Gli attivisti pro Pal sfidano i divieti: il 5 ottobre tutti in piazza lo stesso. E l’Udap ricorre al Tar

1 Ott 2024 17:39 - di Sara De Vico

Le provocazioni anti-israeliane crescono e Roma si prepara a un sabato di fuoco. I promotori della manifestazione pro Palestina prevista il 5 ottobre e vietata dalla Questura della Capitale sono pronti alla ‘disobbedienza’ e ad andare in piazza lo stesso. Da giorni la questura ha negato l’autorizzazione, ma sui social e in Rete si moltiplicano gli appelli a partecipare comunque e a mobilitarsi per “un grande evento di protesta”. Ci sono già luogo (zona Piramide, un paio di chilometri dal ghetto ebraico) e orario. “Scendere in piazza il 5 ottobre è un atto minimo di disobbedienza” scrivono gli organizzatori.

I pro Pal sfidano i divieti: il 5 ottobre saremo in piazza

La decisione, illustrata anche dal Viminale in più occasioni, di vietare gli eventi organizzati nella Capitale a due giorni dal primo anniversario dell’attacco di Hamas contro Israele è stata notificata ai gruppi filo-palestinesi promotori dei cortei per “ragioni di ordine pubblico”. Una scelta arrivata anche dopo le riflessioni del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Le forze dell’ordine hanno inoltre valutato un rischio di infiltrazione di frange antisemite e radicali. Molto più di un sospetto alla luce di alcuni slogan del corteo (promosso dalle sigle Giovani palestinesi d’Italia, Associazione dei palestinesi in Italia, Unione democratica arabo palestinese, Comunità palestinese d’Italia). Tra tutti spicca: “Il 7 ottobre è la data di una rivoluzione”.

La procura ha vietato per ragioni di ordine pubblico

Andata a segno, dunque, la denuncia della Comunità ebraica che ha sottolineato il rischio che queste manifestazioni potessero sfociare in  “un’esaltazione della strage di israeliani”. Le parole del ministro dell’Interno sono state chiare: normalmente evitiamo di non autorizzare le manifestazioni, ma non si può tollerare l’inno all’eccidio.

L’Udap ricorre al Tar contro il divieto dei cortei

L’Unione democratica arabo-palestinese (Udap), però, no si dà per vinta e ricorrerà al Tar contro la decisione della Questura di Roma di vietare ogni manifestazione prevista il 5 ottobre. Il ricorso, che potrebbe essere depositato domani, si fonda sul presupposto che “la prescrizione da parte della questura di Roma – si legge in un comunicato già anticipato sui social dai giovani palestinesi – è un divieto politico. Dietro alla questione dell’ordine pubblico si cela invece la volontà politica di censurare la nostra mobilitazione in un clima di repressione politico mai visto prima. Dopo il divieto del 27 gennaio e le ripetute violenze da parte delle forze dell’ordine durante le manifestazioni in solidarietà al popolo palestinese, questo divieto ribadisce la posizione del governo italiano a un anno dall’inizio del genocidio. Non un passo indietro”.

 

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