Piantedosi a tutto campo: poliziotti? Su di loro parole incredibili. E sui rimpatri di migranti avanti tutta. Ecco perché

23 Ott 2024 10:08 - di Redazione
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Poliziotti sotto accusa e rimpatri di migranti, il ministro Piantedosi rispedisce le accuse ai mittenti su entrambi i fronti. E in un’intervista al Corriere della sera, sugli agenti dichiara con nettezza: «È incredibile che una organizzazione internazionale che dovrebbe tutelare i diritti umani, promuovere l’identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali in Europa possa fare simili affermazioni, del tutto destituite di fondamento. Le nostre forze di polizia sono apprezzate in Italia e nel mondo quali baluardi della democrazia, della difesa dei più deboli e della vicinanza ai problemi quotidiani dei cittadini. Questa è la linea».

Dalle accuse ai poliziotti ai rimpatri di migranti: Piantedosi a tutto campo in un’intervista al “Corriere”

Mentre su migranti e centri in Albania, e la linea del governo, rilancia con fermezza: «I rimpatri stanno già progressivamente aumentando. Nella maggior parte dei casi riguardano persone che si sono contraddistinte anche per atteggiamenti pericolosi. Rafforzare il sistema dei rimpatri, come ho detto, è un obiettivo che ci viene assegnato dall’Europa, oltre che una forte aspettativa dei cittadini. Per ciò che riguarda gli ingressi regolari, che condivido essere altra cosa, questo governo ha adottato provvedimenti concreti come mai nessuno in precedenza, programmando l’arrivo di 452.000 lavoratori in tre anni».

«Rinunciare all’opportunità di 880 posti che, in prospettiva, potranno offrire i centri in Albania sarebbe stato illogico»

Le opposizione che accusano e recriminano sono servite, ma purtroppo non silenziate. Eppure il titolare del Viminale argomenta strategie di governo e risoluzioni attuate sulla base di logica politica, fatti concreti, numeri emblematici, evidenze concrete e riscontri europei. Tanto che nell’intervista al quotidiano di Via Solferino prosegue: «Le nuove regole europee richiedono all’Italia di organizzarsi per l’accoglienza e il trattenimento di diverse migliaia di persone. Rinunciare all’opportunità di 880 posti che, in prospettiva, potranno offrire i centri in Albania sarebbe stato illogico».

Piantedosi smonta le accuse ai poliziotti e spiega la linea sui migranti

Non solo, restando sul punto Piantedosi aggiunge anche: «Quando il sistema andrà a pieno regime, la conseguente deterrenza sulle partenze irregolari determinerà un significativo risparmio sugli attuali costi dell’accoglienza». Sottolineando peraltro contestualmente: «La nuova regolamentazione, che potrebbe entrare in vigore prima del giugno 2026, renderà obbligatorie le procedure accelerate alla frontiera e prevederà criteri molto più diretti di qualificazione dei “Paesi sicuri”, legandoli al numero di domande di asilo accolte in tutta l’Unione europea».

«Contrastare il traffico di esseri umani non limiterà il diritto d’asilo»

Dunque, «l’entrata in vigore di queste regole rafforzerà sicuramente la nostra capacità di contrastare il traffico di esseri umani senza limitare in alcun modo il diritto d’asilo. E sarà il completamento delle politiche finora adottate dal Governo che ad oggi hanno permesso di ridurre del 61% gli sbarchi rispetto al 2023 e del 29% rispetto al 2022».

Sui rimpatri non ci si può fermare: avanti con i centri in Albania

Soffermandosi quindi su norme e delimitazioni di campo, il ministro Piantedosi nell’intervista chiarisce senza lasciare margini al dubbio o, peggio ancora, a polemiche strumentali sulla vexata quaestio delle “interazioni” tra politica e magistratura: «Noi riteniamo che aver fissato con norma primaria l’elenco dei “Paesi sicuri” possa contribuire a una maggiore certezza applicativa di procedure importanti. Ogni magistrato – spiega il titolare del Viminale – ha autonomia e indipendenza nelle decisioni che assume, ma ogni pronuncia può essere impugnata innanzi alle magistrature superiori. Il ricorso sarà l’opportunità per sottoporre alla Suprema Corte una interpretazione univoca della normativa vigente. Ma crediamo sia tutt’altro che inutile intervenire sull’attuale regolamentazione per chiarire alcuni profili interpretativi».

Legittimo che i magistrati esprimano le loro opinioni. Altrettanto legittimo che il governo obietti e impugni

Poi, andando dritto al punto in replica a una domanda, Piantedosi asserisce con nettezza: attacchi ai magistrati? «Io non credo si possa dire che ci siano stati attacchi da parte del governo. Se può essere legittimo e comprensibile che i magistrati liberamente esprimano le loro opinioni, soprattutto nell’ambito dell’attività associativa, credo che analoga prerogativa non possa essere negata alla politica che, per definizione, si caratterizza per libertà di espressione. Per quanto mi riguarda, da ministro dell’Interno, ritengo importante che ogni possibile obiezione ai contenuti degli atti giudiziari sia effettuata attraverso le impugnazioni».

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