le camionette. Delle sassaiole a profusione. Degli assalti ai cordini di polizia. La linea del Viminale, anche e soprattutto dopo i fatti di Pisa, è quella di contenere i disordini sempre senza l’uso della forza. Poi, l’ultimo episodio di pochi giorni fa, finito in tragedia con la morte a Verona di un 26enne originario del Mali, ucciso da un colpo sparato da un agente della polizia ferroviaria, ha spostato l’asse delle proporzioni. E messo sotto la lente di addetti ai lavori e opinione pubblica l’operato degli agenti. Una situazione incandescente esplosa in tutto il suo potenziale incendiario con le conclusioni del rapporto Ecri.

Le ultime aggressioni ai poliziotti solo poche ore fa: a Milano 8 agenti finiti in Pronto soccorso

Eppure, nei rapporti ufficiali e nelle recriminazioni della sinistra, non si fa menzione del fatto che poche ore fa altri otto poliziotti sono rimasti feriti cercando di sedare una maxi rissa nel centro di Milano bene, a Brera. Gli agenti feriti – fa sapere sempre Il Giornale – «sono stati portati in pronto soccorso con prognosi che variano dai 5 ai 12 giorni».

E che dire, solo per restare nel recinto degli ultimi accadimenti, degli altri tre agenti rimasti contusi lunedì negli scontri anti G7 e Pro-Palestina a Napoli? Disordini violenti, esplosi quando le forze dell’ordine sono state costrette a fare da barriera per proteggere la cosiddetta zona rossa dal tentativo dei partecipanti al corteo di raggiungerla…

Scontri di Pisa, Ceccardi (Lega): «Solidarietà a poliziotti indagati, sono stati aggrediti»

Casi e interrogativi su cui pende una sospensione di giudizio. Oltre alle recriminazioni, a cui, nel frattempo, risponde l’europarlamentare toscana della Lega Susanna Ceccardi, che dichiara: «Totale solidarietà agli agenti e ai dirigenti della polizia di Stato nei confronti dei quali si procederebbe per eccesso colposo di legittima difesa, in relazione ai fatti di Pisa. Sono convinta che stessero cercando, tra molte difficoltà, di tutelare la sicurezza pubblica. E che siano stati aggrediti. Tant’è che si parla appunto di legittima difesa».

E ancora. «Dobbiamo sostenere e difendere le forze dell’ordine che fanno da argine e isolano le frange estremiste in questo tipo di manifestazioni – aggiunge Ceccardi –. Io sto dalla parte dei poliziotti anche e soprattutto in questo momento di difficoltà. Li invito a continuare a svolgere il proprio lavoro in maniera serena. Confidando in una positiva risoluzione del procedimento giudiziario a loro carico».

L’intervento della premier Meloni

Infine, solo poche ore fa, come noto, la premier Meloni con un intervento postato sul web, ha commentato esaustivamente: «L’Ecri, organo del Consiglio d’Europa, accusa le forze di polizia italiane di razzismo? Le nostre Forze dell’Ordine sono composte da uomini e donne che, ogni giorno, lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini. Senza distinzioni. Meritano rispetto, non simili ingiurie». Non serve davvero aggiungere altro.

 

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