Manovra, vince il coraggio: 3,5 miliardi dalle banche. Meloni: “Andranno a sanità e fragili”

16 Ott 2024 8:48 - di Annamaria Gravino
manovra banche

Ammonta a 3,5 miliardi il contributo atteso per la manovra da banche e assicurazioni. Giorgia Meloni, con un tweet postato dopo il via libera del Consiglio dei ministri alla legge di bilancio da 30 miliardi complessivi, ha spiegato che “saranno destinati alla Sanità e ai più fragili per garantire servizi migliori e più vicini alle esigenze di tutti”.

Meloni: “L’Italia guarda al futuro e mette al primo posto lavoro e benessere degli italiani”

“Con questo Governo, l’Italia guarda al futuro con una legge di bilancio che mette al primo posto il lavoro e il benessere degli italiani”, ha aggiunto il premier. Durante le repliche alle comunicazioni in vista del Consiglio europeo di domani e dopodomani, al leader di Avs Nicola Fratoianni che aveva chiesto coraggio sugli extraprofitti, Meloni aveva spiegato che “potrebbe scoprire che questo governo ha avuto più coraggio di quello che ha avuto la sinistra quando era al governo”.

In cosa consiste l’accordo con le banche per il contributo alla manovra

E la prova non è stata solo di “coraggio”, ma anche di intelligenza politica: il governo ha chiuso il cerchio sul contributo che cercava con una chiamata alla responsabilità. Non la via dell’imposizione, ma quella del confronto e del dialogo. Il contributo di solidarietà degli istituti di credito maggiori e delle assicurazioni sarà frutto di un accordo tecnico. Secondo quanto trapelato, l’intesa prevede un anticipo sulle imposte anticipate dirette, le Dta, che consiste nel fatto che per due anni non saranno deducibili le perdite sui crediti e i crediti d’imposta per le tasse sulle fusioni. Del pacchetto dovrebbero far parte anche le stock options.

Più soldi senza nuove tasse e senza turbare i mercati

Con questa soluzione, che secondo quanto emerso è stata frutto di un intenso lavoro tra il ministero dell’Economia e Abi, nelle figure del viceministro Maurizio Leo e il dg di Abi Marco Elio Rottigni, il governo ha centrato diversi obiettivi: quello dei conti, quello di non aumentare le tasse e quello di non turbare i mercati. “Se c’è un accordo, è un segnale positivo per i mercati e il Paese. Se, invece, c’è una tassa imposta all’improvviso, è un segnale negativo che spaventa i mercati”, ha sottolineato Antonio Tajani, parlando di “operazione fatta con il buon senso”.

Il metodo del confronto e della sintesi

Ma c’è anche un altro obiettivo centrato, anch’esso non secondario: quello politico. La maggioranza ha dimostrato ancora una volta di saper di fare sintesi virtuosa delle diverse sensibilità interne che di volta in volta possono emergere. Tanto Matteo Salvini quanto Antonio Tajani, che si erano maggiormente confrontati sul tema, si dicono soddisfatti. “Sono sicuro – ha commentato anche il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli – che chiamare alla collaborazione sia più produttivo che varare nuove tasse e costituirà un buon esempio per coinvolgere tutti i soggetti che hanno tratto vantaggio dalle tempeste di questi anni. Si potrà così rafforzare quel ceto medio cui storicamente si deve il benessere e la coesione sociale”.

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