Migranti, il primo pattugliatore della Marina è partito per l’Albania. Pd e toghe alla guerra

14 Ott 2024 15:07 - di Adriana De Conto
Albania migranti pattugliatore

Parte il “progetto Albania”. E’ salpata da Lampedusa la nave pattugliatore Libra, della Marina Militare, con a bordo i primi migranti destinati ai centri predisposti in accordo tra i governi italiano e albanese. I migranti a bordo sono provenienti da Egitto e Bangladesh. Si tratta di naufraghi intercettati e soccorsi in acque internazionali dalle autorità italiane. Sulle persone da trasferire, soccorse in mare, è stato fatto un primo screening a bordo del pattugliatore: per verificare che abbiano i requisiti previsti: provenienza a Paesi sicuri, maschi, non vulnerabili. È il ministero dell’Interno Piantedosi a curare l’iniziativa. La scorsa settimana sono diventati operativi i centri di Schengjin e Gjiader che dovranno accogliere i migranti trasferiti. In base al protocollo firmato dalla premier con il suo omologo albanese Edi Rama, i  richiedenti asilo otterranno una risposta entro quattro settimane: se il responso sarà positivo verranno trasferiti in centri di accoglienza in Italia. Altrimenti verranno rimandati al loro Paese di origine. Una procedura, rispetto a quelle previste fino ad ora, notevolmente accelerata.  Ad esaminare le richieste sarà la commissione che fa capo alla prefettura di Roma, i colloqui avverranno in collegamento video tra Italia e Albania.

La sinistra dà di matto

“E’ un’ottima notizia”, commenta il senatore di FdI Paolo Marcheschi.  “In tempi record  stato allestito e reso operativo un sistema innovativo, studiato da altri Paesi europei, per la gestione del fenomeno migratorio. Si tratta di un modus operandi divenuto indispensabile anche perché le Regioni governate dalla sinistra si sono dimostrate sempre riluttanti a collaborare con il Governo nei propri territori nell’individuazione di Cpr finalizzati a dirimere l’emergenza immigrazione”. Contemporaneamente la sinistra dà di matto. “Il governo Meloni butta 800 milioni”. Parla di “deportazione” la segretaria Pd, “in violazione dei diritti fondamentali; e in spregio alla sentenza della corte di giusta europea. Tutti soldi che avrebbero potuto essere utilizzati per abbattere le liste d’attesa. Noi non si stiamo”. Così Elly Schlein spara a zero. Il patto con l’Albania è un modello studiato e copiato da molti paesi europei per disciplinare l’emergenza immigrazione. Ma al Pd e alle opposizioni non interessa ragionare sui problemi e sulle soluzioni. Interessa demonizzare il principio. Non sono da soli in quest’opera di demolizione.

L’asse toghe- sinistra

L’asse tra toghe rosse e Pd contro i centri per migranti in Albania è operativo più che mai da giorni. I dem si sono spellati le mani per applaudire i magistrati che si preparano a far saltare il trasferimento degli immigrati in Albania. A sinistra si fanno forti  della sentenza della Corte di giustizia europea che ha decretato che non spetta ai governi decidere dei porti sicuri. Citando quella sentenza, il tribunale di Palermo ha decretato non sicura la Tunisia, a causa della sua legislazione sull’omosessualità. Per questo ha liberato cinque tunisini giunti in Italia in modo irregolare. La sinistra sogna che – visto che i paesi che il governo italiano considera sicuri sono 22 – possa ripetersi l’effetto Tunisia. In modo che tutta l’ “operazione Albania” salti.  “Il primo viaggio della nave-hub rischia di essere anche l’ultimo” gufa Repubblica. Ma il peggiore della giornata è Riccardo Magi (gli capita spesso): “Avete capito perché Giorgia Meloni è così ossessionata dall’aumento delle tasse in manovra? Mica per fare nuovi asili; mica per creare nuovi posti negli ospedali; mica per le scuole o gli studentati universitari. Meloni alza le tasse perché ci deve finanziarie i suoi centri di detenzione per migranti”. Stendiamo un velo pietoso.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *