FdI-Ecr richiama Orban su Ucraina e “nemici esterni” all’Ue. E dà una lezione di stile agli urlatori rossi

9 Ott 2024 15:52 - di Federica Parbuoni
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Un confronto franco, non esente da aspre critiche, sempre sul merito delle questioni. Chi si aspettava una destra italiana prona a Viktor Orban, dando credito a certe rappresentazioni offerte dalla sinistra, è rimasto deluso. O sbugiardato. Gli interventi degli europarlamentari di FdI-Ecr, infatti, valorizzando i punti di contatto, hanno sottolineato senza reticenze anche i punti di distanza, in alcuni casi molto marcata, dalle linee guida illustrate dal premier ungherese per la sua presidenza di turno del Consiglio Ue. “Abbiamo molti punti su cui siamo d’accordo nel programma della sua presidenza: non le nascondiamo quelli su cui non siamo d’accordo”, ha spiegato il capodelegazione di FdI, Carlo Fidanza, dopo che anche il co-presidente di Ecr Nicola Procaccini aveva chiarito che “da amico devo dirle anche ciò che non condividiamo nel suo progetto politico”. Prima di tutto una lezione di stile per una sinistra che, invece, ha reso le proprie contestazioni al presidente di turno del Consiglio Ue una sceneggiata, con tanto di Bella Ciao cantata al termine dell’intervento e diventata oggetto di una sonora bacchettata da parte della presidente del Parlamento, Roberta Metsola.

L’avvertimento di Procaccini sul “quartetto del caos”

“Abbiamo un avversario interno, che è il furore progressista che vuole cancellare dall’interno la cultura occidentale e, con essa, le ragioni del nostro stare insieme. Ma abbiamo anche un nemico esterno ben più pericoloso, di cui lei non sembra consapevole: l’alleanza tra Cina, Russia, Iran e Corea del Nord, il cosiddetto quartetto del caos, che è l’antitesi di qualunque patriota ungherese, europeo e occidentale”, ha sottolineato Procaccini, rivolgendosi a Orban e ricordando che questo quartetto è “l’antitesi” di quei valori europei, come “libertà, bellezza, giustizia e democrazia”, che “intendiamo difendere, come ci insegnarono i ragazzi di Buda del 1956”. Procaccini ha iniziato l’intervento notando i punti di convergenza tra l’Ecr e i Patrioti, come la convinzione che “la soluzione” all’inverno demografico, al “calo delle nascite” non è “l’immigrazione”, bensì una migliore “cura” della “cellula primaria” della società, “la famiglia”. E “anche noi – ha aggiunto – pensiamo che vada cambiata la transizione verde dell’Ue, di cui si vedono i limiti che avevamo preannunciato”, tra i quali “la crescente dipendenza industriale e politica da un regime insidioso come quello cinese”.

Fidanza: “Dobbiamo cercare una pace veramente giusta per l’Ucraina”

Dello stesso tenore l’intervento di Fidanza, il quale si è soffermato in particolare sulle posizioni sulla guerra russo-ucraina “su cui non siamo d’accordo”. Ma, ha chiarito l’eurodeputato, “non perché la riteniamo come qualcuno in quest’Aula un pericoloso agente al soldo di Putin, infatti basterebbe conoscere la sua storia personale per sapere che ciò non è possibile, ma perché, se ogni guerra si deve concludere con una pace, dobbiamo insieme ricercare una pace davvero giusta per l’Ucraina”. “Io ero qui nel 2011 – ha aggiunto Fidanza – e ricordo la sua prima presidenza storica allora, nel pieno della crisi finanziaria, quando avevate scelto come motto due parole semplici, ma non banali: ‘Strong Europe’. Sono trascorsi tredici anni e oggi senza dubbio l’Europa non è più forte, ma più debole. Ci auguriamo che questa ultima fase della presidenza ungherese possa portare davvero a concreti passi avanti verso un’Europa più forte, perché più pragmatica nel sostenere la propria economia, perché più determinata nel difendere i propri confini, perché più orgogliosa della propria identità e della propria storia”.

Anche su Orban la sinistra mostra la sua doppia morale

Oggi “abbiamo avuto lezioni di patriottismo e di valori cristiani dalla sinistra e abbiamo persino avuto lezioni di Stato di diritto da una collega imputata in Ungheria per gravissimi episodi di violenza”, ha concluso Fidanza, facendo riferimento, tra l’altro, all’intervento di Ilaria Salis e smascherando la doppia morale che la sinistra esprime anche in sede europea.

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