Meloni sul dossieraggio: “La mia vita è stata passata allo scanner, ma non sono ricattabile”
Giorgia Meloni a tutto campo in un’intervista al Tg5, a partire dall’allarmante fenomeno del dossieraggio, alla luce anche della recente inchiesta di Bari. “Io mi sono data una spiegazione di quanto accaduto – dice il presidente del Consiglio al direttore del Tg5, Clemente Mimun – poi chiaramente poi spero che una spiegazione ce la dia la magistratura ad un certo punto. Lei ricorda questo fenomeno che noi conosciamo dei ladri che entrano dentro casa, rubano i gioielli e li vendono al ricettatore. Io penso che stia accadendo la stessa cosa con il mercato delle informazioni”.
“Perché i politici nei dossier sono quasi tutti del centrodestra?”
“Penso – prosegue Meloni – che ci siano dei funzionari, dei dipendenti pubblici e privati, che prendono illegalmente delle informazioni e le vendono sul mercato. A chi le vendono? Questa è la risposta che stiamo aspettando. Presumibilmente ci sono dietro degli interessi”. Dopodiché, aggiunge il capo del governo, “se lei mi chiede perché, per quello che riguarda i politici, perché non sono solo politici spiati sono migliaia di persone”, ma i politici “sono quasi tutti esponenti di centrodestra e io sono la persona più dossierata d’Italia, le dirò che nel dramma c’è la buona notizia. E la buona notizia è, intanto, che la mia vita è stata proprio passata allo scanner e non si è trovato niente. E forse questa è anche la ragione per la quale io sono così dossierata”.
Meloni al direttore del Tg5: sono la persona più dossierata d’Italia
“In questa nazione – aggiunge Meloni – ci sono probabilmente gruppi di pressione. I gruppi di pressione non accettano di avere al governo qualcuno che pressioni non se ne fa fare che non si può ricattare. E allora, magari tentano di toglierselo di torno con altri strumenti. Temo che non riusciranno”.
Sugli altri temi di stretta attualità, il presidente del Consiglio ha ribadito che gli attacchi di Israele alle forze Unifil “sono inaccettabili” e la posizione sull’Ucraina non cambia di una virgola. Sul fronte interno non sono mancate frecciate all’opposizione: “Penso che la sinistra non abbia moltissime soddisfazioni in questo periodo. Sulla Consulta abbiamo semplicemente tentato di fare quello che ci dice la costituzione”. E cioè “eleggere un giudice della corte entro 30 giorni quando un giudice manca, sono passati 10 mesi, abbiamo il diritto di fare le nostre proposte. Mi ha colpito che l’opposizione invece di fare altre proposte abbia addirittura impedito ai parlamentari di entrare e partecipare alla votazione”.
Mentre sul Cda di viale Mazzini, “la Rai – ha proseguito – fortunatamente continua a lavorare, è perfettamente operativa e quindi la cosa non mi preoccupa, così come non mi stupisce il fatto che la sinistra in questi due anni si sia appassionata sempre e solo al tema delle nomine”.
Il governo dopo due anni è ancora più solido
E sulla manovra, ha ribadito Meloni, questo governo le tasse le abbassa e non le alza come fa la sinistra. Non a caso, il premier ha rivendicato che lo stato di salute della maggioranza “è più solido oggi di quando abbiamo cominciato” due anni fa. “In questi due anni abbiamo lavorato insieme ma anche attraversato tante difficoltà e questo cementa i rapporti, ora c’è un rapporto umano, vero, direi di amicizia e questo credo che gli italiani lo vedano”, sottolinea il premier.
“La compattezza di un governo si vede dalla velocità con cui si lavora e noi abbiamo fatto molte cose in due anni, e poi si vede anche dal consenso: vedere il consenso di un governo che cresce dopo due anni era una cosa cui non eravamo proprio abituati”, ha concluso Meloni.