L’editoriale. Soccorso togato in “sostituzione tecnica” della sinistra. Tempi duri per la sovranità

19 Ott 2024 11:53 - di Antonio Rapisarda

Che coincidenza. Nel momento in cui in Europa sempre più governi, di tutti i colori, vanno a lezione di “modello italiano” e la stessa Commissione europea individua ufficialmente nel protocollo con l’Albania una di quelle «soluzioni innovative» da studiare e armonizzare in chiave Ue, che succede? Ci pensa la magistratura – con la sua fazione ideologizzata e no borders – ad entrare a gamba tesa. Come in Italia, così da adesso in Europa.

La decisione del Tribunale di Roma di respingere le richieste di trattenimento per i migranti trasportati nel Cpr di Gjader, ispirata dal pronunciamento della Corte di giustizia Ue sui parametri per individuare i Paesi cosiddetti sicuri (di fatto nessuna Nazione extraeuropea) giunta “fatalmente” proprio pochi giorni prima dell’attivazione dei centri italiani in Albania, si traduce in un fatto gravissimo che potrebbe determinare persino l’impossibilità, come sottolineato ieri, di espellere chi non avrebbe alcun diritto di restare in Italia. Potenzialmente si tratterebbe dell’abolizione dei confini nazionali ed europei.

La decisione della Sezione 18esima civile per i diritti delle persone e l’immigrazione fa scopa con altri provvedimenti frutto dell’interpretazione estensiva di altri magistrati: ossia con la scientifica disapplicazione del decreto Piantedosi per ciò che concerne anche i trattenimenti “ordinari” nei Cpr. E si pone in un inquietante asse temporale con il processo Open Arms: con Matteo Salvini che rischia sei anni di carcere per un giudizio tutto “politico” sul suo operato da ministro (ex dell’Interno) da parte della Procura.

Tre indizi fanno una prova: davanti a una sinistra totalmente incapace di contrastare sul piano politico le ricette di Meloni e del centrodestra sul fronte migratorio (l’unica “azione” da segnalare, da parte del Pd e soci, è l’incredibile richiesta all’Ue di aprire una procedura di infrazione contro l’Italia per i centri di rimpatrio in Albania) il soccorso togato, adesso in salsa Ue, è la dimostrazione della sostituzione “tecnica” in atto.

Esattamente: dato che il campo largo non vince più una sfida elettorale da nessuna parte e la sua agenda è la grande sconfitta delle ultime Europee, ci pensano Corti e i magistrati, d’amore e d’accordo con l’utopia neo-socialista più radicale, a prendere in mano la situazione. Una tendenza che va in netto contrasto non solo con la separazione dei poteri, dunque con la sovranità popolare che investe del compito il potere legislativo e quello esecutivo, ma con il sentimento che in tutta Europa sta spingendo anche tanti governi di sinistra, puniti dagli elettori di elezione in elezione, a correre ai ripari proprio sul tema del contrasto all’immigrazione.

E allora – questa è la tendenza che si registra nel “contropotere” giudiziario in atto – tutto questo va sabotato, boicottato, fermato. E se i popoli chiedono con l’esercizio democratico l’esatto opposto, tanto peggio per i popoli. Così da anni in Italia, così “l’antipasto” di queste ore in Europa. Che coincidenza.

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