La giornata della salute mentale è un’occasione per riflettere sui danni di alcol e droga sui giovani

9 Ott 2024 14:35 - di Alfredo Antoniozzi *

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Domani, 10 ottobre, è la giornata della salute mentale. Un appuntamento importante rispetto al quale è opportuno fare alcune premesse.
La prima è che il ministro Schillaci sta lavorando bene e certamente aumenterà gli investimenti nel settore pubblico.
Il tavolo costituito al ministero presenta personalità di grande rilievo come Alberto Siracusano e Giuseppe Nicolò, quest’ultimo curatore del nuovo Dsm. La seconda è che tra i giovani il consumo di sostanze stupefacenti e di alcol è impressionante.
Almeno il 35% dei minorenni fa uso di sostanze, non solo la cannabis, e anche uso smoderato di alcol.
Una percentuale che cresce con il passare degli anni. Bisogna fare in modo che i centri educativi, dalla Scuola alla famiglia, facciano prevenzione. Le droghe oggi utilizzate spaziano dalla cocaina alle droghe sintetiche, hanno un costo accessibile e purtroppo sono ampiamente disponibili. La risposta non può essere la liberalizzazione ma una forte educazione preventiva.
Che illustri ai ragazzi la pericolosità delle droghe.
Oggi c’è un fiorire di disturbi di personalità e le sostanze stupefacenti non fanno altro che contribuire ad esasperarli.
Per questo confido che Schillaci e Gemmato sapranno potenziare gli interventi e per questo mi auguro che la Scuola reciti un ruolo di primo piano nella sensibilizzazione contro l’uso delle sostanze.
Il mondo scolastico ha la responsabilità di dover indirizzare i giovani con una pedagogia che non sia solo quella dell’apprendimento ma anche di una visione della realtà basata sul rispetto di sé stessi e degli altri.
I risvolti dell’uso di sostanze si vedono anche negli incidenti stradali e in comportamenti alterati.
Dare ai ragazzi la possibilità di avere una prospettiva diversa significa anche e soprattutto potenziare la rete degli interventi sociali.
Droga e alcol sono una miscela esplosiva. E la pure giusta repressione non è sufficiente se non nasce dal basso una cultura della vita che coinvolga tutti gli attori interessati. Senza distinzioni politiche e sociali.

* Vice presidente del gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera

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