Lollobrigida: “La sovranità alimentare ora è nell’agenda dell’Ue e del G7: l’Italia è avanguardia”

1 Ott 2024 9:08 - di Redazione
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Il bilancio “molto positivo” del G7 Agricoltura, l’inserimento della definizione di sovranità alimentare nel documento finale e del tema nell’agenda europea, ma anche i temi della cittadinanza, della politica estera, della prospettiva di legislatura per il governo. È un’intervista a tutto campo quella rilasciata dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, a La Stampa. “Quando ho parlato per la prima volta di sovranità alimentare è arrivata una pioggia di critiche da sinistra”, ha ricordato Lollobrigida, rivendicando sia il risultato in seno al G7 sia il fatto che ora anche “Von der Leyen dice che l’Ue deve raggiungere la sovranità alimentare. In questo l’Italia è un’avanguardia”.

Lollobrigida: “La sinistr ami criticò per la sovranità alimentare, ora G7 e Ue ci seguono”

E lo è stata anche sulla carne coltivata: “L’Italia è la prima nazione che ha proibito la produzione, l’importazione e la commercializzazione di quella che definiscono carne coltivata perché è un potenziale pericolo. Anche la Florida, guardando all’Italia, ha fatto una legge identica”, ha spiegato il ministro. Lollobrigida ieri ha incontrato a Terra Madre, a Torino, anche il fondatore di Slow food, Carlo Petrini, un uomo che ha una storia politica diversa dalla sua, ma che fu tra i primi a sostenere il progetto della sovranità alimentare dicendo che, ha ricordato lo stesso ministro – era un concetto culturale a cui richiamarsi per difendere la libertà dei popoli a produrre cibo e alimentarsi”.

“Ridicolo pensare che la leva agricola significhi andare a raccogliere pomodori”

Rispondendo a una domanda sul liceo del Made in Italy, il ministro ha spiegato che non si può “valutare nel suo primo anno di sperimentazione”, sottolineando che “i giovani devono poter scegliere la strada migliore per trovare lavoro, purtroppo abbiamo indirizzi che non facilitano l’occupazione dei ragazzi. Io ho fatto il classico e non lo rinnegherò mai, ma dico che non è obbligatorio frequentare un liceo per avere successo nella vita”. Quanto alla leva agricola, Lollobrigida ha sottolineato che “c’è stata una grande semplificazione sulle mie parole. Il servizio civile è entrato in vigore nel 1973: si può fare in biblioteche, nel terzo settore, addirittura nei sindacati. Non vedo perché non si possa fare anche per aiutare le aziende agricole, utilizzando tutti gli strumenti tecnologici impiegati oggi nei campi come droni e intelligenza artificiale. È ridicolo pensare che la leva agricola significhi andare a raccogliere pomodori”.

L’impegno del governo contro il caporalato

Il ministro ha poi ricordato il suo impegno contro il caporalato, facendo riferimento anche alla tragica morte del bracciante Satnam Singh. “Si tratta di un fenomeno endemico, non solo in agricoltura. Purtroppo Singh ha incontrato sulla sua strada un criminale. Ho firmato un decreto contro il caporalato: chiunque sfrutta i lavoratori perde accesso ai finanziamenti statali ed europei. Ho anche aumentato il numero di ispettori del lavoro. Dobbiamo però anche salvaguardare le imprese italiane: non possiamo permettere l’importazione di prodotti da Paesi in cui i lavoratori vengono sfruttati”. Quanto all’ipotesi di salario minimo in agricoltura, Lollobrigida ha chiarito che “nel settore agricolo la domanda di lavoro è ben superiore all’offerta. Rifiuto il pregiudizio secondo cui le imprese agricole che ci danno da mangiare sono trattate alla stregua di negrieri che sfruttano i lavoratori”. 

La cittadinanza? “Nessuno ha provato a cambiarla, ora che c’è FdI al governo sembra l’unica urgenza”

Poi l’intervista, firmata da Filippo Femia, è virata sui temi dell’attualità politica, dal dibattito sulla cittadinanza alle questioni di politica estera. Sullo Ius Scholae, ha detto, “deciderà il Parlamento. Diventare cittadino prevede un’adesione ai nostri valori, serve la giusta sensibilità. Le emergenze, però, sono altre. Nessuno prima di noi ha approvato leggi per cambiare le norme sulla cittadinanza e ora che c’è FdI al governo sembra l’unica urgenza”.

Dagli Usa all’Austria, “ogni nazione sceglie chi la governa”

Stati Uniti: Trump o Harris? “Chiunque venga scelto dal popolo statunitense”, è stata la risposta di Lollobrigida. E, ancora, lo sguardo su Austria e Germania. “Io guardo alle elezioni degli altri Paesi con grande serenità: ogni nazione sceglie chi la governa. A me non risulta che in nessun Paese dell’Europa i partiti nazisti possano accedere al Parlamento. Sarei il primo a preoccuparmi perché non ho simpatia per i nazisti”, ha detto a proposito della prima, aggiungendo sull’avanzata nella seconda dell’Afd che “non se si possa considerare una forza neo-nazista, non entro nel merito. Ma mettere fuori dall’arco parlamentare un partito che in alcune regioni prende il 40% dei voti può essere un problema. Giocherei quella carta con molta prudenza”.

Per l’Ue tornare ai trattati fondativi. Con von der Leyen un “rapporto sereno”

Ue: quella di Orban o quella di von der Leyen? “Quella dei padri fondatori. I trattati di Roma del 1957 sancivano principi fondanti nei primi 37 articoli, dal 38° c’era al centro l’agricoltura e la prosperità dei popoli”. La nuova Commissione, ha aggiunto il ministro, sul piano agricolo va in quella direzione. “L’Italia ha scelto di non fare alleanze anomale con i verdi: volevano un Green Deal eccessivo, che fa chiudere le aziende di auto e fa licenziare migliaia di operai. Ma con Von der Leyen – ha spiegato – il rapporto è sereno, tanto che abbiamo acquisito il primo vice presidente esecutivo della storia”.

Nessuna fibrillazione nel governo

Infine i temi interni. “Noi lavoriamo sempre come se dovesse essere l’ultimo giorno. Non abbiamo il problema del consenso. Se questo governo non dovesse arrivare alla fine del quinquennio ne prenderemo atto, continuando a fare quello che abbiamo sempre fatto negli interessi dell’Italia”, ha detto Lollobrigida rispondendo a una domanda sulla durata del governo, nel quale “al momento non rilevo fibrillazioni”. E se Salvini dovesse essere condannato per il caso Open Arms “assolutamente” non dovrebbe dimettersi. “La richiesta di condanna nei suoi confronti è vergognosa: ha cercato di evitare il protrarsi di un ‘mercato di schiavi’ che entravano in Italia violando le legge. Decideranno i magistrati, ma una eventuale condanna – ha concluso – non implica l’abbandono dell’impegno politico in questo governo”.

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