Disse “poveretta”, “nazista” e “mentecatta” alla Meloni: prosciolto Canfora. Ma grazie alla premier…

7 Ott 2024 19:27 - di Leo Malaspina

L’11 aprile del 2022, quando Meloni era parlamentare dell’opposizione e il presidente del Consiglio in carica era Mario Draghi, il grande intellettuale di sinistra, Luciano Canfora, invitato a parlare nel liceo scientifico ‘Enrico Fermi’ di Bari nell’ambito di un incontro sul conflitto russo-ucraino, definì Meloni “neonazista nell’anima”, “una poveretta”, “trattata come una mentecatta pericolosissima”. L’attuale premier non aveva gradito, ovviamente, procedendo in sede giudiziaria con una querela, poi approdata al rinvio a giudizio per Canfora.

La svolta era arrivata qualche giorno fa, quando Giorgia Meloni, per chiudere una vicenda sgradevole e iniziata prima che diventasse premier, ha preferito rimettere la querela, con un gesto di tolleranza per il quale, al momento, non ha ricevuto ringraziamenti.

Meloni rimette la querela, Canfora assolto

Oggi, comunque, il Tribunale di Bari (giudice monocratico Pasquale Santoro) ha emesso una sentenza di non luogo a procedere per il filologo Luciano Canfora, rinviato a giudizio lo scorso aprile per diffamazione aggravata nei confronti della premier Giorgia Meloni. La sentenza è arrivata oggi pomeriggio, dopo una breve udienza svoltasi in mattinata in cui il difensore di Canfora, l’avvocato Michele Laforgia, aveva comunicato l’accettazione – da parte del filologo – della remissione di querela fatta da Meloni lo scorso 30 settembre. Oltre a ritirare la querela, la presidente del Consiglio aveva anche revocato la costituzione di parte civile, nella quale aveva inizialmente chiesto un risarcimento da 20mila euro. Era stata sempre la Procura, questa mattina, a chiedere al tribunale di dichiarare il non luogo a procedere data l’accettazione della remissione di querela.

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