Nordio: “La mail del magistrato mi addolora, non escludo i presupposti per un’ispezione”
“In effetti la lettera inviata sulla email desta non poco stupore e come ex magistrato anche un certo dolore. Affermare che il presidente del Consiglio, proprio perché non ha inchieste giudiziarie in corso a suo carico, è un pericolo maggiore di quello di Berlusconi e ‘dobbiamo porvi rimedio’, è una frase di una gravità da prendere in considerazione”. Il ministro Carlo Nordio, durante il question time alla Camera, torna sul caso della mail di Marco Patarnello, sostituto procuratore della Cassazione riportato dal Tempo, che tradisce una verve antigovernativa di alcune toghe militanti. Il Guardasigilli non esclude i presupposti di un’azione ispettiva. “La vicenda è al vaglio – spiega – per la verifica dei presupposti per l’esercizio dei poteri ispettivi che la legge riserva al ministro della Giustizia”.
Mail, Nordio: fatto gravissimo, non escludo di avviare poteri ispettivi
“È molto indicativo, per la provenienza di tale affermazione, del clima istituzionale che vive la nostra democrazia”, continua Nordio. “Meloni è stata eletta dal popolo e compito del giudice è solo applicare la legge tantomeno quello di porre rimedio alla volontà popolare”. Una posizione ribadita più volte in questi giorni bollenti all’indomani dello stop del tribunale di Roma dell’applicazione del protocollo Italia-Albania. “È necessario, anche in un clima di collaborazione, che ogni istituzione collabori secondo il proprio mandato costituzionale anche nella diversità di opinioni e divisioni”. Parole che ricalcano l’appello del presidente Mattarella. Che ha esplicitamente detto che “occorre saper esercitare capacità di mediazione e sintesi. E questo è parte essenziale della vita democratica poiché le istituzioni appartengono e rispondono all’intera collettività e tutti devono potersi riconoscere in esse”.
Oggi il consenso della magistratura è crollato
Rispondendo alle interrogazioni il ministro della Giustizia aggiunge una considerazione amara sul calo di appeal popolare della magistratura. “Quando io sono entrato in magistratura nel 1976 godeva del consenso dell’oltre 80% dei cittadini italiani, pari e a volte superiore a quello addirittura della Chiesa cattolica. Oggi è precipitato e per rispetto dei miei ex colleghi non lo voglio nemmeno citare”.