Migranti in Albania, il Viminale tira dritto e fa ricorso contro la sentenza del Tribunale di Roma

22 Ott 2024 15:17 - di Angelica Orlandi
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Il Viminale ha dato mandato all’avvocatura dello Stato di preparare i ricorsi contro la sentenza del Tribunale di Roma che ha bocciato il trattenimento dei 12 migranti in Albania; trasferiti in Italia sabato scorso dopo la mancata convalida. Lo apprende l’Adnkronos. Lunedì il Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi ha dato via libera al dl sui Paesi sicuri che mira a ‘blindare’ gli hotspot in Albania. La misura ‘trasla’ l’elenco dei Paesi considerati sicuri dal decreto interministeriale a un decreto ad hoc, con l’obiettivo di renderlo norma primaria. (Nella foto il ritorno dei migranti al porto di Bari).

Il Viminale dà mandato al Consiglio di Stato di preparare i ricorsi

Secondo il Viminale l’ordinanza è viziata perché non applica la norma italiana sui Paesi sicuri e «travisa» la sentenza del 4 ottobre della Corte di giustizia europea. In sostanza, sostiene il ministero, mentre il verdetto europeo implica che non possano essere considerati sicuri Paesi in cui ci siano zone insicure; nel caso italiano sia il Bangladesh che l’Egitto, da dove provenivano i 12 migranti trasferiti in Albania, garantiscono i rimpatri su tutto il territorio nazionale, senza eccezioni. Le eccezioni, come si legge nelle schede redatte dalla Farnesina, riguardano “solo” gruppi sociali: omosessuali, minoranze, dissidenti, oppositori politici, attivisti per i diritti umani. E dunque, è il ragionamento del Viminale, non si può bocciare il trattenimento. Ma semmai valutare caso per caso, i motivi gravi per cui il singolo richiedente asilo non possa essere riportato nel suo Paese d’origine.

Migranti in Albania, il Viminale: “L’ordinanza Ue carente”

Non è tutto: il ministero dell’Interno ritiene anche che l’ordinanza presenta «carenza assoluta di motivazione o motivazione apparente»; poiché il tribunale si sarebbe «limitato a svolgere una serie di considerazioni astratte in diritto». L’ordinanza – conclude il Viminale – «deve essere cassata non solo per essersi fondata su una ricostruzione normativa errata; ma anche per aver completamente omesso di indicare le ragioni che hanno condotto il Tribunale ad affermare che il Paese di origine» dei migranti «non fosse sicuro per loro».

I paesi sicuri

Come ampiamente riportato, è stato  rivisto l’elenco dei Paesi sicuri, “recependo le indicazioni della recente sentenza della Corte di Giustizia Ue”. In particolare, sono stati rimossi i Paesi rispetto ai quali erano previste “eccezioni di carattere territoriale”: (Camerun, Colombia e Nigeria). Il nuovo elenco è ora contenuto in un provvedimento con forza e valore di legge per evitare possibili disapplicazioni fondate su interpretazioni della “Direttiva Accoglienza”: (la quale, tra l’altro, non appare “dettagliata e incondizionata”, rimettendo il suo recepimento ai singoli Stati membri).

L’elenco è ora composto da 19 Paesi sicuri, individuati secondo i criteri stabiliti dalla normativa europea (vedi l’art. 2bis del decreto legislativo 25/2008) e dai riscontri rinvenibili dalle fonti di informazione fornite dalle organizzazioni internazionali competenti. Si tratta di Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio, Egitto, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Perù, Senegal, Serbia, Sri Lanka e Tunisia. L’elenco dei Paesi sicuri verrà aggiornato periodicamente, sempre mediante atto avente forza di legge.

Piantedosi aveva subito annunciato una reazione: “Rispetto per i giudici ma faremo ricorso”

Il titolare del Viminale lo aveva detto e or tira dritto. “Nutro profondo rispetto per i giudici, ma porteremo avanti la nostra battaglia all’interno dei meccanismi giudiziari: presenteremo ricorso fino ai massimi gradi della giurisdizione”. Lo Aveva detto a Ventimiglia nel corso di una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

 

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