L’Etna è di genere maschile o femminile? L’Accademia della Crusca a sorpresa risponde che…
L’Etna, il vulcano più alto d’Europa e uno dei più attivi al mondo, non smette di affascinare per la sua potenza, ma ora divide anche per una questione di genere. Maschile o femminile? A porre il dubbio, in una nazione che fa della lingua un culto, sono stati proprio i lettori, siciliani e non, i quali hanno scritto all’Accademia della Crusca. L’istituzione fiorentina, che da secoli custodisce il tesoro dell’italiano, ha risposto per bocca del linguista, Enzo Caffarelli: non c’è una regola fissa, decidete voi.
‘A Muntagna’: una madre plurimillenaria o un antico ‘Mongibello’?
Il vulcano per i catanesi è sempre stato ‘a Muntagna’ – femminile, dunque, e carico di quel rispetto quasi religioso che i siciliani riservano per la loro terra. Per loro, infatti, «sentirla chiamare al maschile è inaccettabile», un’offesa alla tradizione, quasi a voler mutare il carattere di una madre plurimillenaria. Altri, al di fuori della Sicilia, fedelissimi all’etichetta grammaticale, ribattono sostenendo che l’Etna, in quanto vulcano, dovrebbe essere maschile.
Caffarelli, con una spiegazione particolarmente articolata, degna di un antico tomo di storie e lingue, ci ricorda che la montagna di fuoco ha origini greche, ma fu battezzato “Mongibello”, maschile, da arabi e latini. Nel Medioevo, il nome portava in sé un curioso gioco linguistico tutto maschile: ‘mons’ abbinato alla voce araba ‘gebel’, monte ancora una volta. Un classico esempio di tautologia toponimica (oronimica), addirittura duplice nell’espressione “il monte Mongibello”. Ma da secoli, poi, nel dialetto e nelle tradizioni popolari della Sicilia orientale, l’Etna è “A Muntagna” per antonomasia, dunque femminile, e chi potrebbe contraddire l’uso popolare?
Al parlante la scelta!
Il bello è che, tra una regola e l’altra, in mezzo ai dati linguistici – con l’86,8% delle parole italiane terminanti in -a classificate come femminili nel Dizionario della lingua italiana di Tullio De Mauro – e le abitudini locali, c’è sempre un sottile armonia. Google ci dà conferma di una lingua che si muove tra logica e sentimento: cercando frasi come “L’Etna è attiva” o “L’Etna è piena di neve”, le occorrenze femminili ci sono, ma in minoranza rispetto a quelle maschili. Se proviamo con altri aggettivi, come “l’Etna è pericolosa/o” o “l’Etna è bellissima/o”, le occorrenze tra i due generi sono più equilibrate. Ma se contiamo le presenze in rete di Etna associato a (è) stato/stata (m. 12.700 risultati / f. 11.200), la situazione sembra nettamente a favore del maschile.
Alla fine, il giudizio è lasciato all’abitudine di chi parla, alla storia che ognuno porta nel cuore. Maschio o femmina, l’Etna resta comunque una forza della natura, indomabile e indifferente a questi giochi di parole.