Il libro. “Gli italiani e i rischi naturali”: da Musumeci un manifesto contro il fatalismo. «La Protezione civile è prevenzione»

17 Ott 2024 15:18 - di Annamaria Gravino
libro musumeci

È un manifesto “contro il fatalismo” il libro-intervista del ministro per la Protezione civile e le politiche del Mare, Nello Musumeci, Gli italiani e i rischi naturali -Perché la prevenzione ci può salvare (Rubbettino), presentato oggi presso la Sala Zuccari del Senato, alla presenza, tra gli altri del presidente, Ignazio La Russa. Scritto insieme al giornalista Giuseppe Caporale, che ha partecipato alla presentazione, moderata dalla collega del Sole24ore Manuela Perrone, il volume “nasce dall’esigenza di dire – ha spiegato il ministro – che la Protezione civile, nella sua complessità, non è intervento nell’emergenza, ma soprattutto prevenzione”, che invece è stata ”trascurata” per troppo tempo.

La Russa: “La nostra Protezione civile è presa ad esempio nel mondo”

Nel suo saluto La Russa ha presentato una panoramica del libro, che “ci spiega e ci racconta come nasce la Protezione civile, durante il grande terremoto di Reggio e Messina, poi durante il Ventennio, soprattutto per contrastare i bombardamenti verso la fine della guerra, insieme all’Unpa, la protezione antiaerea”. “In epoca più recente vengono delineati i compiti gravosi della protezione civile, che non sono solo preventivi ma anche di ricostruzione”, ha poi ricordato la seconda carica dello Stato, sostenendo che “oggi la protezione civile è tra le migliori al mondo, presa ad esempio”.

Ma “nel libro – ha chiarito il presidente del Senato – si segnala pure il rischio dell’assuefazione di fronte al pericolo. La Protezione civile lancia allarmi, cerca di prevenire, perché c’è bisogno sempre che collaborino istituzioni e popolazioni. Ancora non c’è questa piena comprensione del rischio, e della necessità di adeguarsi agli alert che arrivano”. Poi La Russa ha voluto sottolineare “la perdurante e antica amicizia con Nello, un uomo di azione, di cultura, ma soprattutto delle istituzioni, che arrivando qui ho chiamato ‘Nedduzzo’, come lo chiamava mio padre, a cui lui ha sempre dimostrato grande affetto. Mio padre era senatore della Repubblica e dirigente dello stesso partito di Nello, per me l’amicizia con Nello è non solo motivo di vanto, ma di mera continuità di una storia comune”.

Musumeci: “Il cambiamento climatico non è di destra o di sinistra, è un problema con cui fare i conti”

Di quella storia fa parte anche il profondo ambientalismo che ha sempre caratterizzato la destra e che Musumeci ha richiamato nel suo intervento, respingendo al mittente le accuse di “negazionismo” che spesso vengono mosse a questa tradizione politica, in merito in particolare al cambiamento climatico. Nessuno nega che esista, il problema – ha avvertito il ministro – è “non farlo diventare un alibi”. “Il cambiamento climatico non è né di destra né di sinistra, è un problema con cui dobbiamo fare i conti. Ci vorrà lo sforzo di tutte le forze politiche per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, che abbiamo imparato a conoscere”, ha avvertito Musumeci, ricordando che questo fenomeno si combina con la fragilità del nostro territorio e che in nessun luogo d’Italia “esiste un rischio zero”.

Il ministro chiama la “campagna della verità”

Bisogna dunque partire da questa consapevolezza, da una “campagna della verità”, ha detto il ministro, per programmare interventi efficaci di prevenzione, che necessariamente partono dal guardare in faccia i problemi, che siano il rischio sismico o quello idrogeologico, e dal coinvolgere le comunità in tutte quelle misure che insieme fanno la prevenzione. Si tratta di un lavoro non solo operativo, ma anche culturale, come dimostra il caso delle esercitazioni ai Campi Flegrei. Andate pressoché deserte al primo tentativo – parteciparono solo nove persone – sabato scorso hanno visto la partecipazione di oltre 1500 cittadini, facendo ben sperare per un effetto moltiplicatore che da qui alle prossime prove di evacuazione contagi tutta la comunità. Lo stesso libro di Musumeci punta in questa direzione: “Si legge a più livelli, è un racconto che si rivolge agli addetti ai lavori come ai cittadini”, ha spiegato Caporale. Il libro, sono state poi le parole di La Russa, “si legge come un articolo di giornale”.

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