Paura per Orbàn a Strasburgo: l’aggressione sventata dalle forze di sicurezza (video)

8 Ott 2024 17:46 - di Laura Ferrari
Orbàn, Strasburgo

Paura per Viktor Orbàn, durante la conferenza stampa al Parlamento europeo. Un giovane facinoroso ha fatto irruzione durante la conferenza stampa del premier ungherese, presidente di turno Ue, cercando di aggredirlo ma è stato prontamente fermato dal servizio d’ordine sotto lo sguardo inizialmente allarmato di Orbàn.

 

Il manifestante è stato identificato e si chiama Márton Gyekiczki: ha interrotto Orbán mentre parlava della sua opposizione all’immigrazione, correndo verso il podio dove Orbán era seduto e lanciando una pila di quelle che sembravano essere banconote contro il primo ministro.

“A quanto hai venduto il Paese? A quanto ha venduto il paese, signor Primo Ministro?», ha urlato Gyekiczki. “Si è venduto a Putin, si è venduto a Xi Jinping!”, riferendosi ai leader di Russia e Cina.

Il facinoroso è stato subito placcato e buttato a terra dalla scorta di Orbàn. “Un commento per spiegare la cultura politica ungherese. La lingua ungherese è molto diretta, anche la comunicazione può essere dura. Quando un politico ungherese dice all’altro disgraziato, significa che ‘non sono d’accordo'”, ha detto il leader ungherese commentando l’interruzione.

Orbàn: noi siamo patrioti dell’Europa

“La stampa internazionale e talvolta anche qui nelle istituzioni europee, il gruppo dei Patrioti viene definito come anti-europeo, di coloro che vorrebbero far uscire i loro Paesi dall’Europa. Vorrei chiarire con un messaggio forte che non abbiamo alcuna intenzione di andarcene, di lasciare l’Europa. Dobbiamo mantenerla per il futuro. Pertanto, vorremmo cambiarla, non distruggerla. Siamo pro-europei. Siamo patrioti dell’Europa”. Così il premier ungherese, in conferenza stampa al Parlamento europeo.

“In poche parole, bisogna mediare l’equilibrio tra i due metodi: l’approccio olistico e la competitivita’ della sovranita’ nazionale. Non forzare gli stati membri a seguire la politica migratoria quando non si vuole avere un sistema di hotspot esterno, e non far entrare i migranti illegali e poi prendere una decisione sulla permanenza a lungo termine”, ha spiegato.

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