La minaccia dell’Iran: “Se Israele reagisce, ridurremo Tel Aviv in cenere”. Netanyahu non arretra

2 Ott 2024 9:40 - di Federica Parbuoni
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Dopo l’imponente attacco di ieri, l’Iran ha rimandato la responsabilità di ciò che accadrà su Israele, chiamando in causa anche gli alleati. “La nostra azione è conclusa a meno che il regime israeliano non decida ulteriori ritorsioni. In quello scenario, la nostra risposta sarà più forte e più potente”, ha scritto in un post su X il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi. Parole arrivate più o meno mentre Benjamin Netanyahu, nel corso del gabinetto di sicurezza convocato nella tarda serata di ieri, affermava che “rispetteremo la regola che abbiamo fissato: chiunque ci attacchi, noi attaccheremo lui”. “L’Iran – ha aggiunto il premier israeliano – ha commesso un grosso errore e pagherà per questo”.

La minaccia dell’Iran a Israele e alleati: “Se reagisce, ridurremo Tel Aviv in cenere”

“I sostenitori di Israele hanno ora la responsabilità accresciuta di tenere a freno i guerrafondai di Tel Aviv invece di lasciarsi coinvolgere nella loro follia”, ha aggiunto Abbas Araghchi, sostenendo che Teheran ha “esercitato un’estrema moderazione per quasi due mesi, per dare spazio a un cessate il fuoco a Gaza” e parlando dell’attacco come di “un’azione di autodifesa ai sensi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite”, con la quale sono stati presi di mira “esclusivamente i siti militari e di sicurezza responsabili del genocidio a Gaza e Libano”. La minaccia iraniana è stata ribadita anche dal ministro della Difesa, General Aziz Nasirzadeh, che ha definito l’attacco di ieri “solo una prima ondata”. Secondo il Pentagono i missili balistici lanciati sono stati “circa il doppio” di quelli lanciati nell’attacco dello scorso aprile. L’Idf li ha quantificati in circa 200.

“Non abbiamo ancora dispiegato la maggior parte delle nostre capacità missilistiche avanzate”, ha aggiunto. L’ex comandante della Forza Qods Ahmad Vahidi, ha sostenuto poi che “se il regime israeliano commette un errore, potremmo cambiare idea e ridurre Tel Aviv in cenere in una notte”.  Minacce agli alleati di Israele sono state poi avanzate esplicitamente in una nota delle Forze armate iraniane: “In caso di intervento diretto da parte dei Paesi che sostengono il regime, anche i loro centri e interessi nella regione affronteranno un potente attacco da parte delle Forze armate della Repubblica Islamica dell’Iran”.

Netanyahu: “Il regime non capisce la nostra determinazione, ma la capirà”

“Il regime iraniano non capisce la nostra determinazione a difenderci e la nostra determinazione a rispondere ai nostri nemici. Sinwar e Deif (leader di Hamas, ndr) non l’hanno capito, Nasrallah e Shukr non l’hanno capito, e probabilmente c’è chi a Teheran non lo capisce. Ma lo capiranno: chiunque ci attacchi, noi lo attaccheremo”, ha detto ancora Netanyahu nel breve discorso pronunciato in apertura della riunione del gabinetto di sicurezza.

Anche per parte israeliana, come per parte iraniana, la minaccia giunta dal livello politico è stata ribadita dal livello militare, sebbene lasciando intendere che la risposta potrebbe non essere immediata. Il capo di Stato maggiore delle Idf, Herzi Halevi, ha detto che “sceglieremo noi quando esigere il prezzo. Dimostreremo le nostre capacità di attacco precise e sorprendenti, in conformità con le direttive politiche”. Secondo Halevi, citato dal Times of Israel, Israele ha “dimostrato la capacità di impedire al nemico di raggiungere un risultato, combinando un comportamento civile esemplare e un sistema di difesa aerea molto forte”. Il portavoce dell’Idf, Daniel Hagari, ha ribadito a sua volta che una risposta “è inevitabile”. “L’Iran sta spingendo tutta la regione verso l’escalation”, ha aggiunto, anche lui però parlando di “tempi da scegliere”.

Le ipotesi sui possibili obiettivi: dagli impianti petroliferi a quelli nucleari

Oltre che sulla tempistica, le attenzioni si concentrato sul tipo di risposta che potrebbe arrivare. Funzionari israeliani, citati da Axios, hanno detto che Israele lancerà a giorni una “significativa rappresaglia” che potrebbe colpire gli impianti di produzione di petrolio all’interno dell’Iran e altri siti strategici, ma alcuni parlano della possibilità di omicidi mirati o dell’eliminazione dei sistemi di difesa aerea iraniani. Secondo alcuni analisti, invece, tra i possibili obiettivi vi sarebbero i centri nucleari sviluppati da Teheran.

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