Meloni e Metsola, sintonia europea sul modello Italia per il controllo dell’immigrazione

25 Ott 2024 8:20 - di Marta Lima

L’Europa da riformare, i migranti da gestire, il modello Albania, la nomina di Fitto, poi le guerre, l’Ucraina, il Medio Oriente. Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato ieri a Palazzo Chigi la Presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola con al centro del colloquio, i principali temi dell’agenda internazionale e i dossier europei di maggior rilievo. Particolare attenzione è stata, infine, riservata al rilancio della competitività del Continente anche in vista del Consiglio Europeo informale di Budapest del 7 e 8 novembre.

Meloni e Metsola, fari puntati sull’immigrazione

“Quella dell’immigrazione è una sfida europea che ha bisogno di soluzioni europee. Quando parliamo di immigrazione e di asilo, nessuno Stato, né l’Italia, né il mio, dovrebbe sentirsi da solo. Dobbiamo trovare delle soluzioni“, ha detto la presidente Metsola a ‘Cinque minuti‘, su Rai Uno, spiegando che “abbiamo un patto dell’immigrazione e dell’asilo che abbiamo votato ad aprile a Bruxelles, anche con l’aiuto dei colleghi italiani, con cui abbiamo trovato delle possibilità, delle soluzioni innovative per la prima volta dopo decenni di anni di blocco”.

“È un patto che protegge chi ha veramente bisogno – ha aggiunto – che protegge le frontiere esterne, che è fermo con chi non è elegibile per la protezione, che deve essere rimpatriato in modo sicuro e rapido, che è anche molto forte con i trafficanti. E noi dobbiamo anche avere sempre in mente che noi adesso parliamo di persone, umane, non di figure statistiche senza volto. Se mettiamo questo al centro delle nostre decisioni, possiamo dare risposte ai cittadini che ce le hanno chieste”.

L’accordo con l’Albania è un modello

“Quello dell’Italia con l’Albania è un accordo bilaterale tra un Stato membro e un Paese che è sulla rotta per diventare un Paese membro dell’Unione Europea. Naturalmente come Parlamento noi porremo delle domande, noi discutiamo su tutto, ma è importante non avere paura di discutere il tema dell’immigrazione, perché penso che per troppo tempo abbiamo fatto tutto per non affrontarlo. Eravamo bloccati, per esempio sui rimpatri, adesso i numeri sono ancora troppo bassi, uno su cinque viene rimpatriato se non è elegibile per la protezione”, ha poi aggiunto a Porta a Porta la presidente del Parlamento Europeo. “Una politica dell’immigrazione e l’asilo che è coerente e che è effettiva, deve avere tre pilastri – ha spiegato la Metsola – che noi proteggiamo quelli che hanno la necessità di essere protetti, che noi siamo fermi con chi non è elegibile di essere protetto, che controlliamo le frontiere esterne e anche essere forti con le reti dei trafficanti. Se facciamo tutto questo, allora possiamo ancora anche trovare e vedere questi modelli che sono in accordo con le leggi internazionali e anche secondo i nostri valori”.

Il Medio Oriente e il ruolo della Ue

“In Medio Oriente dobbiamo fare molto di più. La situazione è catastrofica. Non c’è abbastanza aiuto umanitario. Troppe persone hanno perso la vita. Troppi bambini cresceranno con la memoria della guerra. Questo è un fallimento. Non dobbiamo mai rinunciare alla richiesta di un cessate il fuoco. Di ritornare, anche se è molto difficile, sulla tregua e sui due Stati, dove ci sarà la pace, la stabilità”, è poi l’opinione della Metsola. “Io continuerò a lavorare – ha aggiunto – È la nostra responsabilità. Dobbiamo anche vedere cosa sta facendo l’Iran e arrivare a una de-escalation, perché la situazione è veramente terribile”.

 

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