Massolo: “Meloni punta al salto quantico per vincere la sfida della digitalizzazione”
Giorgia Meloni vuol far fare all’Italia un “salto quantico” per vincere la sfida della digitalizzazione e aumentare la competitività del Paese sul piano internazionale. È l’analisi di Giampiero Massolo, ex segretario generale della Farnesina e senior advisor dell’Ispi, alla luce dei recenti incontri del premier con Elon Musk, con il presidente di Microsoft, Brad Smith, e con Larry Fink, presidente e ad del fondo di investimento americano BlackRock, il più grande al mondo.
Massolo: “Meloni al lavoro per far fare all’Italia un salto quantico”
“Noi viviamo in un contesto internazionale in cui diciamo che non solo singole grandi aziende, ma anche addirittura singoli individui si pongono ormai da pari a pari con gli Stati”, ha sottolineato Massolo, parlando con l’agenzia di stampa Adnkronos. “Questo – ha aggiunto l’ambasciatore – è particolarmente evidente nel caso di Elon Musk, di cui basta citare non solo l’attività nel settore cibernetico, dell’intelligenza artificiale, ma anche dei vettori spaziali di cui è fornitore monopolista addirittura dell’amministrazione americana, fino al sistema Starlink, la cui accensione e spegnimento ha per molto tempo rappresentato per gli ucraini l’unica modalità di fruire o meno di Internet”.
Secondo Massolo, che fa parte dell’International Adivsory Board dell’Atlantic Council, “il premier di una grande democrazia occidentale europea non può non avere un contatto, un rapporto di conoscenza e di possibilità di sondaggi sulle eventuali prospettive di collaborazione con una personalità come questa”. Il punto, per l’ambasciatore, è che “l’Europa e in particolare l’Italia deve fare un salto quantico per quanto riguarda la sua digitalizzazione, la capacità di avere e gestire con la dovuta velocità grandi ammontare di dati”. Ed è in quest’ottica che vanno letti anche gli incontri con Smith e Fink.
Da Musk a Smith, “giusto che il governo ricerchi queste collaborazioni”
Si tratta di “una partita dalla quale non si può stare fuori e l’idea di progredire in maniera esponenziale, non solo incrementalmente, spinge giustamente il governo a ricercare questo genere di collaborazione”. Con un occhio anche al peso dell’Italia nelle relazioni internazionali e, più nel caso specifico, con gli Usa. Secondo Massolo, i contatti con Musk incrociano, sì, il tema di una eventuale presidenza Trump, ma non nel modo in cui sono stati posti da alcuni osservatori nostrani. La questione, infatti, non è legata al posizionamento politico del premier, ma a quello dell’Italia sullo scacchiere internazionale. “Trump – è l’analisi di Massolo, autore tra l’altro del saggio Realpolitik – sarebbe un presidente che prescinderebbe dalle ideologie e si muoverebbe sulla base delle reciproche convenienze. Non è l’approccio ideologico che potrà contare con un’eventuale amministrazione americana, ma un approccio in cui si ha qualcosa da offrire per avere qualcosa in cambio”.
L’obiettivo di rendere l’Italia più competitiva sulla scena internazionale
Ed è dunque anche in questa cornice che vanno inquadrate le mosse di avvicinamento del premier ai giganti dell’high tech. “Da questo punto di vista – ha sottolineato Massolo – un rapporto con Musk piuttosto che con Fink e altri renderà più solido il nostro piatto della bilancia: rafforzare attraverso gli investimenti la base tecnologica e industriale dell’Italia renderebbe il Paese più competitivo e meglio in grado di partecipare alla competizione internazionale e a questo grande gioco di trade off che è ormai la comunità internazionale e che si accentuerebbe con l’eventuale presidenza Trump”.