Meloni in Libano per il cessate il fuoco. E su Unifil: vicina ai soldati. Solo rafforzando la missione si potrà voltare pagina (video)

18 Ott 2024 18:16 - di Redazione
Meloni Libano

L’agenda è fitta, e la missione in Medio Oriente della premier più che mai cruciale e importante anche dal punto di vista della tempistica, particolarmente significativa. Nelle ore più convulse, a ridosso dell’uccisione del leader di Hamas Yahya Sinwar, dopo la tappa in Giordania e l’incontro alla residenza reale di Aqaba con il re Abdullah II, Giorgia Meloni è volata in Libano con la determinazione enucleata e già ufficializzata in una nota diramata alla partenza: «Con la morte di Yahya Sinwar viene meno il principale responsabile del massacro del 7 ottobre 2023. La mia convinzione è che ora si debba iniziare una nuova fase. È tempo che tutti gli ostaggi siano rilasciati. Che si proclami un immediato cessate il fuoco. E che si avvii la ricostruzione a Gaza».

Meloni in missione in Medio Oriente: dopo la tappa in Giordania, vola in Libano

Una dichiarazione di intenti che non a caso conclude: «Continueremo a sostenere con determinazione ogni sforzo in questa direzione e per la ripresa di un processo politico serio e credibile, che conduca alla soluzione dei due Stati». E allora, anche a Beirut – dove Meloni si è spostata per un faccia a faccia con il suo omologo: il presidente del Consiglio della Repubblica libanese Najib Mikati – dal Palazzo del governo libanese Grand Sérail, sui conflitti in corso che infiammano il Medio Oriente la premier ha confermato le stesse premesse e ribadito la medesima posizione del governo italiano presentata poche ore prima in Giordania.

I temi al centro del bilaterale con l’omologo libanese Mikati

Giorgia Meloni, come sottolineano fonti italiane, è il «primo leader dall’inizio delle operazioni di terra delle forze israeliane» a visitare il Paese dove sono di stanza le truppe Unifil. Gli obiettivi della visita, allora, sono molteplici, e puntano anche a garantire la sicurezza dei soldati. Va poi affrontata la necessità di intensificare gli aiuti umanitari, la ricerca di una soluzione per le migliaia di rifugiati, e rinnovato l’impegno di nuove strategie per riportare la stabilità nella regione.

Con i suoi interlocutori, il Presidente Meloni ha ribadito la necessità di assicurare in ogni momento la sicurezza del personale di Unifil e ha avuto uno scambio su come promuovere una reale e piena applicazione della risoluzione 1701. In questo quadro, ha rinnovato l’impegno dell’Italia per sostenere le capacità delle forze armate libanesi in modo che possano assumere le responsabilità previste all’interno della risoluzione 1701. Non solo. Come chiarisce in una nota Palazzo Chigi, nei suoi incontri, il Presidente Meloni si è soffermata sull’emergenza degli sfollati libanesi, ricordando i recenti ulteriori 17 milioni di euro di aiuti umanitari stanziati dall’Italia e impegnandosi a portare il tema a livello europeo e internazionale.

Questa emergenza si unisce a quella dei rifugiati siriani, su cui l’Italia continuerà a impegnarsi, anche in seno all’Unione Europea, per creare le condizioni per un ritorno volontario, sicuro, dignitoso e sostenibile dei rifugiati, anche attraverso il sostegno delle Nazioni Unite.

Meloni in Libano incontra i colonnelli Vitulano e Cortone: «Il governo vicino a Unifil e a tutti i soldati italiani»

È in questo complicato contesto su cui innestano impegno politico, sostegno umanitario e progetti mirati alla popolazione civile e alla stabilizzazione di tutta l’area coinvolta dal conflitto, allora, che il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nell’ambito della visita a Beirut, ha incontrato anche il Comandante della missione bilaterale Italiana in Libano, colonnello Vitulano, e il vicepresidente del comitato tecnico-militare per il Libano, colonnello Cortone. Un’occasione in cui la premier ha espresso la sua vicinanza personale e quella del governo a tutta la missione di Unifil e a tutti i militari italiani impegnati in Libano.

«Molto chiari i miei messaggi sul ruolo dei nostri militari impegnati in Libano»

«Io avrei tanto voluto venire a trovare tutti i militari, mi rendo conto che non sarebbe stato facile, però sono qui anche per portare la vicinanza, l’attenzione, la solidarietà e la gratitudine dell’Italia per il vostro lavoro». Parole dal forte impatto emotivo, quelle che la premier ha indirizzato ai nostri soldati in missione in Libano, e che si ha modo di ascoltare anche in un video diffuso da Palazzo Chigi. Parole che Giorgia Meloni ha rivolto anche direttamente al comandante della Missione bilaterale italiana in Libano (il colonnello Matteo Vitulano) e al vicepresidente del Comitato Tecnico-Militare per il Libano (il colonnello Attilio Cortone), che ha avuto modo di incontrare a Beirut.

E ai quali ha assicurato: «I miei messaggi sono stati e saranno molto chiari sul ruolo dei nostri militari impegnati sia in Unifil che nella Mibil e nella missione multilaterale». Aggiungendo anche: «Vi prego di trasferire a tutti gli uomini e le donne impegnati in Libano la mia vicinanza e la mia solidarietà. Spero di venirli a trovare presto», ha detto Meloni.

«Inaccettabile prendere di mira l’Unifil»

Non solo. «Considero inaccettabile prendere di mira l’Unifil, tutte le parti coinvolto devono fare la loro parte per garantire la sicurezza dei soldati», ha sottolineato ancora dal Libano la premier Giorgia Meloni nelle dichiarazioni congiunte con il primo ministro libanese Najib Mikati. «Sono convinta che Unifil debba essere rafforzata – ha anche aggiunto –. Solo rafforzando la missione si potrà voltare pagina, garantendo imparzialità e perseguendo risultati importanti. Dobbiamo tornare alla missione originaria di Unifil che passa dal programmare a ricostruire».

«L’Italia insieme agli altri partner internazionali ha lanciato un appello per un cessate il fuoco di 21 giorni»

E ancora. «L’Italia insieme agli altri partner della comunità internazionale ha lanciato un appello affinché ci sia un cessate il fuoco di 21 giorni. Sono arrivata qui in Libano da Bruxelles dove ho partecipato al Consiglio europeo e chiaramente la crisi nel Medio Oriente è stato il fulcro dei lavori del summit. E posso assicurare che stiamo tutti lavorando per un sostenibile cessate il fuoco a Gaza e in Libano. Sosteniamo i negoziati per il rilascio degli ostaggi israeliani in mano ad Hamas, e gli sforzi per dare assistenza ai civili che si sono trovati coinvolti in questa guerra».

Meloni in Libano: «Noi in prima linea per mitigare la crisi umanitaria a Gaza»

«L’Italia – ha ribadito pertanto Giorgia Meloni – è anche in prima linea per mitigare la crisi umanitaria a Gaza: lo abbiamo già fatto. E abbiamo consegnato 47 tonnellate di aiuti alimentari e chiaramente adesso intendiamo concentrarci anche sul Libano, dove l’escalation militare ha creato la necessità di assistenza umanitaria. Abbiamo messo a disposizione iniziative finanziate con diversi milioni di euro per permettere alle persone che si occupano dei più vulnerabili di potersi prendere cura di loro. Ovviamente il nostro pensiero va anche a tutti i soldati della missione bilaterale italiana che fanno parte dell’Unifil: questi soldati – ha rimarcato ancora una volta tra gratitudine e orgoglio la premier – per anni hanno contribuito alla stabilità all’interno del Libano».

«Fondamentale sostenere anche le istituzioni libanesi»

Infine, dopo essersi detta «orgogliosa di essere qui oggi: speriamo che la stabilità possa tornare presto in questo Paese», Meloni ha anche aggiunto in conclusione: «In questo complesso contesto credo che sia fondamentale sostenere anche le istituzioni libanesi, incluso il processo per rafforzarle queste istituzioni. Io non sono il genere di leader che vuole dire agli altri che cosa dovrebbero fare. O come dovrebbero comportarsi… Ma questo Paese sta sicuramente soffrendo, e avere delle istituzioni funzionanti è la chiave per essere in grado di difendere i propri interessi. È una riflessione che credo valga per la leadership di questo Paese, e quello che posso garantire è che l’Italia è pronta a offrire tutto l’aiuto che potrebbe essere necessario, se richiesto, anche su questo fronte».

In alto e sotto le dichiarazioni alla stampa della premier Meloni che a Beirut ha incontrato il primo ministro Mikati

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