Giorgetti: “La manovra richiederà sacrifici per le grande imprese. Nessuna tassa sui singoli”

3 Ott 2024 19:48 - di Alessandra Danieli

“Non esistono contributi volontari delle aziende, quello che esiste è la stella polare che è l’articolo 53 della Costituzione, secondo cui ciascuno è chiamato a contribuire in base alla propria capacità. Stiamo per approvare una legge di bilancio che chiederà sacrifici a tutti”.  Così il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in un’intervista per il forum Future of Finance: Italy Economic Outlook 2024 organizzato da Bloomberg. Sacrifici richiesti a tutti ma soprattutto alle grandi imprese.

Giorgetti: la manovra richiederà sacrifici, soprattutto alle grandi imprese

Se è vero che tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva – ha spiegato il titolare dell’Economia – “si chiederà uno sforzo alle imprese più grandi che operano in determinati settori in cui l’utile ha beneficiato in qualche modo di condizioni favorevoli esterne affinché contribuiscano con modalità sulle quali è in corso un confronto”. Non è allo studio, chiariscono fonti del Ministero, “nessuna nuova tassazione per gli individui mentre le aziende più piccole sono già interessate al Concordato biennale preventivo. Altre eventuali interpretazioni delle parole del ministro Giorgetti sono da considerarsi forzature”.

Non è corretto parlare di extraprofitti, ma di tassare chi li ha fatti

“Non è corretto parlare di extraprofitti”, ma di “andare a tassare i profitti a chi li ha fatti: è uno sforzo che tutto il sistema paese deve fare” ha aggiunto Giorgetti che ha sottolineato il forte impegno “in un percorso particolarmente esigente di rientro. Rientreremo sotto il 3%” in termini deficit nel 2026, mentre altri come la Francia lo faranno nel 2029. “Non soltanto rispettiamo gli obiettivi che ci siamo dati, ma addirittura facciamo meglio. Ritengo che la credibilità sia fondamentale. Questo governo deve dare un messaggio di credibilità e quello che promettiamo lo facciamo”. I dati di finanza pubblica, ha precisato Giorgetti, “per quest’anno andranno meglio di come abbiamo comunicato ai mercati e alla Commissione”, visto che l’obiettivo di deficit del 4,4% “sembrava irrealistico e ora è stato aggiornato al 3,8%, quasi un unicum nel contesto europeo”.

“Siamo impegnati in un percorso virtuoso di rientro”

“Continuiamo a ritenere che l’obiettivo dell’1% di crescita del Pil quest’anno sia realistico – aggiunge il titolare dell’Economia – e se non sarà l’1% sarà un dato molto molto prossimo a quel risultato”. Giorgetti ha spiegato che  la previsione risale a “quando non c’era consenso su questo perché i nostri modelli econometrici, che si sono dimostrati affidabili, dimostravano questa possibilità. Oggi l’andamento conferma queste aspettative anche se è chiaro – ha aggiunto – che la situazione internazionale in qualche modo condizionerà l’economia mondiale e del nostro Paese”. In questo contesto “la manifattura, l’industria non va bene ma è più che compensata dai servizi. E al momento l’Italia fa meglio di altri in Europa”. A scanso di equivoci, letture a senso unico e titoloni a effetto,  il sottosegretario al Mef Federico Freni, interpellato in Transatlantico, ha invitato a sentire “esattamente le parole del ministro Giorgetti: non c’è allo studio nessun aumento delle tasse per nessuno. Le nuove tasse – ha aggiunto – non fanno parte del Dna di questo governo, lo abbiamo detto due anni fa e lo ribadiamo, evitiamo boutade”.

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