Migranti, golpe giudiziario: bloccati i trasferimenti in Albania. Meloni: “Decisione anticipata dal Pd…”

18 Ott 2024 18:36 - di Lucio Meo

Un piccolo grande golpe politico-giudiziario per sabotare l’intesa sui migranti Italia-Albania, nei giorni in cui molti paesi d’Europa dichiarano, a chiare lettere, di voler adottare identiche soluzioni e proporre uno schema simile anche per la Ue. I giudici, in Italia, però, amano fare politica con le sentenze e nel giorno della difesa di Salvini al processo Open arms di Palermo, la sezione immigrazione del tribunale di Roma decide di non convalidare il trattenimento dei migranti all’interno del centro italiano di permanenza per il rimpatrio di Gjader in Albania. Il provvedimento era stato disposto per i dodici stranieri dalla questura di Roma il 17 ottobre scorso, i quali fanno parte dei 16 migranti (dieci provenienti dal Bangladesh e 6 dall’Egitto) trasportati in Albania al Cpr di Gjader dalla nave Libra della Marina militare italiana.

L’ira della Meloni per la decisione dei giudici

Una mannaia giudiziaria che trova la sinistra pronta ad esultare e la premier Giorgia Meloni furiosa per la strana coincidenza. “Pd, M5S e AVS hanno presentato un’interrogazione alla Commissione europea chiedendo se intende aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia per l’accordo sui flussi migratori con l’Albania. Avete capito bene -sottolinea il premier -alcuni partiti italiani stanno di fatto sollecitando l’Europa a sanzionare la propria Nazione e i propri cittadini, con il solo obiettivo di colpire politicamente questo governo. Una vergogna che non può passare inosservata”. Poi, dal Libano, rincara la dose: “La richiesta di una procedura di infrazione contro l’Italia… cioè persone pagate dal popolo italiano per chiedere alle istituzioni europee di colpire il popolo italiano è una cosa sulla quale penso che gli italiani rifletteranno…”.
Sulle conseguenze della sentenza, la premier spiega: “La questione è molto più ampia perché quello che i giudici dicono è che non esistono Paesi sicuri. Quindi, il problema non c’è in Albania, il problema è che nessuno potrà mai essere più rimpatriato, il problema è che tu non puoi respingere la gente e non puoi fare nessuna politica di difesa dei tuoi confini. Quindi, spero che mi si dica anche come si risolve, spero che mi si dica come si gestisce l’ordine pubblico, chi pagherà per i miliardi di accoglienza che ci dovremmo caricare, spero che mi si trovino anche delle soluzioni perché poi sono io quella che deve trovare le soluzioni. E infatti, troverò una soluzione anche a questo problema. Perderemo ancora del tempo ma ho già convocato il Consiglio dei ministri lunedì anche per risolvere questo problema”. Poi, la sorpresa per la tempistica: “Penso che la decisione dei giudici di Roma sia pregiudiziale, lo dimostra che alcuni di questi giudici avevano criticato l’accordo con l’Albania ancora prima di entrare nel merito. E temo che debba anche colpire il fatto che questa decisione dei giudici è stata anticipata ieri da alcuni esponenti del Partito democratico”.

Migranti, toghe rosse in azione per sabotare l’intesa tra Italia e Albania

Dunque, a dispetto di quanto stabilito dal governo Meloni, secondo i giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma i dodici migranti portati in Albania devono tornare in Italia. E con orgoglio, la presidente della sezione Luciana Sangiovanni in una nota stampa, iper tempestiva, rivendica la decisione: “I trattenimenti non sono stati convalidati in applicazione dei principi, vincolanti per i giudici nazionali e per la stessa amministrazione, enunciati dalla recente pronuncia della CGUE del 4 ottobre 2024 a seguito del rinvio pregiudiziale proposto dal giudice della Repubblica ceca. Il diniego della convalida dei trattenimenti nelle strutture ed aree albanesi equiparate alle zone di frontiera o di transito italiane è dovuto all’ impossibilità di riconoscere come paesi sicuri gli Stati di provenienza delle persone trattenute, con la conseguenza dell’inapplicabilità della procedura di frontiera e, come previsto dal Protocollo, del trasferimento al di fuori del territorio albanese delle persone migranti, che hanno quindi diritto ad essere condotte in Italia”.
Sei pagine, per motivare la decisione, presa dal presidente dei giudici di sinistra, Magistratura Democratica, Silvia Albano. Un provvedimento lungo e articolato che sembra scritto prima non dopo l’udienza di stamane, senza alcun esame della singola posizione, ma solo argomentazioni generiche. Il ministro Piantedosi, intanto, annuncia ricorso. “Non solo andremo avanti con i ricorsi giudiziari ma andremo avanti anche con queste iniziative perché dal 2026 quelle che l’Italia sta realizzando in Albania, e non solo, diventerà diritto europeo”.

I giudici avevano anticipato la decisione sui giornali…

Quindi chi decide quali sono i paesi sicuri? I giudici, ovviamente, quelli politicizzati che vogliono sindacare chi e per dove può essere accolto, respinto o trasferito. Del resto, in un’intervista su Repubblica, un paio di giorni fa, Silvia Albano neo presidente di Magistratura Democratica, aveva rivendicato il diritto all’ingerenza anche sul tema dei migranti. La stessa Albano aveva  più volte espresso il proprio giudizio negativo sull’intesa con l’Albania, in convegni, editoriali e interviste. Risultato? Come già accaduto per i blocchi alle Ong in Sicilia, anche così si manda in tilt il sistema dei rimpatri, rendendo impossibili non solo i trattenimenti ma anche i rimpatri. Con questa decisione si vuole stabilire che chiunque può entrare illegalmente, non può essere trattenuto e non può essere rimpatriato.

L’ira della Meloni: “Assurdo, per i giudici è vietato rimpatriare i cittadini”

La reazione di Fratelli d’Italia è veemente. “Assurdo! Il tribunale non convalida il trattenimento dei migranti in Albania. In aiuto della sinistra parlamentare arriva quella giudiziaria”, scrive sul profilo X di Fratelli d’Italia, in una grafica con una toga di colore rosso. “Alcuni magistrati politicizzati hanno deciso che non esistono Paesi sicuri di provenienza: impossibile trattenere chi entra illegalmente, vietato rimpatriare i clandestini – afferma ancora il messaggio sui social del partito della premier Giorgia Meloni -. Vorrebbero abolire i confini dell’Italia, non lo permetteremo”.

Il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan, rincara la dose: “Per l’ennesima volta ci ritroviamo a prendere atto di una decisione di magistrati che di fatto annulla e contrasta le scelte politiche del governo e della maggioranza di centrodestra in tema di gestione dell’immigrazione illegale. Come non interpretare in questo modo la decisione del Tribunale di Roma di non convalidare il trattenimento dei 12 migranti fermati all’interno del Cpr albanese? E’ evidente che siamo di fronte a un’invasione di campo di una parte della magistratura, politicizzata, che in questo modo vuole fare opposizione a questo governo ed a questa maggioranza, che gli italiani hanno scelto e votato. Non spetta alla magistratura decidere quali siano i Paesi di provenienza sicuri. Con queste azioni vorrebbero abolire i confini rendendo di fatto impossibile trattenere chi entra illegalmente e vietare di rimpatriare i clandestini. L’Italia diverrebbe una sorta di terra di nessuno dove chiunque può entrare e la legge non conta nulla. Questo è inaccettabile. Fratelli d’Italia e questo governo andranno avanti nell’attuare la volontà degli italiani chiaramente espressa con il voto”.

 

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