
Norme sugli imballaggi a Bruxelles: il modello italiano a un bivio, opportunità e sfide per una gestione sostenibile
L’Unione Europea continua a tracciare il percorso verso un’economia più sostenibile con il recente regolamento sugli imballaggi. Sebbene non sia ancora ufficiale – mancando la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale europea – il nuovo regolamento ha già delineato due scenari importanti che coinvolgeranno direttamente gli Stati membri, Italia inclusa, entro il 2029.
Da un lato, si prevede l’introduzione di un sistema cauzionale per le bottiglie in plastica (tra cui il PET) e per le lattine in alluminio a partire dal 1° gennaio 2029. Questo sistema, già adottato con successo da altre nazioni europee, prevede il pagamento di una cauzione al momento dell’acquisto, che verrà restituita al consumatore quando riporterà l’imballaggio vuoto. Tuttavia, c’è un’importante eccezione: le nazioni che riusciranno a raggiungere una raccolta differenziata dell’80% entro il 2026 e del 90% entro il 2029 potranno essere esentati dall’adozione di tale sistema.
Imballaggi, si fa strada il modello italiano
L’Italia, ad oggi, non ha ancora adottato un sistema di deposito cauzionale per gli imballaggi, lasciando aperta la possibilità di un futuro intervento legislativo. Ciò nonostante, la nostra nazione ha messo in atto soluzioni alternative, come il sistema di “raccolta selettiva” per le bottiglie in PET. Questo modello si basa sull’utilizzo di macchinette installate presso esercizi commerciali o in altre aree pubbliche, dove i consumatori possono restituire le bottigliette in cambio di un incentivo. Il materiale raccolto in questo modo è di alta qualità, poiché non entra nel circuito dei rifiuti urbani, consentendo la produzione di r-PET (PET riciclato) idoneo al contatto alimentare. Questa innovativa strategia di raccolta si allinea perfettamente con gli obiettivi fissati dalla Direttiva SUP (Single-Use Plastics) che, a partire dal 2025, richiederà che le bottiglie in PET contengano almeno il 25% di materiale riciclato, percentuale destinata a salire al 30% entro il 2030.
Per centrare questi obiettivi, la raccolta selettiva si rivela una componente chiave. Ma l’Italia resta in bilico. Da una parte, la raccolta differenziata ha già ottenuto risultati soddisfacenti, raggiungendo percentuali elevate in molte regioni. Dall’altra, l’assenza di un sistema di deposito cauzionale comporta la necessità di migliorare ulteriormente le tecnologie di riciclo e le infrastrutture di raccolta. Infatti, il sistema di deposito cauzionale, diffuso in molti Paesi europei, è un meccanismo che incentiva il ritorno degli imballaggi usati attraverso la restituzione di una cauzione pagata all’acquisto. Questo modello, però, richiede una rete efficiente di punti di raccolta e un’adeguata infrastruttura logistica per garantire il recupero degli imballaggi da parte dei produttori, che li riutilizzeranno per nuovi cicli di produzione.
Nonostante l’assenza di questo sistema in Italia, risultati importanti sono stati ottenuti nel campo del riciclo, grazie a una raccolta differenziata sempre più diffusa e a impianti di trattamento sempre più efficienti. Tuttavia, per continuare a migliorare le performance di riciclo, è cruciale che il quadro legislativo sia chiaro e ben definito, soprattutto per quanto riguarda la disciplina dell’“end of waste”. Questo concetto stabilisce quando un rifiuto, una volta trattato, cessa di essere tale e può tornare nel ciclo produttivo come nuova materia prima.
L’Italia a un bivio
L’Italia si trova dunque di fronte a un bivio. Da un lato, potrebbe proseguire sulla strada del rafforzamento della raccolta differenziata e della promozione di tecnologie avanzate per il riciclo. Dall’altro, potrebbe decidere di implementare un sistema di deposito cauzionale, allineandosi a molte altre nazioni europee. La decisione non sarà semplice, ma dovrà essere presa entro il 2029, data in cui le nuove normative europee entreranno in pieno vigore. L’Europa, nel frattempo, lascia aperte entrambe le possibilità, offrendo flessibilità agli Stati membri. Ma una cosa è certa: qualunque strada l’Italia decida di percorrere, l’obiettivo finale dovrà essere quello di aumentare la quantità e la qualità del materiale riciclato, contribuendo così a una gestione più sostenibile degli imballaggi e alla protezione dell’ambiente.