Paolo Mieli sui dossier di Bitonto: “Tanti file per coprire i veri target, una spia agisce così” (video)

15 Ott 2024 18:07 - di Carlo Marini
dossieraggi Meloni

Il bancario spione di Bitonto che compulsava freneticamente migliaia di file, mischiando leader politici a personaggi del mondo dello spettacolo, incrociando il presidente del Consiglio e sua sorella con il cantante Al Bano e i conti giacenti del defunto Maradona non ha convinto Paolo Mieli.

Paolo Mieli spiega che la tecnica di Coviello è quella da manuale del “perfetto spione”

Il giornalista e storico, già direttore del Corriere della Sera, nello studio de La 7, a L’aria che tira, sollecitato dal conduttore David Parenzo, fornisce una lettura meno ingenua di quella fornita dallo stesso bancario. La difesa, avvalorata con toni compiacenti da molti giornali, è che l’impiegato di Banca Intesa, Vincenzo Coviello lo avrebbe fatto come forma di morbosa curiosità e non per secondi fini o perché ingaggiato da qualcuno per farlo. Insomma, semplice curiosità sui politici, quasi tutti del centrodestra. Di conoscere i conti di quelli del Pd e del centrosinistra, ad esempio, nessuna morbosa esigenza. Un caso psichiatrico insomma.

Paolo Mieli ha sollevato la questione spiegando che includere dati di individui defunti potrebbe rappresentare una strategia per celare le reali motivazioni dietro l’operato di Coviello. L’idea di “confondere le acque” emerge, così, come un’ipotesi plausibile, suggerendo che l’indagato potrebbe aver tentato di mascherare accessi inopportuni a informazioni sensibili con dati apparentemente innocui.

Spiati i conti correnti di oltre tremila italiani

Sul fronte delle indagini Intesa Sanpaolo ha inviato il 4 luglio scorso una lettera di contestazione disciplinare all’impiegato Vincenzo Coviello. Dalla lettera emerge che l’istituto di credito era consapevole che gli accessi abusivi ai conti dei clienti sarebbero stati “tali da determinare consistenti danni reputazionali e patrimoniali alla banca”. Non a caso Intesa definisce nella missiva gli accessi abusivi “gravissimi e idonei a recidere” il rapporto di lavoro, cosa che è avvenuta l’8 agosto 2024.

La banca, quindi, era consapevole del fatto che se la vicenda fosse diventata di dominio pubblico avrebbe potenzialmente portato alla perdita di clienti, che l’istituto sarebbe stato probabilmente sottoposto ad accertamenti e sarebbe stato esposto a richieste di risarcimento dei danni. Queste due ultime ipotesi si stanno verificando perché la banca è indagata per la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche (legge 231/2001) e perché diversi legali hanno chiesto informazioni alla Procura di Bari, che ha indagato Coviello (in concorso ovvero un ipotetico mandante da identificare, e quindi con un presunto destinatario delle informazioni) per accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato. I legali potrebbero costituirsi parte civile in un eventuale procedimento penale e chiedere danni in sede civile.

Secondo l’accusa, dal 21 febbraio 2022 al 24 aprile 2024 il 52enne di Bitonto (Bari) ed ex dipendente della filiale Agribusiness di Bisceglie (gruppo Intesa) avrebbe effettuato 6.637 accessi abusivi ai dati dei conti correnti di 3.572 clienti sparsi in 679 filiali in tutta Italia. Tra questi conti anche quelli della premier Giorgia Meloni e della sorella Arianna, oltre che del presidente del Senato e di alcuni ministri e personalità pubbliche

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