“In sinagoga no e in piazza sì? Sei ambigua”: i dem contro la Schlein. Il campo di Agramante del Pd

11 Ott 2024 14:38 - di Adriana De Conto
Schlein Pd

Se non ci fosse stato l’attacco di Israele a Unifil sarebbe finita con  un redde rationem nel Pd. Nella riunione dei gruppi sono volati coltelli. Sono emersi tutti i dubbi e l’insofferenza verso Elly Schlein. Molti big tra i dem non tollerano l’ambiguità della segretaria Schleine su Israele e Palestina. I più non hanno gradito la sua assenza nel Tempio maggiore di Roma il 7 ottobre. «Netanyahu ci ha dato una bella mano», è la battuta  che più di un esponente dem ripete off record. L’assemblea dei gruppi Pd lamenta la linea ondivaga in politica estera. Ma gli attacchi alle basi Unifil hanno messo la sordina alla potenziale rissa. Non può mancare l’aggiornamento quotidiano delle fratture nel Pd e nel campo che più “sfinito” non si può.

Rissa sfiorata alla riunione dei Gruppo Pd. Schlein sotto accusa: ambigua

La spaccatura al Parlamento europeo sull’uso delle armi in Ucraina, l’assenza pesante di Elly Schlein alla commemorazione del 7 ottobre fanno esplodere Fassino: «La sinistra mostra spesso una lettura manichea della crisi in Medio Oriente», dice Piero Fassino al Giornale. Lui in Sinagoga c’era). I più nel partito sono imbarazzati dalle parole usate dal partito sulla manifestazione «pacifista» del 7 ottobre a Roma; altri sono ugualmente imbarazzati dall’adesione a quella del 26 ottobre, promossa da Cgil e Rete Pace e Disarmo. Con parole d’ordine imbarazzanti.  C’è chi è più ambiguo della leader, come Graziano del Rio, che dice che “bisogna esserci, ma su contenuti nostri”:, visto che sposare i contenuti anti- Isralele darebbe un duro colpo alla credibilità del partito.

Nel Pd qualcuno invoca “la via creativa” alla pace. E Conte minaccia

Elly Schlein rivela le solite ambiguità: andare, non andare? Mi si nota di più se…. Allora più d’uno la contesta: in Sinagoga no, in piazza sì? Non è chiara la segretaria del Pd che di una cosa è certa: non vuole lasciare la piazza a Giuseppe Conte, Fratoianni e Landini. Tanto più dopo che il leader grillino intervistato a destra e a manca va dicendo che il M5S più Avs “valgono quanto il Pd”. Campo sfinito, sfinitissimo. Ci mancano solo i “fantasiosi”, come  il vicepresidente del gruppo Pd Paolo Ciani che afferma: “Dobbiamo inventare vie creative per la pace”. Cosa vorrà dire?

Pd, Boldrini difende Schlein, Fassino l’aggredisce

Nella riunione c’è una Laura Boldrini scatenata contro Netanyahu: “L’obiettivo di Israele è smantellare l’Onu, dopo aver attaccato ospedali e scuole a Gaza». Ma Fassino l’aggredisce: “Ma le risoluzioni Onu andrebbero rispettate tutte: compresa quella che imponeva a Hezbollah di ritirarsi dal sud Libano e smettere di bombardare Israele. O no?”. E poi la incalza: “Come si fa a prendere per buona la propaganda di Hamas sugli ospedali? Solo noi possiamo berci che non fossero anche postazioni militari”. Walter Verini sta nel mezzo: “La critica a Netanyahu è sacrosanta; ma non abbiamo niente da spartire con certe piazze in cui risuonano slogan antisemiti. Dobbiamo metterci nella testa e nel cuore degli ebrei di Tel Aviv come di Roma: il 7 ottobre è un replay della Shoah”, tuona.

La baruffa tra Sala e Manfredi per la guida dell’Anci

Filippo Sensi e Enzo Amendola rammentano che “anche in Sudan ci sono massacri spaventosi”, e certo non c’entra Netanyahu. A rendere ancora più litigioso il Campo di Agramante sono le “baruffe Chiozzotte”  per la guida dell’Anci tra il sindaco di Milano Beppe Sala e il sindaco di Napoli Manfredi: ognuno la vuole per sé. Una ciliegina sulla torta. Tutti contro tutti in un gran disordine discorde e litigioso.

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