Germania kaputt: è recessione. Ma non doveva essere l’Italia della Meloni a spaventare i mercati?
Il bollettino nefasto è quotidiano: non c’è un indicatore economico che migliori. L’ultima pessima notizia per i sostenitori della “Germania paese serio, moderno e con i conti in ordine” è il crollo degli ordinativi industriali, che secondo le informazioni preliminari dell’Ufficio federale di statistica (Destatis) nel settore manifatturiero sono diminuiti del 5,8% mensile ad agosto. Un dato che si è scaricato immediatamente sulle Borse europee, insieme alla stime riviste al ribasso, per la Germania, in relazione al Pil e quindi alla crescita, che di fatto non c’è. Per il 2024 si stima che l’economia si contrarrà dello 0,2% invece di una leggera crescita dello 0,3%. Il ministro dell’Economia Robert Habeck presenterà le nuove previsioni mercoledì a Berlino. Una revisione che non sorprende, visto che i principali istituti di ricerca economica avevano già rivisto al ribasso le aspettative stimando per quest’anno un calo dello 0,1%. Motivo principale è l’incertezza: i tassi d’interesse persistentemente elevati frenano gli investimenti, le imprese sono caute a causa della volatilità della situazione economica e geopolitica e le famiglie risparmiano sempre più piuttosto che investire in immobili residenziali o spendere.
Germania, economia a picco
I mercati, intanto, ne risentono. Francoforte a metà giornata cede lo 0,2%, male anche Piazza Affari che poi recupera nel finale, stabile Parigi dopo giorni di crescita. Il vento “freddo” sull’economia tedesca non fa bene all’Europa, ma è anche la conferma che il problema non era e non è mai stata l’Italia, come fa notare il ministro dei Rapporti del Parlamento, Luca Ciriani. ”L’Italia dal punto di vista politico è il Paese più saldo d’Europa e questo trovo sia un buon segno. I numeri dell’Italia, fortunatamente, sono migliori di tante Nazioni importanti nel panorama europeo. Noi cresciamo, per esempio, rispetto alla Germania”. E i mercati lo sanno, finalmente.