Manovra, FdI: dopo decenni diamo respiro al ceto medio. L’Ugl: ossigeno per il mercato del lavoro

24 Ott 2024 17:55 - di Alessandra Danieli

Taglio del cuneo fiscale, finanziamenti alla sanità, sacrifici alle grandi aziende. I numeri smentiscono la narrazione delle opposizioni che ben prima di conoscere la legge di Bilancio (il testo è arrivato ieri alle Camere) sono partite all’attacco. Anche i sindacati non militanti (che invece scenderanno in piazza) apprezzano la conferma del taglio del cuneo fiscale per i redditi da lavoro dipendente con l’ampliamento della platea fino a 40 mila euro. “L’Ugl – si legge in una nota del segretario nazionale Paolo Capone  – guarda con particolare favore all’aumento della base delle detrazioni sul lavoro da 1.880 a 1.955 euro. Un passo significativo verso un sistema fiscale più equo e favorevole a chi lavora. Questa misura non solo allevia il carico fiscale, ma rafforza sensibilmente il potere d’acquisto delle retribuzioni”.

Manovra, Ugl: il taglio del cuneo fiscale favorisce il mercato del lavoro

Il riconoscimento di una sorta di bonus non tassabile per i lavoratori dipendenti – aggiunge la nota del sindacato –  va nella direzione giusta offrendo un sostegno concreto a chi si trova nella fascia di reddito più vulnerabile, Con percentuali che vanno dal 7,1% fino a 8.500 euro, al 5,3% tra 8.500 e 15.000 euro, e al 4,8% tra 15.000 e 20.000 euro. Superato questo importo si passa ad un meccanismo di detrazioni aggiuntive che vanno riconosciute in busta paga: 1.000 euro tra 20mila e 32mila. Sopra tale soglia e fino a 40mila euro è previsto un sistema di décalage’.

Sostegno ai salari dei lavoratori dipendenti

”Il taglio del cuneo – conclude Capone – è un intervento puntuale. Che, una volta reso strutturale, produce un impatto positivo sul mercato del lavoro e sull’economia. Rappresenta un importante sostegno ai salari dei lavoratori duramente colpiti dall’inflazione erogando più risorse in busta paga. E, inoltre, genera un circolo virtuoso. La riduzione della tassazione, infatti, consente di immettere liquidità nell’economia agevolando l’accesso al credito per le imprese. Favorisce gli investimenti nell’innovazione, nel capitale umano e nella competitività, contribuendo alla creazione di nuovi posti di lavoro e al rilancio della crescita e dei consumi”.

Rampelli: dopo decenni si dà ossigeno al ceto medio

Fabio Rampelli, ospite di Coffe break,  sottolinea i 15 miliardi  messi nelle tasche del ceto medio con il taglio del cuneo fiscale che diventa strutturale. E include un altro milione e quattrocento mila lavoratori rispetto allo scorso anno. “Ricordo – dice il vicepresidente della Camera – che tagliare il cuneo fiscale significa aumentare gli stipendi. A questo si aggiunge la conferma di tre scaglioni dell’Irpef e la possibilità per quello centrale – che riguarda il ceto medio – di avere ulteriore taglio diminuendo l’aliquota al 33% e anche qui un ampliamento della platea fino a 60 milioni l’anno di reddito. Lo vedremo nel corso dell’iter parlamentare perché attendiamo per fine ottobre il risultato del concordato fiscale”.

Sanità, troppe bugie da una sinistra senza memoria

Sulla sanità – continua – “si dicono cose senza senso e senza un minimo di autocritica da parte di chi non ha saputo fare programmazione creando l’enorme buco di medici e infermieri, la fuga all’estero. E nella sanità privata, istituendo il numero chiuso nelle facoltà di medicina, rimanendo inerme di fronte al dramma delle liste d’attesa”.  “Noi – aggiunge Rampelli – abbiamo aumentato in questa manovra finanziaria di 1miliardo e 300 milioni la dotazione di risorse per la sanità. E tolto la sete col prosciutto a quanti dicevano, imbrogliando, che la percentuale di spesa sanitaria rispetto al Pil era più bassa dei governi precedenti e tra le più basse d`Europa. Il gioco era quello di prendere come parametro il Pil, ma quando c’è stato il Covid il Pil era sotto zero”.

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