Il Consiglio d’Europa attacca l’Italia: “Polizia razzista”. Sdegno di Meloni. Interviene Mattarella

22 Ott 2024 18:40 - di Sveva Ferri
polizia razzista

Omofobi, xenofobi e razzisti. A leggere l’ennesimo report europeo sull’Italia pare proprio che questo sia un Paese da cui è meglio fuggire, con buona pace di quanti a sinistra sembrano ritenerlo l’unico posto sicuro al mondo. Stavolta a disegnare a tinte fosche ciò che avviene sul nostro territorio nazionale è l’Ecri, la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa, un’organizzazione internazionale con sede a Strasburgo, ma che non appartiene alle istituzioni Ue. L’Ecri, oltre a mettere sotto accusa il dibattito pubblico italiano, “sempre più xenofobo”, e alcuni politici, in particolare della Lega, ha accusato anche il complesso delle nostre forze di polizia di essere razzista. Colpevoli, sostiene l’organizzazione, di fare “racial profiling”, “profilazione razziale”, vale a dire controlli e fermi basati sull’origine etnica. Un passaggio che ha suscitato uno sdegno diffuso nel governo e nel centrodestra e che ha visto anche un intervento del Capo dello Stato, Sergio Mattarella.

Mattarella chiama il capo della Polizia. Meloni: “Le forze dell’ordine meritano rispetto”

Il Quirinale ha fatto sapere che il presidente della Repubblica ha telefonato al capo della Polizia, prefetto Vittorio Pisani, per esprimergli lo stupore per le affermazioni contenute nel rapporto e ribadire stima e vicinanza alle forze di Polizia. Sulla vicenda sono intervenuti con fermezza anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, e il presidente della Camera, Lorenzo Fontana. Non appena sono stati pubblicati i contenuti del report, il premier Giorgia Meloni ha avvertito sui social che “le nostre forze dell’ordine sono composte da uomini e donne che, ogni giorno, lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzioni. Meritano rispetto, non simili ingiurie”. ”È inaccettabile che un’organizzazione internazionale, di cui non tutti hanno ancora ben compreso il ruolo, insulti donne e uomini che con dedizione ogni giorno mettono a rischio la loro vita per garantire la sicurezza dei cittadini”, ha scritto sui social il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Per il vicepremier Matteo Salvini “sentirsi dire che forze dell’ordine sono razziste ti girano le scatole, siamo sempre con le divise, se a questi signori piacciono i rom e clandestini se li portino a Strasburgo”.

Il rapporto dell’Ecri che mette la polizia sul banco degli imputati

L’Ecri, che sul proprio sito dichiara come missione quella di “promuovere la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto in Europa e non solo”, per il suo rapporto si è avvalsa di fonti disparate: alcune istituzionali, come i ministeri o la Commissione europea, ma anche altre associative, come Arcigay, l’International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association o la Ong immigrazionista Human Rights Watch. Si tratta di uno schema già visto in cui a determinare certe letture di organismi internazionali sono gli stessi che le propagandano in Italia e che magari poi portano quei report a testimonianza di quanto le loro parole fossero veritiere. Sostanzialmente una echo chamber bollinata con nomi altisonanti.

Il rapporto riferisce che la delegazione dell’Ecri è venuta a conoscenza di “molte testimonianze sulla profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine, in particolare verso la comunità Rom e le persone di origine africana”. Il problema sarebbero i “frequenti fermi e controlli basati sull’origine etnica” e il fatto che “le autorità non raccolgono dati adeguatamente disaggregati sulle attività di fermo e di controllo della polizia, né sembrano essere consapevoli dell’entità del problema, e non considerano la profilazione razziale come una forma di potenziale razzismo istituzionale”. Questo, sostiene l’Ecri, “ha effetti notevolmente negativi”, perché genera un senso di “umiliazione ed ingiustizia” per i gruppi coinvolti, provocando “stigmatizzazione e alienazione”. Tra le altre accuse all’Italia, cui vengono invece riconosciuti progressi sul fronte della lotta al bullismo, ci sono le presunte discriminazioni nei confronti della comunità Lgbti e dei cittadini stranieri.

Il Coisp: “Non accettiamo lezioni di morale da non conosce il nostro lavoro”

“Non accettiamo lezioni di morale da chi non conosce la realtà operativa e non ha alcuna competenza per giudicare il nostro lavoro, perché la verità è che le nostre attività di controllo e sorveglianza sono basate esclusivamente su criteri di legalità e necessità operativa, e sono dirette a contrastare mafie, criminalità organizzata e terrorismo”, ha commentato Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp. “Se qualcuno pretende che si debbano chiudere gli occhi davanti a queste minacce e smettere di raccogliere informazioni vitali per la sicurezza del nostro Paese, abbia almeno il coraggio di dirlo chiaramente. Questa campagna denigratoria – ha avvertito – non è solo falsa ma è soprattutto pericolosa, perché indebolisce il morale delle forze dell’ordine e mina la fiducia dei cittadini verso chi è impegnato a proteggerli”.

Il centrodestra dalla parte degli agenti

“Rimaniamo allibiti dalle accuse di razzismo rivolte alle nostre forze di polizia dall’Ecri, l’organo anti-razzismo e intolleranza del Consiglio d’Europa”, dichiarano i componenti della delegazione italiana al Consiglio d’Europa di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Udc-Maie, che aggiungono: “Non si capisce come la basilare attività di controllo dell’ordine pubblico – svolta regolarmente verso tutte le persone, non solo straniere – venga spacciata provocatoriamente come profilazione razziale”. “È un dato di fatto che determinate organizzazioni criminali hanno radici in luoghi di provenienza ben precisi. Vale per quelle italiane come per quelle straniere e questo non significa fare alcuna violazione di diritti né operazioni basate su pregiudizi, bensì analizzare fenomeni per quello che sono, per combattere i quali i nostri agenti impegnano tutte le loro energie. Per questo alle forze dell’ordine va la nostra riconoscenza e il nostro plauso”, ha commentato la vicecapogruppo di FdI alla Camera dei deputati, Augusta Montaruli. “Le accuse mosse dall’Ecri all’Italia in merito a presunte pratiche di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine sono una follia ingiustificata”, ha sottolineato poi il capodelegazione di Forza Italia al Parlamento Europeo, Fulvio Martusciello.

La sinistra ha perso un’occasione per tacere

Pochissime le voci che si sono fatte sentire a sinistra, dimostrando per altro di aver perso una buona occasione per tacere. Prima che il segnale di Mattarella chiarisse una volta per tutte che la relazione dell’Ecri si configurava come un inaccettabile attacco alla dignità delle forze dell’ordine e del nostro Paese nel suo complesso, tanto l’europarlamentare Piero Fassino quanto il senatore Francesco Verducci, entrambi dem, si erano affannati, rispettivamente, a negare che il rapporto contenesse accuse alle Forze dell’ordine e a chiedere al governo di non ignorarne le raccomandazioni.

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