Norma Cossetto, 81 anni fa il martirio. Da La Russa a Rampelli, il tributo della politica

4 Ott 2024 12:50 - di Giovanni Pasero
Norma Cossetto

“La notte tra il 4 e il 5 ottobre di 81 anni fa, Norma Cossetto, una giovane studentessa, fu brutalmente torturata e gettata in una foiba dai comunisti titini. Vittima innocente di una delle pagine più oscure della nostra storia, la sua unica colpa fu quella di essere italiana. Oggi, nel rendere omaggio al suo sacrificio e alle tante, troppe vittime delle violenze commesse in quelle terre, rinnoviamo il nostro impegno affinché il ricordo di queste atrocità resti vivo nelle coscienze collettive”. Lo scrive su Facebook il presidente del Senato Ignazio La Russa.

“Sono passati 81 anni dalla notte tra 4 e 5 ottobre – dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia – quando una giovane studentessa italiana, Norma Cossetto, fu brutalizzata dalle bande comuniste titine e infine gettata nelle foibe. La sua colpa era quella di essere italiana e di rivendicare la sua italianità. Una pagina del passato strappata che con grande spirito di sacrificio e tenacia siamo riusciti a ricucire sul grande libro della Storia per ricordare l’odio etnico che ha subito il popolo italiano del confine orientale. A Norma, prima vittima della spietata metodica degli “infoibamenti”, è dedicata una mostra permanente nella sede della Casa dell’Esule a Roma in Via Terme di Traiano 15/a dove alle 18 si svolgerà un evento alla presenza di personalità della politica e della cultura, con musica di accompagnamento e una riduzione di una rappresentazione teatrale sul testo di una lettera della sorella Lucia. Oggi, lontani dal tempo delle rivendicazioni – conclude Rampelli – il nostro impegno è ricordare affinché brutalità del genere non si ripetano mai più”.

Dal 2004 la nostra Repubblica riconosce il 10 febbraio “Giorno del ricordo” delle vittime delle foibe. Nel 2005 il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi le conferì la medaglia d’oro al merito civile definendola “luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio”. Nella motivazione si legge: “Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri”. Gli storici hanno ricostruito che in 17 si accanirono sulla sventurata e poi barbaramente gettata nella foiba di Villa Surani nella notte fra il 4 e 5 ottobre 1943. A quel martirio è stato dedicato anche il film Rosso Istria.

 

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