Dalla difesa dell’utero in affitto ai diritti dei migranti: chi è il giudice del ricorso contro il decreto Paesi sicuri
Vicino a Magistratura democratica, sulla cui rivista ha scritto più volte; sensibile alle tematiche Lgbt e favorevole all’utero in affitto, cui dichiarò di aver fatto personalmente ricorso; sensibile alle tematiche dei diritti dei migranti, su cui di recente si è esercitato anche come relatore in un convegno organizzato da Medel, la rete dei Magistrati europei per la democrazia e le libertà, di cui fa parte Md, in un panel coordinato dalla collega Silvia Albano, che è stata tra i giudici di Roma che hanno bloccato i rimpatri dei migranti trasferiti in Albania. È il profilo di Marco Gattuso, il presidente del collegio di magistrati di Bologna che ha presentato il ricorso contro il decreto Paesi sicuri alla Corte di giustizia dell’Unione europea. E che, insieme, ai colleghi, è finito nella bufera soprattutto per quel paragone con la Germania nazista, che non solo il centrodestra, ma molti osservatori hanno stigmatizzato come grave passo falso e indice di una radicalizzazione dello scontro con la politica da parte da parte delle toghe.
I Paesi sicuri e il paragone con la Germania nazista anche in una lezione alla Scuola superiore di magistratura
Non si tratta per altro di un inedito: il passaggio sulla Germania nazista come esempio paradossale di ciò che si potrebbe giudicare come Paese sicuro è agli atti anche di una lezione che Gattuso ha tenuto alla Scuola superiore di magistratura nel luglio dello scorso anno e poi comparso come contributo a sua firma anche su Questione giustizia, la rivista di Magistratura democratica.
La rivelazione del giudice Marco Gattuso sul ricorso all’utero in affitto
Non si tratta dell’unica presa di posizione spiazzante da parte del giudice. Resta agli atti delle cronache, infatti, la lettera che inviò al presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, in occasione della discussione in consiglio regionale di una legge contro l’omofobia, nella quale una parte dei dem chiese di inserire un richiamo all’utero in affitto come violenza di genere, ovvero una forma di violenza contro le donne. “Sono un giudice del Tribunale di Bologna e insieme al mio compagno, con cui sono unito civilmente, sono papà di un bambino nato in California grazie a una gestazione per altre o altri”, si leggeva nel testo, nel quale il magistrato sosteneva che “la scelta di vietarla in Italia può essere condivisa o può essere discussa, ma l’assimilazione a violenza assume un’inaccettabile connotazione ideologica, da Stato etico, che offende innanzitutto la dignità dei bambini”. Una presa di posizione assolutamente legittima, ma che cionondimeno si connota come un intervento molto orientato e per di più legato a questioni di carattere personale in un dibattito molto politico.
Quanto al fatto che la Gpa in Italia fosse da tempo vietata da quella legge (nel caso specifico la legge 40) che i giudici sono chiamati ad applicare, Gattuso, nella lettera, risolveva la questione così: “Abbiamo fatto nascere nostro figlio nel pieno rispetto delle leggi italiane, che impediscono la Gpa in Italia ma certo non all’estero, e delle leggi americane, dove la Gpa è ritenuta, sin dal 1993, un esercizio della autodeterminazione della donna”.
L’intervento nel dibattito sui diritti delle famiglie Lgbt
Sullo stesso tema Gattuso, circa un anno fa, mentre ferveva il dibattito sulle trascrizioni dei bambini delle coppie omosessuali, si è fatto anche promotore di un documento dal titolo “Il diritto stia dalla parte dei bambini e delle bambine”, nel quale si lamentava che “anche in ambito giuridico visioni affette da un malcelato pregiudizio nei confronti delle persone omosessuali e delle loro famiglie conducono a letture poco condivisibili dei dati tecnico-giuridici, entro cui sarebbe invece necessario confinare il dibattito”.
La questione dei migranti, dai convegni agli atti del tribunale
Quanto al tema dell’immigrazione, come si diceva, il giudice Marco Gattuso ha manifestato i suoi convincimenti giuridici sia attraverso articoli sia attraverso partecipazioni a convegni, oltre che naturalmente nell’esercizio delle sue funzioni in qualità di giudice della competente sezione del tribunale di Bologna. In quale modo lo si può leggere negli articoli e negli atti a sua firma.