Dossieraggi, Nordio: “Un pericolo per la democrazia, per la cybersicurezza disposti 715 milioni”

30 Ott 2024 18:12 - di Alessandra Danieli

“Esprimo la mia più profonda preoccupazione per ciò che è accaduto e sta accadendo. È inaccettabile e inquietante, costituisce un serio e concreto pericolo per la nostra stessa democrazia“. Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durante un question time alla Camera sul contrasto all’accesso illegale alle banche dati e la violazione della riservatezza dopo il caso dossieraggi, oggetto dell’inchiesta milanese. “Le notevoli novità introdotte dalla legge 90 del 2024 – ha spiegato in Aula il Guardasigilli – conoscono ora un attento lavoro di applicazione delle prescrizioni, di affiancamento delle amministrazioni maggiormente interessate. Di sensibilizzazione alla necessità che tutti si dotino di dispositivi anti intrusione. E soprattutto i soggetti inseriti nel nuovo perimetro di sicurezza informatica”.

Dossieraggi, Nordio: l’Agenzia per la cybersicurezza ha disposto 715 milioni

Per questo – ha aggiunto Nordio –  l’Agenzia cybersicurezza nazionale sta promuovendo una serie di incontri sul territorio nazionale per “aumentare la consapevolezza del rischio nei dipendenti delle pubbliche amministrazioni. E adottare i dispositivi e le prassi di tutela”. Il Guardasigilli ha poi spiegato che per il potenziamento delle reti, dei servizi e dei sistemi cyber della pubblica amministrazione l’Agenzia ha disposto finanziamenti complessivi per oltre 715 milioni euro. “Tali risorse hanno riguardato gli esercizi finanziari 2022-2024. E interesseranno anche i successivi due esercizi 2025-2026, a valere sui fondi Pnrr per un totale di oltre 376 milioni e sui fondi della Strategia nazionale cyber per un totale di oltre 339 milioni”.

L’hackeraggio colpisce tutti i Paesi, perfino il Cremlino

Riflettori accesi anche sul fenomeno crescente dell’hackeraggio.  “Questo – ha detto il ministro della Giustizia – è un sistema che purtroppo ha colpito e sta colpendo il mondo intero. È stato intercettato il Cremlino. È stato hackerato praticamente tutto il sistema non dico europeo, ma di moltissimi Stati. Proprio perché la tecnologia avanza più velocemente di quanto non avanzi la normazione da parte degli Stati. Ed è un problema che noi cerchiamo adesso di risolvere. Su questo c’è la mia assicurazione più completa, sia a livello normativo, sia a livello tecnologico”.

Intercettazioni, la legge c’è ma va applicata

Capitolo a parte quello delle intercettazioni non rilevanti. Il codice di procedura penale – ha ricordato Nordio – prevede che “le intercettazioni vengano raccolte e trascritte dalla polizia giudiziaria. E poi esaminate nella forma della perizia. E quindi del contraddittorio tra le parti davanti al giudice delle indagini preliminari”. Una pratica, purtroppo, mai applicata. “Tanto che gli stessi brogliacci della polizia sono finiti sui giornali ancora prima di essere presentati alle parti, molto stesso ricchi di equivoci”. La ricetta sta dunque nell’attuazione della norma.  La legge è sufficiente ma va applicata con rigore.

Ciriani: il governo lavora da tempo sui ‘buchi’ della cybersicurezza

Anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani  nel corso del question time alla Camera, ha affrontato i buchi della cybersicurezza, esistenti già dal 2021. “Fin dall’avvio questo governo ha ritenuto prioritario il rafforzamento della tutela cyber delle istituzioni. La scarsa sicurezza delle reti informatiche era questione emersa già con evidenza prima della formazione dell’attuale esecutivo. Per la nostra competenza sottolineo il lavoro in atto di copertura della pianta organica dell’Agenzia per la sicurezza cibernetica (Acn). Cui si è presto affiancato il rafforzamento dell’intero ordinamento cyber, culminato con l’approvazione, nel giugno 2024, della legge numero 90“.

I punti cardine della riforma dell’ordinamento cyber

Nel corso del suo intervento l’esponente di FdI si è soffermato sui punti cardine della riforma. “Nel presupposto che ogni incidente informatico è un reato, sono state introdotte norme di raccordo tra l’attività investigativa e quella di ripristino dei sistemi e servizi digitali impattati”. Ciriani ha ricordato infine l’aumento delle sanzioni per i reati informatici più gravi, “soprattutto nei casi in cui ad essere impattati siano i sistemi strategici nazionali”. Intanto la capigruppo del Senato all’unanimità ha approvato la calendarizzazione in Aula della proposta di istituzione di una commissione monocamerale di inchiesta parlamentare sul dossieraggio ai danni di esponenti politici e cariche dello Stato.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *