Nuovo fronte caldo a Taiwan, la Cina “abbraccia” la Russia e allunga le mani sull’isola: “Per noi è sacra”

2 Ott 2024 15:39 - di Gabriele Caramelli

La Cina è vicina, sempre più vicina, alla Russia, ovviamente. Xi Jin Ping si è detto pronto al rinnovo delle cooperazioni tra lui e il Presidente russo, Vladimir Putin: la notizia è arrivata ieri, dopo le ultime tensioni con Taiwan nei giorni scorsi, nel giorno delle celebrazioni dei 75 anni delle relazioni diplomatiche bilaterali.

L’obiettivo della Repubblica popolare cinese sarebbe quello di consolidare nuovi rapporti con la Russia, già membro  dei paesi Brics, proprio nei giorni più caldi sul fronte bellico ucraino e in Medio Oriente. Due giorni fa il Presidente cinese Xi Jin Ping aveva ribadito che Taiwan “è un territorio sacro per la Cina”, ed è indisponibile ad accettarne quindi l’indipendenza. Una settimana fa, 43 jet cinesi ed 8 navi da guerra avevano circondato l’isola taiwanese, aumentando il rischio di conflittualità e tensioni. La mossa del Dragone può essere considerata come una vera e propria provocazione nei confronti di un governo autonomo e fastidioso per l’egemonia del PCC. Lo scambio di convenevoli, in occasione del bilaterale tra Putin e Xi Jin Ping non potrà che allertare nuovamente gli Stati europei e nordamericani.

Gli effetti della cooperazione tra Putin e Xi sull’isola di Taiwan

L’atteggiamento del Presidente cinese sulla Russia sembra molto disponibile, in previsione dell’incontro previsto entro la fine del mese di ottobre nella metropoli russa di Kazan. Avranno sicuramente molti argomenti su cui discutere: dalla politica diplomatica, passando per il commercio e l’energia, fino al confronto su tematiche difficilmente rilevabili dai media. Non bisogna sottovalutare l’intesa militare tra i due paesi. Se da un lato la Russia ha deciso per l’invasione dell’Ucraina per motivi paradossali d’unità, la Cina potrebbe fare lo stesso con Taiwan. Fino a questo momento tra l’isola asiatica e la Cina si sono verificate soltanto accuse e minacce reciproche, ma la preoccupazione degli stati occidentali resta comunque piuttosto alta. Sotto questo aspetto Russia e Cina si assomigliano, la dialettica dei due leader tende a convincere le rispettive popolazioni sull’importanza dell’invasione e dell’unità nazionale.

Inoltre, entrambi gli stati detestano l’indipendenza dei loro confinanti, ma le ragioni storiche sono attinenti fino ad un certo punto. La Cina vorrebbe accaparrarsi Taiwan per alcune ragioni strategiche sul versante economico e geografico. La Russia ha più o meno lo stesso obiettivo con l’Ucraina, ma il fattore energetico in questo caso gioca un ruolo fondamentale: basti pensare alle attenzioni del Cremlino per la zona di Zaporizhzhia. Sia Putin che Xi Jin Ping, dovranno tener conto del fatto che la ristrettezza di un territorio non è una garanzia di vittoria. A dimostrazione della precedente analisi, c’è la continua resistenza di Kiev sul fronte eurasiatico e la conseguente offensiva nel Kursk.

Le informazioni trapelate sul bilaterale tra Xi Jin Ping e Putin

Xi Jin Ping, nel corso delle dichiarazioni bilaterali, ha sottolineato come la Cina “sia pronta ad unirsi alla Russia per espandere costantemente la cooperazione pragmatica a tutto tondo tra i nostri due paesi”. Una narrazione molto generica e priva di informazioni approfondite, asettica al punto giusto per quel che riguarda le usanze delle personalità politiche cinesi. Gli ultimi sono sempre molto evasivi, differentemente da quelli russi che a volte si rivelano maldestri. Le similarità tra i due non sono una garanzia di concordanza, soprattutto rispetto alle culture e le società diverse tra loro. Un’alleanza che ha motivo di esistere soltanto per costituire una difesa contro l’Occidente.

 

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