Dopo la sconfitta in Liguria volano gli stracci nel campo largo, Travaglio durissimo: “Orlando scialbo capetto del Pd”
Non è una novità che volino gli stracci nel campo largo, ma oggi, a due giorni dalla sconfitta in Liguria dell’ammucchiata tutt’altro che organica degli ami-nemici dell’opposizione Marco Travaglio – in una spietata analisi post voto – lascia intendere quanto quelle pezze malconce siano anche logorate irrimediabilmente. E il titolo del suo editoriale la dice lunga: “La somma non fa il totale”… Netto e lineare nel riassumere in una battuta la sua disamina il diretto del Fatto che poi però ribalta il piano delle responsabilità, addossando la colpa al Pd (come peraltro in queste ore stanno facendo gli stessi dem non strettamente schleineniani).
Campo largo, dopo la disfatta M5S in Liguria, l’editoriale di Travaglio tira le somme
«A noi – scrive Travaglio nell’incipit del suo editoriale – molto più banalmente, pare che le Regionali, con elezione diretta a turno unico, siano una sfida a due: l’hanno vinta Bucci e chi l’ha voluto (la Meloni) e appoggiato (FdI, Lega, FI, centristi totiani e soprattutto scajoliani); l’hanno persa Orlando e chi l’ha voluto (la Schlein) e appoggiato (Conte, Calenda e Avs). La maggioranza dei liguri che sono andati a votare (46% scarso) ha preferito di poco il sindaco di Genova, un civico moderato in politica da 7 anni, a uno scialbo capetto del Pd in politica da 35 anni e in Parlamento da 5 legislature».
Travaglio durissimo su sconfitta in Liguria: “Orlando scialbo capetto del Pd”
Quindi Travaglio esplicita la spiegazione della sconfitta giallo-rossa: «Il Pd ha sorpassato in retromarcia FdI rispetto alle Europee perché ha perso molti meno voti. Ma Orlando l’han votato solo gli elettori del Pd e i loro naturali alleati di Avs. I 5Stelle sono rimasti quasi tutti a casa. Chi dopo 15 anni non li ha ancora capiti scrive che Orlando ha perso per colpa di Conte. Invece è Conte che ha perso (anche) per colpa di Orlando: ha donato altro sangue per il candidato perfetto per il Pd, ma invotabile per i suoi».
Ma non basta dire, come pure fa il direttore nel suo editoriale di prima pagina, che il tutto si deve al fatto che gli elettori del M5S «sono esigenti e cagacazzi». Decisamente più plausibile e comprovato dai fatti – e dai famosi “stracci” di cui sopra – che i grillini «non si sentono alleati organici del Pd, né protagonisti di campi larghi purchessia contro le destre»…
«Sommare le mele, le patate e i cetrioli col senno di poi è ridicolo»
«Cioè se non sono Orlando», come scrive Travaglio, e di casi analoghi se ne potrebbero citare diversi altri, «sommare le mele, le patate e i cetrioli col senno di poi è ridicolo», tira le somme Travaglio. Che nel finale della sua cavalcata giornalistica, assesta la disarcionata conclusiva che dà una bella scrollata al Movimento tutto, dal leader alle truppe pentastellata ridotte al lumicino dalle sentenze delle urne e che procedono ormai in ordine sparso: «Conte ha un’indicazione netta dagli elettori ancor prima degli Stati generali: niente alleanze organiche o rapporti preferenziali col Pd. Fino alle Politiche, il M5S faccia opposizione e intanto si rifondi e si apra alla società cercando dei candidati credibili e i votanti perduti»…
Chiosando tra orgoglio ferito e spirito revanscista: «Così il Pd potrà finalmente liberarsi dei barbari grillini, fare coming out con l’amato Renzi e assumersi le proprie responsabilità senza il solito capro espiatorio. Poi, fra un paio d’anni, chi non muore si rivede».
La sconfitta della Liguria è la debàcle del campo largo
Del resto, se è vero il principio matematico evocato dal direttore del Fatto Quotidiano – la somma non fa il totale – è altresì innegabile che la matematica non è opinione: e i numeri parlano chiaro. Argomentano e commentano e svelano realtà inoppugnabili con una eloquenza che non consente repliche. Da quando il centrodestra ha vinto le elezioni politiche del 2022, negli undici appuntamenti elettorali regionali o di province autonome l’alleanza di governo Fdi-Lega-FI ha incontrato il consenso degli elettori in dieci casi, vincendo in Sicilia, Lazio, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Molise, provincia di Trento, Abruzzo, Basilicata, Piemonte, Liguria. Mentre soltanto in Sardegna il centrosinistra ha trovato la quadra di un’unione poi impossibile fin qui da replicare per i fautori del patto della birra naufragato in rivoli di voti, ovunque, altrove…