Meloni smonta le fake news della sinistra (e dei medici): “Alla Sanità 6 miliardi in più in 2 anni”
La lettura dei giornali, un rapido consulto con l’ufficio stampa, poi le poche righe messe giù, sui social, per smentire le fake news lette e ascoltate dalle opposizioni. Giorgia Meloni passa direttamente ai numeri. “Sento molte falsità in queste ore su Sanità e legge di Bilancio. E allora facciamo ancora più chiarezza: +6,4 miliardi per la Sanità in due anni (+2,37 miliardi nel 2025 e +4,12 miliardi nel 2026). Record della storia d’Italia per il fondo sanitario nazionale: 136,48 miliardi nel 2025 e 140,6 miliardi nel 2026. Questi i numeri. Il resto sono mistificazioni”, scrive il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. La risposta è anche ai medici italiani, che annunciano proteste al momento senza alcun fondamento.
Del resto, ieri, il ministro Giorgetti era stato chiarissimo: eppure proprio laddove la chiarezza era stata massima, questa mattina le voci critiche della sinistra si levano sul settore più delicato, la Sanità, su cui dovrebbe esserci invece condivisione e lealtà.
Meloni smonta le bugie sulla sanità, Tajani le fa eco
“Ci sono più soldi dell’anno scorso, c’è il Patto di stabilità. I medici si possono arrabbiare, ma non si arrabbiano i medici si arrabbiano tutti gli altri. Se potessimo fare il debito pubblico al 20% sarebbero tutti contenti ma non si può fare e quindi i medici si arrabbiano, qualcuno è contento. I medici sono arrabbiati ma sono stati dati più soldi di prima dalla sanità. Abbiamo dato i soldi alle forze dell’ordine per gli straordinari e abbiamo dato i soldi per i contratti della pubblica amministrazione”, ha dichiarato ieri il vicepremier Antonio Tajani al termine dell’incontro dei leader di maggioranza in albergo a Bruxelles. “Le manovre sono fatte così. I medici protestano, ma i soldi sono di più. Abbiamo mantenuto al 4% del Pil”, ha aggiunto. Governo unito, dunque: Meloni chiederà compattezza agli alleati anche per il passaggio parlamentare. Di più non si poteva fare, il ragionamento che premier e ministro dell’Economia hanno spiegato fino all’ultimo ai partiti e ai ministri, che sono già piuttosto preoccupati dai tagli, inevitabili, che andranno fatti per la tenuta dei conti. Il diktat dello scorso anno degli zero emendamenti non sarebbe arrivato anche se la premier sarebbe intenzionata a invitare di nuovo la maggioranza a contenere al minimo le richieste di modifiche. Possibile che il monito arrivi dopo che il ddl di bilancio sarà presentato a Montecitorio, tra lunedì e martedì.