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L’allarme: cellule islamiste nelle nostre città con l’assenso dei “finti pacifisti”
Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei), lancia l’allarme e lo fa puntando il dito contro una «distorsione mediatica quotidiana». Di Segni denuncia infatti una narrazione pericolosa che arriva a negare la Shoah e minimizzare l’eccidio di Hamas del 7 ottobre, spinta da «slogan di annientamento» ripetuti purtroppo anche in Europa.
Per Di Segni, serve consapevolezza collettiva: «la guerra di Israele al terrorismo su otto fronti riguarda anche la reale minaccia, qui nelle nostre città europee, di cellule di radicalizzazione». Dietro, l’assenso di «forze politiche» (guarda caso, quasi esclusivamente di sinistra) e di pacifisti a parole che, nei fatti, negano il dramma storico.
L’Europa rischia di rivivere l’incubo del terrorismo urbano
Il richiamo di Di Segni assume un tono ancora più urgente dopo l’attentato di Tel Aviv, quando un camion si è diretto contro la folla, richiamando alla mente di molti europei il modus operandi degli attentati di Nizza, Barcellona e Londra. Questo evento drammatico mette in evidenza l’intensità del conflitto e la vulnerabilità della sicurezza internazionale, con un impatto diretto su città europee che, come sottolineato dalla presidente dell’Ueci, potrebbero presto diventare bersaglio di nuove forme di estremismo.
Gli italiani tra paura e insicurezza: il conflitto in Medio Oriente arriva alle porte di casa
In parallelo, emerge la percezione degli italiani sull’attuale conflitto in Medio Oriente. Da un’analisi pubblicata su La Stampa, si evince che il quadro è complesso e riflette profonde implicazioni storiche, politiche e sociali. Diversi fattori socio-politici ed economici preoccupano profondamente la popolazione nostrana per le potenziali ricadute del conflitto sulla sicurezza nazionale, alimentando un timore concreto verso possibili atti di terrorismo su scala europea – un incubo purtroppo noto sin dalla caduta delle Torri Gemelle. A poco più di un anno dal massacro di Hamas a Reim, in Israele, le principali apprensioni degli italiani vertono sulla possibile escalation di un conflitto allargato (40,9%) e sull’impatto umanitario, che minaccia gravemente la sicurezza dei civili coinvolti (31,5%).
Simboli e slogan antisemiti nelle piazze che allarmano la comunità ebraica
Le piazze di Roma, Torino e Milano hanno visto giovani e meno giovani esibire, tra cori e slogan come «Dal fiume al mare», bandiere palestinesi accompagnate da foto di Anna Frank con la kefiah e la stella di David bruciata. Noemi Di Segni avverte del pericolo di una deriva che richiama i momenti più bui della Storia europea e che alimenta un antisemitismo strisciante che costringe le comunità ebraiche europee a correre ai ripari. Per parafrasare le sue parole, l’Europa deve aprire gli occhi di fronte a un nemico che non è solo esterno, ma che si insinua tra le strade del continente, pronto a sfruttare qualsiasi spiraglio di consenso per propagare la propria ideologia di odio.