Rating, Italia batte Francia per ko: Roma promossa da Dbrs, Parigi bocciata da Moody’s

26 Ott 2024 15:59 - di Luca Maurelli

Lodi al mercato del lavoro e alla riforma del fisco, per non parlare dello spread. Dopo le promozioni arrivate da Ficht e da S&P ai conti italiani, con lodi alla stabilità dell’Italia e alla fiducia innescata sui mercati e confermata dalla caccia ai Btp “tricolore”, oggi buone notizie arrivano anche dall’agenzia di rating Dbrs, che conferma il rating dell’Italia a ‘BBB’ ma rialza il trend portandolo da ‘Stabile’ a ‘Positivo’. “Il trend positivo – sottolinea l’agenzia di rating – riflette la visione di Morningstar Dbrs secondo cui il miglioramento del percorso fiscale previsto a medio termine dell’Italia attenua i rischi associati al suo rapporto debito pubblico, che rimane molto alto. Ciò è rafforzato dalla ripresa dell’Italia migliore del previsto dagli shock recenti, dalle solide prestazioni del mercato del lavoro e dai segnali di una crescita della produzione potenziale superiore a quella storica”.

“E’ davvero importante, straordinario, che le agenzie di rating internazionali, giudicando la manovra economica di questo governo e quello che abbiamo fatto in questi due anni, diano un giudizio così lusinghiero, migliorando le previsioni per il futuro sulla crescita del nostro Paese”, commenta il ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. “Non accade così nel resto d’Europa in questo momento storico così difficile, in cui assistiamo alla stagnazione dell’economia europea e alle condizioni non prevedibili in cui la guerra circonda il nostro continente. Che le agenzie di rating giudicano positivamente quello che il governo italiano ha fatto in questo contesto e la manovra economica è sicuramente di per sé incoraggiante”, ha ribadito il ministro.

Rating, Italia promossa su lavoro e fisco

Morningstar Dbrs ritiene “credibile il piano fiscale dell’Italia, ma sottolinea che il miglioramento della posizione fiscale è subordinato alla natura permanente delle maggiori entrate e a un aggiustamento fiscale sostenuto per un periodo prolungato”. Morningstar Dbrs valuterà “l’attuazione del piano di medio termine del governo e la capacità del governo italiano di sostenere l’aggiustamento fiscale nel tempo”.

Fratelli d’Italia: “Trend positivo”

“Il trend economico della nostra Nazione è finalmente passato da ‘stabile’ a ‘positivo’. Non lo dice Fratelli d’Italia. Non è uno spot elettorale. Lo mette nero su bianco un’altra agenzia di rating, la Dbrs Morningstar, che arriva dopo il giudizio nella stessa direzione espresso da Fitch, che considera il piano fiscale dell’Italia ‘credibile’ e la nostra situazione politica ‘stabile’. Una ottima notizia. Gli investitori internazionali, infatti, attendono i giudizi di queste agenzie per decidere dove mettere i propri capitali. Lo fanno come i fedeli aspettano il Papa alla messa e i gufi gossippari la prossima puntata di Report, sperando di sferrare un altro colpo al governo Meloni”, commenta  Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati. “Un governo – prosegue – che, con equilibrio e abnegazione, sta portando l’Italia verso una ripresa insperata spingendo la crescita e tagliando allo stesso tempo di 2,5 punti percentuali la spesa pubblica. Ma d’altro canto ciascuno fa quel che può e quel che sa”.

Il confronto con la Francia

Meno bene, invece, i giudizi sull’economia francese. Moody’s Ratings conferma il rating della Francia a ‘Aa2’ ma rivede al ribasso l’outlook portandolo da ‘stabile’ a ‘negativo‘. La decisione di modificare l’outlook da stabile a negativo, sottolinea Moody’s, “riflette il rischio crescente che il governo francese non sia in grado di attuare misure che evitino deficit di bilancio più ampi del previsto e un deterioramento dell’accessibilità del debito. Il deterioramento fiscale a cui abbiamo già assistito va oltre le nostre aspettative ed è in contrasto con i governi di Paesi con rating simile che tendono a consolidare le loro finanze pubbliche nell’attuale contesto. I rischi per il profilo creditizio della Francia sono accentuati da un contesto politico e istituzionale che non favorisce la convergenza su misure politiche in grado di garantire miglioramenti duraturi dei saldi di bilancio”.

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