Povera Elly, tra vittimismo e supercazzole: “Non accettiamo i blitz della destra”. Ma i nemici sono a sinistra

5 Ott 2024 17:54 - di Sara De Vico

Voce alta per nascondere il brusio di sottofondo e la mancanza di argomenti. Elly Schlein prova a recuperare un po’ di smalto dopo il fallimentare Aventino sulla Rai e l’accerchiamento della falange 5Stelle-Avs con il vangelo referendario.  “Noi non accetteremo alcun tipo di blitz sull’elezione dei giudici della Corte costituzionale. È gravissimo anche solo averlo appreso dalla stampa. Questa concezione proprietaria delle massime istituzioni della repubblica deve finire qui, e vederci tutti mobilitati a difesa delle garanzie democratiche”. Così la segretaria dem all’assemblea del comitato per il referendum sull’autonomia. Ma il primo colpo è un boomerang: basta tornare indietro con le lancette per scoprire di chi è il copyright della ‘concezione proprietaria’ delle istituzioni.

Schlein: non accetteremo blitz sulla Consulta

Non va meglio sul resto. Sul dossier autonomia siamo alla saga dei luoghi comuni smentiti dai fatti. Una sequela di slogan sulla narrazione del provvedimento spacca-Italia. “Spieghiamo bene cos’è l’autonomia. Nel 2011 ci siamo mobilitati tutti per i beni comuni. Allora si è dimostrato che non è vero che i cittadini hanno perso interesse per la cosa pubblica. Qui stiamo parlando della carne viva della condizioni delle persone. È in gioco la visione futura del Paese e io non mi rassegno a un’Italia in cui il destino è iscritto nel luogo in cui nasci e cresci”. Poi la favoletta del baratto tra Lega e  FdI. Nulla di nuovo sotto il sole. “Sull’autonomia non hanno messo un euro perché è ancora l’antico disegno secessionista della Lega a cui Fratelli d’Italia si piega per un cinico baratto con la riforma del premierato. Su cui pure dobbiamo mobilitarci – dice la Elly versione barricadera –  perché è pericolosa sembrano in contraddizione ma il filo conduttore è che sono due riforme che fanno valere la legge del più forte”.

Autonomia, la segretaria dem è un disco rotto

Da Belluno le risponde il governatore del Veneto Luca Zaia. “Chi chiede oggi il referendum per bloccare l’autonomia sono gli stessi che dieci anni fa impugnarono la nostra legge regionale per fare il referendum che invece la Consulta sbloccò: stesse facce, stesse persone, stesse idee. Nessuna novità”. Per non farsi mancare nulla arriva il solito attacco diretto alla premier Meloni. Questa volta sulle accise sui carburanti. “È un’altra tassa Meloni sulla quale ancora la Meloni non ha avuto il coraggio di spiegare al Paese il perché”. Ma che pulpito. Tra errori e omissis la segretaria del Pd conferma difficoltà strutturali nel programma, nelle alleanze e nella comunicazione. La democrazia e la politica dovrebbero vivere di risposte ai problemi e di circolazione di idee. Invece Elly continua a discettare del nulla o a non commentare i titoli dell’agenda quotidiana (vedi la Rai).  Troppo facile nascondersi dietro il no comment quando la casa brucia. E non basta gridare all’untore, alla democrazia in pericolo e al destino cinico e baro.

Commenti

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  • Giovanni Boasso 6 Ottobre 2024

    Il problema dei partiti di opposizione a partire dal PD ad arrivare ad AVS è che i loro leader Schlein e Bonelli si riempiono la bocca di concetti infantili e sconclusionati. Definirli supercazzole è una difesa che non meritano nemmeno. Le loro proposte oltre che demagogiche non hanno un fondamento costruttivo. Non basta dire che bisogna fare, è necessario dire come fare. Fatti non parole! Anzichè scorrazzare per le procure a frignare comincino veramente a lavorare!