“Picchiavi la gente con le spranghe e dai lezioni?” Salis Travolta da Orban a Strasburgo

9 Ott 2024 15:09 - di Alice Carrazza

“Tu che picchiavi con le spranghe di ferro per strada, parli di diritti?” Volano stracci durante la seduta plenaria a Strasburgo tra Orban e Ilaria Salis. La tensione è palpabile già dalle prime ore, quando la von der Leyen e il premier ungherese con toni accesi si scontrano su guerra e migranti. Ma la seduta si è accesa quando Salis ha preso la parola e ha fatto una sproloquio contro l’Ungheria, definito “regime illieberale e oligarchico”. Alla fine è arrivato il gran giorno della resa dei conti tra lei e il presidente di turno. La tensione è palpabile.

Salis provoca Orban, resa dei conti a Strasburgo

“Conosco l’Ungheria da uno dei posti più oscuri. La prigione. La presidenza a questo governo ungherese è altamente inappropriato. L’Europa unita è nata sulle ceneri del nazifascismo come progetto di cooperazione internazionale: ed è un amaro paradosso avere una presidenza guidata da qualcuno il cui obiettivo è smantellare l’Ue in nome del nazionalismo. L’Ungheria, sotto Viktor Orban, è diventata un regime illiberale e oligarchico, uno stato etnico autoritario. Alcuni la chiamano addirittura una moderna tirannia”. Con una retorica incendiaria ha continuato affermando che i media non sono garantiti; che “il dissenso è criminalizzato, la società civile repressa”.  L’occupante di case si è ammantata da paladina dei diritti e della giustizia sociale.

La sparata ideologica della Salis fa andare Orban su tutte le furie

La 40enne monzese ha preso la parola nel corso delle repliche all’intervento di Orbán in occasione del semestre di presidenza ungherese del Consiglio Ue. E gli ha gettato addosso di tutto. Poi la stoccata finale: “Signor Orban, ha forti legami con le forze di estrema destra del mondo, sia in Europa che a livello internazionale. Questa nuova pericolosa forma di fascismo rappresenta la variante autoritaria del capitalismo globale odierno. La democrazia europea deve restare ferma. Mi rifiuto di collaborare con il regime oppressivo e autoritario del Signor Orban”. Chiunque si aspettasse un discorso lucido e incisivo è rimasto deluso. Il suo attacco a Orbán è sembrato più un tentativo di mettersi in mostra che un reale contributo alla discussione. Fratoianni e i suoi amici la applaudono.

La replica del premier ungherese

Orbán non ha tardato a replicare con furore: «Trovo assurdo che qui dobbiamo ascoltare tutti insieme Ilaria Salis; una che ha picchiato con sbarre di ferro persone pacifiche a Budapest. E lei viene qui a parlare di stato di diritto?». Il premier ungherese è esploso dopo una giornata difficile di accuse da ogni parte politica. L’armamentario ideologico della Salis e la sua retorica populista si fa insopportabile: «Questo dibattito ha superato il buon senso, ho sentito solo accuse, frutto della vostra propaganda ben nota. Se non leggeste i report finanziati da Soros ma altri dati indipendenti vedreste che l’Ungheria non è messa peggio di altri sulla corruzione».  Il dibattito di stamani nel Parlamento Europeo “è andato oltre i confini della verità” e di quanto programmato, con “accuse assurde”, frutto di “propaganda” che segue “linee di partito. Sono abituato alle accuse da 35 anni, è tutta propaganda di sinistra“, ha concluso.

 

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