Ecr, natalità e valori: al Congresso sulla Famiglia di Dubrovnik si traccia il futuro dell’Europa
Il Congresso sulla Famiglia a Dubrovnik, organizzato da Ecr party, si è concluso con una visione chiara per il futuro dell’Europa. Nell’incantevole città che riunisce passato e futuro, i delegati hanno discusso intensamente l’importanza della famiglia come pilastro centrale della società. L’evento ha visto la partecipazione di figure di spicco della politica europea, tutte concordi nel sottolineare come la riscoperta dei valori familiari sia fondamentale per affrontare le sfide contemporanee.
L’ultimo panel, moderato dal segretario generale di Ecr party e deputato di FdI, Antonio Giordano, ha riunito leader come Mateusz Morawiecki, ex primo ministro della Polonia, Eugenia Roccella, ministro per la Famiglia collegata da Roma, Antonella Sberna, vicepresidente del Parlamento europeo, il ministro della Demografia croato, Ivan Šipić, ma anche la presidente dell’Unione delle Famiglie Numerose di Lettonia, Elina Treija.
I lavori sono iniziati con un momento emozionante: alcuni bambini sono saliti sul palco, raccontando quanto queste giornate siano state «indimenticabili». I loro sorrisi hanno trasmesso un messaggio semplice e potente: la famiglia non è solo un concetto politico, ma una realtà da valorizzare.
Parole importanti che tracciano la via verso il futuro dell’Europa
Mateusz Morawiecki ha sottolineato l’urgenza di ridisegnare le politiche familiari in Europa. «Promuovendo la famiglia e la vita, possiamo costruire il futuro dell’Europa», ha dichiarato. Ha poi aggiunto un tocco personale, rivolgendo un pensiero alla figlia Magda, che proprio oggi compie 15 anni, ricordando che «lavoriamo per loro, per le future generazioni».
Da Roma, Eugenia Roccella ha ribadito la necessità di dare priorità alla natalità: «Abbiamo dato attenzione alla transizione verde, ma non a quella demografica. È tempo di cambiare». Il ministro ha insistito sul bisogno di premiare e sostenere i genitori nell’arduo compito che si trovano a svolgere, poiché il loro impegno è cruciale per l’intera società. Un appello, diretto e concreto, accolto con consenso unanime, segno che il tema demografico è una priorità per tutti.
Non solo politica, ma esperienze di vita sul palco
Antonio Giordano, oltre a fare gli onori di casa, ha portato un momento di leggerezza durante la discussione, ironizzando con la vicepresidente Sberna. «Lei è un genitore 1 o genitore 2?», ha chiesto con un sorriso il segretario generale di Ecr party. «Io sono una mamma», ha replicato l’eurodeputata di FdI. Un botta e risposta che ha strappato sorrisi, ma che ha aperto un discorso più profondo: Antonella Sberna ha raccontato come la sua esperienza personale di conciliare politica e vita familiare possa essere un esempio per molte donne. Accompagnata sul palco dalle sue tre figlie, ha affermato con orgoglio: «L’Europa deve capire che puntare sulla famiglia significa puntare sul futuro. Non è solo una questione privata, ma economica e sociale». Le sue parole hanno acceso il dibattito sulla necessità di politiche che valorizzino il ruolo delle famiglie nelle piccole comunità, affinché il sostegno alla natalità e alla coesione diventi parte integrante delle agende politiche ogni giorno.
Sfida tecnologica e famiglie
Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera, durante un panel che ha coinvolto anche rappresentanti di Google e Meta, ha affrontato il tema delle sfide digitali che le famiglie moderne devono affrontare. «La rivoluzione digitale ha fatto perdere all’essere umano i propri punti di riferimento», ha affermato con tono grave l’esponente di FdI. Rampelli, quindi, ha parlato della necessità di riscoprire l’esperienza umana e di mantenere un equilibrio tra l’uso delle nuove tecnologie e la tutela dei valori fondamentali. «Non è una sfida antimoderna, ma un appello per regolare e monitorare le piattaforme digitali – ha chiarito – affinché restino strumenti al servizio della centralità dell’essere umano». Una riflessione articolata che ha risuonato intensamente tra i presenti.
La sfida demografica e il ruolo dei giovani
Lavinia Mennuni, parlamentare italiana, nel suo intervento, ha portato all’attenzione il tema del disagio giovanile e dell’importanza di regolare i social media per proteggere i più piccoli. «È fondamentale creare normative a misura di bambino», ha affermato. Evidenziando poi, come il bilancio demografico, con 700mila pensionamenti e solo 300mila nascite l’anno, richieda interventi strutturali, con un focus su politiche fiscali e di supporto alla natalità. «Una nazione che non fa figli è una nazione che non cresce. E noi, vogliamo crescere», ha concluso con passione la senatrice di FdI, lasciando trasparire l’urgenza di una riforma concreta e mirata.
Un consenso europeo e un impegno trasversale
Il Congresso sulla Famiglia ha visto la partecipazione anche di altri esponenti politici che, nonostante le diverse sensibilità, hanno riconosciuto l’importanza di un consenso condiviso sulla famiglia. Forza Italia ha evidenziato come, pur con una visione più liberale, la famiglia resti il mattone fondamentale della società. «L’innovazione deve essere al servizio della semplificazione e della pianificazione familiare», ha spiegato Fabrizio Sala, deputato azzurro, illustrando come, durante il suo mandato da consigliere regionale in Lombardia, avesse sviluppato un’app per facilitare l’accesso ai bonus asili nido. «Con un semplice click, le famiglie potevano accedere a tutte le informazioni necessarie, risparmiando tempo e ottenendo un sostegno concreto in pochi passaggi». Un esempio tangibile di come l’uso intelligente della tecnologia possa servire le famiglie.
L’assessore leghista alla Famiglia della Regione Lazio, Simona Baldassarre, ha parlato di «inferno demografico», tuttavia c’è speranza: «Creare una famiglia non è una limitazione, ma un arricchimento». Ciò a evidenziare l’importanza di misure locali, come quelle adottate nel Centro Italia, per sostenere le madri in difficoltà e le imprese femminili.
Un Congresso di prospettiva
Mentre cala il sipario su queste giornate intense, rimane una certezza: la destra europea è coesa e determinata a riportare la famiglia al centro del dibattito politico, promuovendo un’agenda che guarda al futuro, con radici ben salde nei valori che gli europei hanno sempre incarnato. Dubrovnik, con le sue mura secolari che si affacciano su un presente in continua evoluzione, è stata la cornice ideale per un dibattito che segna l’inizio di un percorso ambizioso. Mentre le luci si affievoliscono e i delegati si avviano verso casa, resta la convinzione che qui si siano gettate le fondamenta per una nuova stagione politica in Europa.