FdI ricorda le vittime del massacro di Hamas del 7 Ottobre: “Il più grande sterminio dopo la seconda guerra mondiale”

8 Ott 2024 16:27 - di Gabriele Caramelli

«Il 7 ottobre ha dimostrato cosa accadrebbe ai cittadini israeliani se non esistesse l’esercito, le sue forze di difesa, su quel territorio: se non ci fosse lo Stato di Israele con le forze armate, i cittadini israeliani verrebbero massacrati e stuprati. Ci sarebbe una pulizia etnica. Nonostante i fiumi di centinaia di miliardi spesi a Gaza dall’Occidente, anche dall’Italia, non sono riusciti a creare un minimo di clima di civiltà e umanità». Queste le parole di Edmondo Cirielli, Viceministro degli esteri per Fratelli d’Italia in occasione del convegno odierno nella Sala Koch del Senato, in ricordo delle vittime israeliane negli attacchi terroristici di Hamas il 7 ottobre. Lucio Malan, da cui parte l’iniziativa del congresso odierno, ha precisato: «Siamo a ricordare il più grande sterminio dopo la seconda guerra mondiale».

FdI ricorda con un convegno in Senato le vittime del massacro di Hamas del 7 Ottobre

Alla conferenza ha partecipato anche Jonathan Peled, ambasciatore designato di Israele in Italia: «Un anno fa Israele è stato brutalmente attaccato da un nemico assassino senza nessuna provocazione». E ancora: tra gli interventi quello del capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti, di Ella Mor, attivista israeliana, e anche quello del senatore Maurizio Gasparri, Presidente del Gruppo parlamentare Forza Italia-Senato. Presenti anche l’onorevole Paolo Formentini, Presidente Gruppo di Collaborazione Italia-Israele; il senatore Marco Scurria, presidente di Transatlantic Friends of Israel.

La testimonianza dell’attivista israeliana Ella Mor

Ella Mor, attivista israeliana e zia di uno dei bambini rapiti nel tragico attacco del 7 ottobre ha dichiarato: «In quel giorno sono nati tanti eroi», ci sono state «tante storie di eroismo che fanno vedere il lato bello dell’umanità», nonostante la tragedia. «I cittadini israeliani si sono aiutati l’uno l’altro per salvare le vite di persone che neanche conoscevano», ha poi raccontato, aggiungendo di voler restare accanto a tutte le famiglie che ancora non hanno potuto incontrare i propri parenti rapiti. Ella Mor è anche la zia di Avygail, una bambina israeliana rimasta orfana, dopo essere stata rapita da Hamas il 7  ottobre.

La testimone ha poi sottoposto all’attenzione della platea un altro argomento importante: «I terroristi lottano in nome di Dio e ciò rende tutto legittimo, ma non è così». Questa frase sembra rendere l’idea di quanto le matrici islamiche fondamentaliste siano presenti nel conflitto.

In ricordo delle vittime del 7 ottobre: l’intervento di Foti al convegno in Senato

Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera dei deputati ha ripreso il discorso della Mor: «Dopo le parole di Ella Mor potrei dire: “Cosa c’è da aggiungere?”». L’esponente FdI ha continuato quindi affrontando la questione: «Il problema non è solo lasciarsi trascinare dall’emozione comprensibile. Non è solo essere colpiti al cuore da uno dei peggiori atti e crimini contro l’umanità dalla fine della seconda guerra mondiale», ha sottolineato riprendendo le convinzioni di Malan. Sulla manifestazione Pro Palestina, invece, ha osservato: «È un tema falso e il fondamento di quella manifestazione è bruciare le bandiere di Israele per dire che lo si fa perché Israele è uno stato terrorista e quindi va eliminato».

Foti ha quindi specificato in conclusione: «Israele ha attuato una politica di difesa che potrà essere poi valutata, se eccessiva o meno. Ma possiamo sicuramente dire che lo stato aggredito è quello di Israele. Non è stato aggredito nel nome di un esercito, ma nel nome di popolazione inerme che ha dovuto subire atti di violenza inenarrabili».

Gasparri: «Hamas una setta, i palestinesi se ne liberino»

Durante il suo intervento, infine, Maurizio Gasparri ha rilevato: «C’è uno Stato democratico, quello di Israele; ma non c’è un altro Stato. C’è una setta, quella di Hamas, che come altre sette aggredisce Israele con la regia iraniana. Dovrebbe essere il popolo palestinese per primo a liberarsi da questa cappa di orrore, di terrorismo». Chiosando poi: «Ci auguriamo, insieme ad Israele, che prima o poi siano due gli Stati: oggi abbiamo due popoli e uno Stato». Ma la soluzione è “Due popoli, due Stati”, la formula che unisce da anni la maggioranza di governo su una soluzione diplomatica in Medio Oriente.

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