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La rabbia di Orlando: “Ho fatto da cavia, senza i partiti uniti è come correre con 10 chili sulla schiena”

La rabbia di Orlando: “Ho fatto da cavia, senza i partiti uniti è come correre con 10 chili sulla schiena”

Politica - di Alessandra Danieli - 29 Ottobre 2024 - AGGIORNATO 29 Ottobre 2024 alle 17:42

“In politica, la cosa peggiore è perdere quando puoi vincere”, dice una militante abbracciando il grande sconfitto, Andrea Orlando, che aveva creduto nella vittoria. E invece il centrodestra, malgrado lo tsunami giudiziario che ha coinvolto Giovanni Toti, si tiene stretta la Liguria dopo uno spoglio al cardiopalma. Ma i voti non contano, tanti o pochi, Marco Bucci è il nuovo governatore, anzi, come si autodefinisce, “il sindaco della Liguria”. C’è sconforto e rabbia nelle parole del candidato del centrosinistra, uomo di punta del Nazareno, politico di lungo corso, ex giovane comunista e più volte ministro. “Ho fatto da cavia. Abbiamo provato sulla nostra pelle quel che può accadere senza una coalizione ben strutturata alle proprie spalle. Puoi essere unito fin che vuoi a livello locale, e noi lo siamo stati, e io ne sono orgoglioso. Ma – osserva Orlando – se non c’è qualcuno che tira le fila a livello nazionale, è come correre con dieci chili in più sulla schiena”.

Orlando: “Ho fatto da cavia, non siamo credibili”

Il concetto, ripetuto più volta in conferenza stampa, è chiarissimo. La coperta era troppo corta e Giuseppe Conte ha fatto la frittata finale. “Se i renziani, anche senza simbolo di partito, fossero entrati nella mia lista personale, a quel punto si sarebbe inalberato Calenda, in perenne competizione con Renzi. Anche Italia Viva ligure non era neutrale in questa dinamica. A partire da agosto, una settimana dalla chiusura delle liste uno dice no tu no, e un altro pone dei distinguo, un altro ancora va per i fatti suoi. Senza una cabina di regia nazionale – dice – è come fare un cubo di Rubik”. Il mite Orlando non la nomina,  ma il suo pensiero va alla segretaria dem, Elly Schlein, che non è stata certo una campionessa di lucidità e strategia. “A partire dall’inizio dell’estate, la gestione non ottimale del riavvicinamento con Italia viva, ha creato tensioni anche all’interno del Partito democratico”.

“Senza una cabina di regia è come fare un cubo di Rubik”

Non critica il campo largo di cui Orlando è un testardo sostenitore,  ma non può negare il tracollo dei 5Stelle, con Beppe Grillo che non va alle urne e ‘consiglia’ ai suoi di fare altrettanto. “Se una forza politica perde voti è sempre un problema. Ma come risolverlo, spetta solo a loro. A me, e credo di non essere il solo, è senz’altro sfuggito qualcosa della tempistica con la quale è stata gestita la crisi interna del Movimento. Il modo poi è stato quanto meno discutibile. Cosa dirò a Conte quando lo rivedo? Mettetevi d’accordo tra voi. Su cosa volete, e cosa volete diventare. Perché altrimenti, le vostre tensioni si scaricano sull’intera coalizione”.

Spero almeno di essere stato utile…

Orlando è lucido e ‘attapirato’. L’esperimento del centrosinistra è fallito anche a livello locale, unica consolazione per la ‘cavia’ del Pd è quella che la lezione possa servire per il futuro. “Spero almeno di essere stato utile. Se la stessa situazione dovesse riproporsi a livello nazionale, la sconfitta sarebbe certa. La destra si coagula sempre e comunque dietro a un leader, prima Berlusconi poi Giorgia Meloni. Noi, con le nostre pluralità e le nostre differenze, dobbiamo a tutti costi trovare un modo per stare uniti a livello nazionale. Trovando stabilità al momento del voto, come fanno loro”. La alleanze a sinistra sono un autentico tarlo. “Non possiamo – ripete il candidato sconfitto – avere ogni volta una coalizione a geometrie variabili, che cambia a seconda delle situazioni e dei territori. Questo ci toglie credibilità”. Il suo Pd, però, è andato bene. “Proverò a far capire a tutti che i nostri elettori ci chiedono soprattutto unità”.

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di Alessandra Danieli - 29 Ottobre 2024